Visita al Santuario di Maria SS.ma Incaldana -
Mondragone (CE) Note storiche: La Chiesa, con il titolo di
Collegiata di San Giovanni Battista, fu edificata in epoca post-tridentina, nel
1593, da D.Luigi Carafa della Marra, principe di Stigliano e signore della
Terra di Mondragone, e fu subito dotata dell’ufficio di un Primicerio
episcopale e di 5 Canonici. Essa si configurò come ampliamento di una
preesistente chiesa gotica del ‘300, della quale recentemente sono stati
scoperti alcuni elementi architettonici nei pressi del presbiterio (una
colonna ed alcuni pilastri di pietra locale). Dal 1624 si venera in essa
l’icona della Madonna Incaldana, protettrice principale di Mondragone, ivi traslata
dalla chiesetta del Belvedere. Altri ampliamenti furono realizzati nel XVIII
secolo durante la signoria del
marchese di D.Agapito Grillo che venne a Mondragone nel 1713. In quell’epoca
alla Chiesa furono donate dal Vescovo di Carinola, D.Nicolò Abbati, le
reliquie di Sant’Agapito, San Dioscoro e Sant’Ajello che furono deposte
nell’Altare maggiore e nell’Altare della Madonna Incaldana.. Nel 1741 in essa
fu costituita la Parrocchia con il titolo di “San Michele Arcangelo intra
moenia”. La facciata fu realizzata nel XIX secolo in stile
eclettico-classicheggiante, arretrata rispetto alle quinte urbane per
recuperarle uno spazio antistante, e per i portali fu utilizzato il marmo
locale della cava di San Mauro, lo stesso utilizzato dal Vanvitelli per la Reggia
di Caserta. Nel periodo post-unitario
(1866-1900), con l’incameramento dei beni ecclesiastici, vi fu la decadenza e
la soppressione del titolo di Collegiata . Il titolo di Collegiata di San Giovanni Battista fu
poi ripristinato nel 1953 insieme con la dignità di Primicerio per il
Parroco-Rettore del Santuario di S.Maria Incaldana. La festa patronale della
Madonna Incaldana si celebra il
Martedì in albis con grande concorso di popolo per l’intera settimana dopo
Pasqua, ed attraverso di essa la Comunità mondragonese commemora la
traslazione della antica icona mariana dalla chiesetta del Belvedere alla
Chiesa Madre della città. Visita al Santuario
La pianta della chiesa è a croce latina, a tre navate con transetto, con un’ampio presbiterio e due cappelle absidali laterali.
La navata centrale con finestroni è
più alta e più ampia di quelle laterali; essa è ricoperta con una volta a
botte arricchita di affreschi che raffigurano Profeti e Patriarchi, ed è introdotta
da una Cantoria con organo posta sull’ingresso. La cupola in alto al centro
del transetto è anch’essa affrescata con figure di Angeli e dei quattro
Evangelisti. L’abside centrale con il presbiterio è adornato di marmi che
contornano due affreschi raffiguranti l’Ascensione e la Pentecoste; la sua
volta a crociera è affrescata con San Michele che scaccia gli angeli ribelli,
e con scene della vita e del martirio di San Giovanni Battista. L’Altare
Maggiore è posto al centro del Presbiterio dinanzi al Ciborio adornato di
marmi e mosaici. Al di sopra del Ciborio, tra lesene di marmo, si ammira
l’immagine centrale del tempio: il Battesimo di Gesù raffigurato con una tela
del ‘700 di scuola napoletana. Le navate laterali sono coperte con
volte a crociera adornate di stucchi e sono congiunte alle rispettive aree
absidali dai bracci laterali del transetto che sono più alti e con una volta
a botte.
La navata a sinistra inizia con un altare
marmoreo policromo dedicato a Gesù crocifisso, che è raffigurato con una
pregevole scultura del ‘700, ed adornato ai lati con medaglioni circolari
rinascimentali. Si incontra poi un secondo altare marmoreo policromo dedicato
al Cuore Sacratissimo di Gesù. Nella terza area della navata si osserva la
struggente immagine scolpita della Pietà, opera d’arte dell’inizio del ‘900.
Si giunge poi all’area del braccio
sinistro del transetto, la cui volta è affrescata con una figura
dell’Adorazione del Corpus Domini e le cui parti alte intorno alla finestra
sono affrescate con figure di San Cromazio e Sant’Aristide. L’area è dedicata
al culto di San Bonifacio martire, la cui reliquia, donata nel 1741 dal duca Filippo Agapito Grillo, è
conservata in una urna di legno e vetro. In una nicchia più in alto
dell’urna è collocata una scultura
settecentesca in legno policromo della Vergine Immacolata. L’area absidale sinistra si identifica con la Cappella del
Santissimo Sacramento balaustrata di marmo bianco, sulle pareti della quale
sono stati recentemente scoperti affreschi barocchi: una figurazione del
Miracolo eucaristico di Torino ed un San Vincenzo Ferreri con un Angelo del
Giudizio. La cupoletta di quest’area è affrescata con figure di putti e i
pennacchi con le figure degli Evangelisti. L’altare di marmi policromi è una
bella opera settecentesca, e dietro di esso sulla parete si ammira una Ultima
Cena raffigurata su una tela di scuola napoletana del ‘700.
La navata a destra inizia con l’area
del Fonte Battesimale, opera del XIX secolo, scolpito e balaustrato in marmo
locale. Nella seconda area,
evidenziata con lapidi ottocentesche, è posto un altare marmoreo policromo dedicato a San Giovanni Bosco,
raffigurato con una statua. Nella
terza area si apre l’ingresso della sagrestia, sulla cui porta è posto
un quadro di stile caravaggesco del ‘600 che raffigura Sant’Anna con Maria
bambina. Nell’area successiva del braccio laterale destro del transetto si
nota la volta affrescata con una raffigurazione della Fuga in Egitto e con la
raffigurazione di misteri del Rosario; si nota poi, sotto la finestra, un
altro quadro di stile caravaggesco del ‘600 con la rappresentazione di San
Filippo Neri. Tutto il percorso di destra è attratto dalla visione della icona
bizantina di Maria SS.ma Incaldana,
sicura espressione dell’arte monastica medievale, che rappresenta il
principale simbolo religioso e devozionale del tempio, e che è posta
sull’altare riccamente adornato nella Cappella absidale. In questa ultima
area la cupoletta è arricchita con stucchi e con affreschi che figurano la
Natività e l’Annunciazione. L’Altare è di marmi policromi, opera della prima metà del ‘700, e si completa
con l’edicola, che contiene il trono argenteo della sacra effige, e con il
timpano sormontato da due Angeli in stucco che sorreggono la dorata corona
mariana. |