Cinquantenario dello
Scautismo a Frattamaggiore 1946 - 1996 |
IL SIGNIFICATO DELLO SCAUTISMO NELLA
CULTURA E NELLA STORIA COMUNALE ( Pasquale Saviano) INTERVENTO ALLA TAVOLA ROTONDA DEL 15
GIUGNO 1996 PRESSO LA SALA CONSILIARE DEL COMUNE DI FRATTAMAGGIORE SUL TEMA: "Lo SCAUTISMO
quale fulcro della educazione dei giovani in collaborazione con la famiglia e con
gli altri enti educativi presenti sul territorio" |
*****
Il mio
contributo a questa
comunicazione si inquadra nella prospettiva storico-sociale; e
intitolo il mio
tema in questo modo:
"IL SIGNIFICATO DELLO SCAUTISMO NELLA CULTURA
E
NELLA STORIA COMUNALE DI FRATTAMAGGIORE".
Da questa
prospettiva cercherò di offrire qualche spunto utile per la
QUESTIONE PEDAGOGICA messa al centro della discussione di stasera.
I - Lo SCAUTISMO
è un modello di associazione
particolare, con una STORIA propria
iniziata nel 1° decennio di questo secolo, con una PROPOSTA
organizzativa ed educativa
ben precisata, che è stato
sviluppato all'ESTERNO della realtà storica locale.
In questa realtà esso, poi, è stato accolto con
entusiasmo, ed oggi se ne celebra anche il CINQUANTENARIO; il quale esprime
anche tutta la sua VETUSTA' nella storia di Frattamaggiore.
Anticipo che questa VETUSTA' a Frattamaggiore supera
i 50 anni, perchè, come vedremo, quando
lo SCAUTISMO era indicato con la denominazione degli ESPLORATORI,
esso fu adottato come
sotto-sezione sperimentale di
un circolo cattolico, all'inizio
degli anni '20.
II - La
consistenza storica dello scautismo a Frattamaggiore ci
consente, quindi, di operare una
certa disamina allo scopo di evidenziarne anche i caratteri
tipicamente 'frattesi'.
Vi sono almeno
2 PISTE che si possono
percorrere nella storia locale, alla scoperta di utili figurazioni per il
nostro tema.
Una PRIMA PISTA
si scopre nella STORIA
dell'ASSOCIAZIONISMO: nella nascita e nello
sviluppo delle tante
associazioni che Frattamaggiore
ha visto affacciarsi
sulla scena della sua vita paesana, antica e moderna.
Una SECONDA PISTA si può individuare nella
STORIA DEI GIOVANI: nella connessione storico-istituzionale della CULTURA, dei
SIMBOLI e dell'EDUCAZIONE che si trasmette da una generazione all'altra.
Nello specifico storico frattese, a partire dal
'700 fino agli anni '70 di questo
secolo, queste due PISTE si muovono nel comune alveo del CATTOLICESIMO; dove si
può individuare al loro orizzonte la tipologia esplicativa e formale
dell'ASSOCIAZIONISMO GIOVANILE.
III - Percorriamo un poco la PISTA
dell'ASSOCIAZIONISMO.
Oggi esso è
una delle strutture fondamentali della vita sociale a Frattamaggiore. Sociologicamente
può essere considerato
una aggregazione tra persone
che si generalizza con vari
scopi nel quadro urbano della
città, e che ha la funzione di mantenere un ambiente ed una cultura
comunitari nel contesto moderno.
Con migliaia di
iscritti, con centinaia di episodi di vario tipo, con sedi ricreative, sportive, culturali e
religiose, esso è erede di
un vitalissimo fenomeno
che ha radici antiche nella
storia comunale. Mi riferisco alle CONFRATERNITE RELIGIOSE sorte a Fratta a partire
dal 1500; le quali avevano un carattere laicale e richiamavano la partecipazione di persone "...dabbene e timorate di
Dio", come recita lo Statuto di una di esse.
Queste
CONFRATERNITE ebbero una diffusione su base parrocchiale e di quartiere, e si organizzavano per DEVOZIONI e per ATTIVITA' MORALI;
avevano una GERARCHIA e RITUALI SACRALI
e cooperavano con l' ISTITUZIONE ECCLESIASTICA.
In
Frattamaggiore ve ne erano 12, le più antiche delle quali
erano già documentate al 1599, e l'ultima fu fondata nel 1814. Esse erano
intitolate al SS.Sacramento, al Rosario, alla Madonna, all'Angelo Custode, ad
alcuni santi come san Sosio,
sant'Antonio, san Rocco, san Filippo, san Vincenzo, santa Lucia e sant'Anna.
Gli schemi dell'organizzazione congregazionale, la
formalizzazione dei rapporti gerarchici, il rispetto delle Regole
e dei Decreti, la
solidarietà morale tra
i confratelli che erano di diversa estrazione sociale, costituirono un riferimento obbligato per le
successive esperienze associative
che ebbero luogo nel nostro Comune.
Le CONGREGHE rappresentarono il prototipo dei
CIRCOLI CIVILI e delle ASSOCIAZIONI che si davano uno STATUTO con SCOPI
SOCIALI. A testimonianza di
questa relazione concorrono vari elementi che si possono evincere
dalla lettura comparata dei DECRETI
e delle REGOLE congregazionali del '700
e degli STATUTI ASSOCIATIVI del secolo
successivo.
A questo proposito si possono richiamare ad
esempio il CIRCOLO CENTRALE e la
SOCIETA' OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO, ambedue fondati da MICHELE ROSSI nel 1884/85. [ Il primo si trovava nel terraneo esterno del
vecchio palazzo comunale.] Queste due
associazioni prevedevano
nel codice del
loro comportamento l'ossequio
alle usanze religiose ed
una considerazione sacrale delle
gerarchie interne.
Non bisogna
dimenticare che il cattolicesimo locale del tempo era illustrato da
figure episcopali, come quelle di casa Lupoli, dai Canonici Padricelli e Giordano, letterati
e storici, da Padre Modestino e da tanti altri.
IV - Il
quadro associazionistico della
Fratta LIBERALE a cavallo tra '800 e
'900 si arricchì di CIRCOLI CIVILI che furono legati allo sviluppo
economico e canapiero, e che
assunsero nuove connotazioni
ricreative, culturali e sportive.
Tra questi circoli si distingueva il CIRCOLO DURANTE,
situato all'imbocco della piazza principale, dove pervenivano i
notabili frattesi più importanti.
Molti
circoli civili funzionavano come
sedi di trattative e di incontri d'affari,
ed insieme come uffici di collocamento della manodopera bracciantile, del facchinaggio e di altri
lavoratori disponibili per le attività produttive della canapa.
A questo
proposito si può ricordare che
il CIRCOLO CENTRALE, a norma del suo STATUTO,
apriva i battenti già alle 4,30 del mattino, per
consentire i contatti di lavoro.
V - Dopo
la prima guerra mondiale e negli anni del Fascismo,
la CULTURA CATTOLICA riebbe ottimi
rappresentanti ecclesiastici e
civili, che fra poco
nominerò nel particolare.
In pratica fu
in questo periodo che l'associazionismo cattolico locale si confrontò con i
grandi temi esterni, ed
adottò orientamenti, modelli e sperimentazioni che furono esperiti in
maniera originale. In questo tipo di associazionismo, che assunse caratteri
giovanili e fortemente pedagogici, si evidenziarono il CIRCOLO DI CULTURA "F.OZANAM", la
FUCI e la prima sperimentazione
degli ESPLORATORI CATTOLICI, che part
all'interno dell' "OZANAM".
Anche questo riferimento lo svilupperò fra poco nella
PISTA della STORIA DEI GIOVANI.
VI - Nell'ultimo dopoguerra, nell'epoca in cui si
vivono ufficialmente i 50 anni
dello scautismo frattese,
le associazioni e i circoli assumono
sempre più spesso la motivazione dell'intrattenimento dei soci e raramente
dell'impegno culturale e civile. Nella
realtà cittadina attuale, post-canapiera, urbana e secolarizzata,
l'associazionismo si è frazionato in diversi tronconi.
Un primo
troncone è quello maggioritario, di massa, con circa un centinaio di
associazioni di vario tipo.
Queste associazioni si concentrano nei
dintorni del centro storico e si diffondono fino alla periferia
della città; assumono connotazioni e decori più o meno importanti e gestiscono iniziative, mostre
ed esposizioni, a seconda della loro vicinanza alla Piazza centrale. In
molti casi talune associazioni hanno
sostituito l'antico richiamo
delle cantine popolari.
Un secondo
troncone è quello
nel quale si cerca di recuperare l'eredità degli antichi circoli
ottocenteschi e liberali. Questa
eredità viene riproposta
attraverso alcune associazioni come la
Società Operaia, il Velo Club, il Cirrcolo Buonomo, il
Vico Necchi ed altri in via di trasformazione o di costituzione.
Un ultimo
troncone è quello sorto durante gli anni '70 e '80 e
che si rifà a modelli mutuati dalla
comunicazione di massa. L'associazionismo in questo ultimo riferimento si è
espresso con esperienze che, partite con varia motivazione, si sono evolute in
palestre, radio, discoteche, pubs, ed altre iniziative.
In questa
storia delle associazioni lo
scautismo appare come un erede
significativo degli antichi riferimenti locali, come portatore di
schemi, di potenzialità, di pedagogie
e di simboli da mediare con la realtà sociale ed istituzionale locale.
VI - Sulla SECONDA PISTA, quella della STORIA DEI
GIOVANI, i documenti antichi ci dicono che le prime aggregazioni giovanili
avevano anch'esse una
dimensione religiosa e devozionale, e potevano attuarsi solo nell'ambito del controllo istituzionale
mediante il REGIO ASSENSO e mediante la sottomissione alle REGOLE delle
congregazioni degli adulti.
La Congrega di s. Rocco nacque
proprio come associazione di
giovani. [ E qui non è fuori luogo offrire un omaggio al santo che si può
considerare uno SCOUT ANTE LITTERAM per il suo pellegrinaggio giovanile].
Dalla
deliberazione del 3 ottobre del
1790 della Congrega della SS. Annunziata e di sant'Antonio si legge:
"Noi
sottoscritti Rettore, Assistenti
e Confratelli... siamo stati
richiesti da una
compagnia di giovanetti di volersi
aggregare alla nostra pia adunanza per voler anch'essi concorrere alle
processioni e festività che si
fanno di detto Santo (S.Rocco)...in vigore della presente conclusione abbiamo
unanimamente resoluto, concluso e stabilito di dare e concedere a detta
compagnia di divoti giovanetti la facoltà e la podestà di
potersi radunare e congregare nell'istesso luogo di detta nostra congregazione, in tutti i
giorni festivi che prescrivono le nostre regole."
Per comprendere
l'importanza di questa congrega basti pensare che i giovani che si
formarono nel suo seno, allenati allo spirito della solidarietà e
dell'assistenza, furono gli adulti che diedero vita alla BANCA COOPERATIVA
POPOLARE DI FRATTAMAGGIORE, che fu
fondata nel 1884 e che
tanta parte ebbe
nello sviluppo del RISPARMIO cittadino.
L'estensione nell'economia dello spirito
congregazionale non fu una esperienza isolata, perchè anche nella politica e
nella gestione della cosa pubblica gli Eletti del Comune utilizzavano la
simbologia delle pratiche deliberative e discorsive delle Congreghe.
Altri e molteplici richiami possibili li tralascio
per non abbandonare il tema giovanile.
VIII - Nel periodo liberale della predominanza dei
circoli civili, in verità i giovani
furono coinvolti solo marginalmente nel fenomeno associativo formale, il quale
era più orientato agli affari e al tempo libero degli adulti. Per i giovani furono soprattutto gli spazi
ludici a prevalere come ambiti di
aggregazione. Quasi due gioventù si realizzavano: l'una negli studi e nei
luoghi signorili, l'altra nei gruppi di quartiere, nelle chiette e nella
rivalità urbana.
L'aggregazione generale
avveniva comunque sempre sul piano religioso, delle feste, delle
rappresentazioni popolari, e nei momenti unificanti realizzati dalla pastorale
ecclesiastica.
IX - Nel
corso degli anni '20, basandosi su questi presupposti,
l'associazionismo cattolico giovanile riuscì ad essere la corrente dominante
della cultura frattese; grazie anche al lavoro di alcuni impegnati sacerdoti
ed intellettuali. In quell'epoca la Chiesa locale fornì uomini
come Sosio Vitale, primo Parroco del Redentore, e Nicola Capasso, primo Parroco
di s.Rocco che divenne poi Vescovo di Acerra. Questi animarono molte iniziative
didattiche, educative e culturali; formarono
vari gruppi ecclesiali, come gli Amici di San Tarcisio e
le Figlie di Maria; e nel 1918 fondarono il
Circolo Cattolico di Cultura "F.Ozanam".
Questo circolo
attivò subito l'iniziativa di una BIBLIOTECA CIRCOLANTE,
e su
proposta di un altro sacerdote, Nicola Mucci, accolse nel 1923 il PRIMO REPARTO ESPLORATORI
CATTOLICI, che ebbe sede nella Parrocchia di s.Rocco.
In altra sede di studio si potrà scorrere meglio la
documentazione relativa a questa prima formazione scautistica frattese. Basti
qui raccogliere dal n. 61 e 62 della CRONACA di SAN ROCCO, redatta dal
parroco Nicola Capasso, la testimonianza della inaugurazione e
della prima uscita che fu subito di notevole portata:
"61 - I
Reparto Esploratori Cattolici "S.Sosio" – Inaugurazione 16-9-23
Dopo due mesi di preparazione si Š tenuta
l'inaugurazione del Reparto Esploratori
di questa citt…. L'associazione si è prefissa l'educazione religiosa, morale, e fisica della gioventù dai 12 ai
18 anni. La sede provvisoria è la parrocchia di S.Rocco: la cura spirituale è
affidata all'Ass.te Ecc.co Sac. Nicola Mucci. "
"62 - Gita
ai Camaldoli degli Esploratori Cattolici, 24-9-23.
Sono partiti in circa 40, da Fratta, alle 7 a.m.
percorrendo a piedi la
via per Grumo, Casandrino, Giugliano, Marano,
Camaldoli, accompagnati dal Dirett.
Rag. Solli, dal Parroco, dall'Ass. Ecc.co, e dagli Istruttori. Sono restati
circa tre ore nell'Eremo, ricevendo la benedizione col SS.mo nel tempio, visitando il luogo e facendo
colazione che ciascuno a' portato seco. Nel
pomeriggio: ritorno, a piedi,
a Napoli, fino a Piazza Municipio, per vedere
la "Fiera
Campionaria". Da Porta Capuana a Fratta col tranvai."
X - I giovani
dell' OZANAM subirono nel 1932 la chiusura del loro circolo da
parte del Governo, e ripresero
la loro attività solo dopo l'intervento a Roma della Santa Sede.
Dopo la guerra essi furono tra i dirigenti della
politica locale, che fin da allora si basò sul centralismo cattolico.
La celebrazione di questo CINQUANTENARIO individua in questo periodo l'origine della diffusione dello SCAUTISMO a
Fratta, perchè la forma precedente,
associata all'Ozanam, aveva probabilmente un carattere aggiuntivo e non specifico che non le
consentì di trasformarsi in tradizione storica, in un contesto di maggiore
vitalità delle altre iniziative politico-sociali.
Dal ricordo dei
suoi cari emerge per questa epoca anche la funzione svolta dall'indimenticato
don Pasqualino Costanzo, il quale nel 1946, giovane sacerdote aggregato alla Parrocchiale di s.Sosio, e
forse memore dell'antica esperienza sfuggita, volle in
quella sede promuovere la nuova esperienza della scautismo frattese.
XI - Nel
concludere il percorso
lungo la Pista giovanile della
storia locale, vanno segnalati alcuni
altri elementi relativi a questo ultimo mezzo secolo.
Subito dopo
la guerra le Cammarelle, le stanze situate tra la
Parrocchiale di s. Sosio ed il Palazzo
Comunale, le quali durante il
Fascismo furono la
sede della Gioventù Littoria, cambiarono destinazione e divennero il
punto focale della pastorale giovanile e della rifondata cultura associazionistica
cattolica.
Alla fine degli
anni '50 la decadenza della produzione canapiera indusse un
utilizzo non più agricolo del territorio, e Fratta si avviò a divenire una cittadina residenziale,
con interessi legati all'urbanizzazione
e ai servizi, e con una identità che si allontanava dai valori della tradizione.
La modernizzazione portò alla laicizzazione della
cultura dominante, e le aggregazioni
giovanili si mossero anche su piani diversi da
quello religioso. Si diede
vita alle sezioni giovanili dei
partiti, alle associazioni sportive e ricreative, ai gruppi informali nei
quartieri, sulle aree dei marciapiedi, delle piazze e dei bar con juke-box e
bigliardini. Si formò il Circolo Universitario, e si diffusero le associazioni
giovanili nelle parrocchie.
Nel nuovo
ambiente urbano divenne
necessario affrontare con una nuova
pastorale giovanile i problemi posti dalla trasformazione
sociale, dal tempo libero, dalla cultura di massa e dalla mancanza di strutture
ricreative.
Nacque così, ad
opera di d.Angelo Crispino, negli anni
'60, l'ORATORIO "DON
BOSCO" nel nuovo quartiere di Casaluce, si rinforzò l'AZIONE CATTOLICA all'ombra delle parrocchie, si riproponevano anche spontaneamente alcune forme di
SCAUTISMO, si stabilì un rapporto privilegiato con le
attività giovanili che si svolgevano nel Convento Francescano
di santa Caterina e san Pasquale a Grumo Nevano.
Gli anni
'70 i
giovani li vissero assimilando i temi e le mode
della cultura di massa, e si presentarono come CATEGORIA SOCIALE portatrice di
esigenze auto-educative e di nuove problematiche.
I giovani dell'epoca tendevano a sganciarsi dal
controllo patriarcale ed interpretavano in proprio le motivazioni aggreganti: la MUSICA, la CULTURA e l'ISTRUZIONE,
la POLITICA, la RELIGIONE, lo SPORT, il VIAGGIARE. Si corsero rischi di deterioramento dei rapporti tra le generazioni
e con le istituzioni.
A partire da allora il mondo giovanile locale fu
attraversato da svariati linguaggi e simbologie
e si pose in maniera originale la
QUESTIONE GIOVANILE. In presenza di un forte clima comunitario la religiosità
venne riscoperta nell'ottica post-Concilio e si
formarono gruppi con caratteri di
comunità ecclesiali, i Carismatici
e i vari gruppi di impegno e di preghiera; le radio libere
divennero strumenti laici per la
trasmissione dei nuovi linguaggi e dei nuovi miti.
XII - In
tutto questo variare appare la
SCAUTISMO come una forma notevole dell'esperienza giovanile,impegnata su temi
tradizionali come quello dell'autorevolezza e della pratica comunitaria, e su
temi innovativi come la creatività ed il rispetto per l'ambiente.
Esso appare
anche come una forma di associazione che, pur riferendosi a un modello
più ampio, si può considerare a
buon titolo anche un erede dell'antico esercizio formale frattese
della vita di comunità, della solidarietà e dell'amicizia.
Con queste accezioni
lo SCAUTISMO si può ritenere uno strumento adattissimo per
la rappresentazione di
quel fulcro educativo
auspicato tra le istituzioni e le altre
agenzie, nella Comunità educante frattese.