Pathway Journal - Index Libri
Settembre/Ottobre 1999SommarioAnno 1  - Numero 6

 Cinema 
        Anna Magnani 
        Mamma Roma 
        Deep impact 
        Festen 
        Il grande Hitchcock 
        Hitchcock: Gli Uccelli 
        La congiura degli innocenti 
        L'uomo dalla maschera di ferro 
        Notorius, l'amante perduta 
        Salvate il soldato Ryan 
        Sequel & Remake 
        Il sesso a Venezia 
        Star Wars: Episode I 
        Il grande Toto' 

 Cultura e societŕ 
        Accadde a settembre... 
        L'amore in carcere 
        Catechismo a scuola: si o no? 
        Chi sono i macellai? 
        Confessione di un mammone 
        Se questa e' giustizia... 
        I delitti di Jack 
        Il palio di Asti 
        Lettera di un bambino abortito 
        La perfezione dell'anima... 
        Roswell, dov'e' la verita'? 
        Le Satire di Giovenale 
        Teatro: El Tannura 

 Libri e Fumetti 
         La vendetta nella letteratura 
         Dragonball: il manga 
         Maison Ikkoku alla ribalta 

 Musica 
         Labyrinth: Timeless crime 
         Marduk: Panzer Division Marduk 
         Meeting delle etichette indipendenti 

 Sport 
         L'Inter torna grande? 
         Atletica:  Siviglia '99 
         Mondo calcio 

 Green Corner 

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LA VENDETTA NELLA LETTERATURA: 

"La vendetta è un piatto che va gustato freddo", afferma un detto popolare. L'obiettivo di questo articolo non è quello di discutere sulla maggiore o minore legittimità né di questa affermazione, né tantomeno della "vendetta" in quanto cosciente atto umano, bensì quello di presentare (a chi non li avesse letti) due romanzi a mio avviso unici, accomunati dal medesimo soggetto: la ricerca esasperata, ossessionante, di una rivalsa. Le due opere in questione sono Il conte di Montecristo (1844), di Alexandre Dumas, e La variante di Lüneburg (1993), di Paolo Maurensig. Si tratta indubbiamente di due opere molto diverse, scritte e ambientate in periodi storici differenti. 
Il protagonista del romanzo di Dumas, Edmond Dantès, è un giovane ufficiale di marina della Francia napoleonica. Ingiustamente accusato di tradimento, Edmond è costretto a trascorrere quattordici anni nella tenebrosa prigione del castello d'If, fino a quando, dopo una rocambolesca evasione, decide vendicarsi di tutti coloro che hanno tramato contro di lui. La sua vendetta, pianificata nei minimi dettagli, sarà terribile. La meticolosa organizzazione con cui Dantès prepara la sua rivalsa affascina, e forse angoscerebbe, se non ci scoprissimo ad approvare (neanche troppo inconsciamente) il suo desiderio di vendetta. Dumas è abile: spinge il lettore ad accettare i piani di Dantès esattamente fino al momento in cui anche lo stesso protagonista comincia a dubitare della legittimità morale delle proprie azioni. 
Tratteggiare in modo conciso il romanzo di Maurensig risulta difficile, in particolare a causa della complessa struttura del racconto (un continuo rimando fra passato e presente) e per il desiderio di non svelare troppi particolari per non rovinare il gusto della scoperta al lettore. Due giovani maestri nel gioco degli scacchi, la tragica esperienza della deportazione e dei lager nella Germania del secondo conflitto mondiale, la ricerca di una rivincita (portata alle estreme conseguenze) che impegna tutta una vita: questi alcuni degli elementi della vicenda. Nel romanzo di Maurensig, la ricerca di rivalsa si trasforma in un obbligo morale che trascende il mero desiderio personale di rivincita, e si trasforma nella simbolica vendetta di un intero popolo. 
 

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