Dal principio...

Il primo statuto di Patto Cristiano Esteso (PA.C.E.) venne registrato il 19 Dicembre 1994. Da allora, quel primo nucleo di attivisti  ha continuato a prodigarsi instancabilmente per affermare, attraverso congressi, conferenze e pubblicazioni, alla luce della Bibbia e della storia cristiana, la correttezza della visione del Movimento socio-popolare, impegnato nella promozione di un concreto avanzamento del Regno di Dio sulla Terra, anche mediante una risposta politica.

I consensi sono stati, fin dal principio, numerosi , anche se non si è rivelato sempre facile vincere la ritrosia di coloro che ritenevano improprio, per uomini di fede, un coinvolgimento diretto in campo politico. Al contrario, risulta ampiamente dimostrabile, attraverso le stesse parole evangeliche, che un impegno ufficiale dei Cristiani in materia politico-sociale, non solo non è incompatibile con la religione, ma risponde pienamente a quanto ci prescrive Nostro Signore.

Oggi più che mai si impone l’esigenza che i credenti si prodighino anche sul fronte della politica attiva, potendo ora avvalersi di un Movimento come PA.C.E. , improntato ai dettami scritturali.

Considerando la vita di Cristo, è facile comprendere come Egli abbia impiegato il suo tempo, oltre che nella preghiera e nella predicazione, nell’operare instancabilmente in mezzo al suo popolo, guarendo gli ammalati, scacciando i demoni, consolando gli afflitti, nutrendo le folle affamate, frequentando nella quotidianità pubblicani e peccatori per convertirli con l’esempio, offrendo cioè, con la sua attività giornaliera, una prova vivente e inconfutabile della verità di ciò che asseriva.

In Lui il desiderio di agire in favore dei bisognosi, dei sofferenti e di tutti coloro che gli chiedevano aiuto, era tale da porre a repentaglio la sua stessa vita, spingendolo a guarire anche di Sabato, in aperto disconoscimento delle interpretazioni restrittive imposte a tale proposito dagli scribi e dai farisei ( si vedano, ad esempio, i seguenti passi del Vangelo : Gv5, 8-10 ; Gv5, 16-18 ; Mt12, 1-14 ; Mr2, 23-28 ; Mr3, 1-6 ; Lu6, 1-11).

Di fronte all’ottusità intellettiva ed alla durezza di cuore dei Giudei, Gesù non si preoccupa di ribattere sullo stesso piano teorico della legge, non confuta le disquisizioni farisaiche con più convincenti argomentazioni bibliche, come fa altrove, ma sposta completamente il punto di vista sul terreno pratico ed esclama : "Il Padre mio opera in continuazione, e anch’io opero." (Gv5, 17) ; o ancora, con lo stesso metodo, domanda provocatoriamente : "E’ lecito in giorno di Sabato fare del bene o del male, salvare una vita o annientarla ?" (Mr3, 4)

A fugare poi qualsiasi dubbio, non tanto sulla opportunità, quanto sulla obbligatorietà, per ogni cristiano, di impiegare le sue competenze nel mondo e in mezzo agli uomini, è risolutivo quanto si legge a proposito del giorno in cui il Figlio dell’uomo verrà e radunerà al suo cospetto tutte le genti (Mt25, 31-40) : "Allora il Re dirà a coloro che saranno alla sua destra : - Venite, benedetti del Padre mio ; riceverete in eredità il Regno che Vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere ; fui forestiero e mi accoglieste, fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi. - Allora i giusti gli risponderanno, dicendo : Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare ? O assetato e ti abbiamo dato da bere ? E quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato ? O ignudo e ti abbiamo rivestito ? E quando ti abbiamo visto infermo, o in prigione e siamo venuti a visitarti ? - E il Re, rispondendo, dirà loro : - In verità vi dico : tutte le volte che l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me. -"

Giunto nel momento in cui dovrà giudicare, in sintesi estrema, se la nostra esistenza terrena sarà stata più o meno buona, Gesù deciderà dunque in base al nostro comportamento nei confronti del prossimo : neppure una, infatti, delle circostanze da Lui nominate è teorica, ma tutte si traducono in azioni pratiche, per le quali è indispensabile muoversi, lavorare, mischiarsi nel mondo per dare il sapore cristiano, vivere in mezzo agli uomini per illuminarli con la luce dell’Evangelo della grazia, collaborare e dimostrare amore per loro, soprattutto sostenendoli nelle situazioni di maggior necessità.

Parimenti, un Movimento che auspichi di essere il più possibile conforme alla volontà del Maestro, deve seguire gli stessi indirizzi suggeriti ad ogni singolo cristiano da Gesù, e cercare, con interventi mirati ed incisivi, di risvegliare nell’opinione pubblica, nel Parlamento, nel Governo, nelle Regioni e negli altri organismi locali, maggiore rispetto e attenzione verso i più deboli.

Ciò non significa neppure, naturalmente, che Patto Cristiano si occuperà esclusivamente di questo, ma che il miglioramento dell’assistenza sociale, nella sua accezione più ampia e completa, costituisce senz’altro uno dei compiti più significativi e caratterizzanti del suo programma di lavoro.

"Date voi a loro da mangiare" (Mr. 6,37) è l’invito fatto dal Maestro ai discepoli, affinché le folle risolvessero i loro problemi contingenti ; ancora oggi l’invito si ripete e questa volta non abbiamo solo pochi pani e pochi pesci, ma anche una delega di governo della Nazione, da far valere per eseguire l’incarico cristiano.