Come costruire, contro il "Consenso di
Washington" - come è stata eufemisticamente chiamata l'imposizione del
modello neoliberista al continente americano (e al mondo intero) - il
"Consenso dell'Avana": un'alleanza di movimenti sociali fondata
"sulla prospettiva di integrazione solidale tra eguali per la conquista
della giustizia sociale e il benessere dei nostri popoli". Questo
l'obiettivo dell'Incontro continentale di lotta contro l'Area di libero commercio
delle Americhe (Alca), che si è svolta a Cuba dal 13 al 16 novembre, con la
partecipazione di 800 delegati di 34 Paesi (compresi Stati Uniti e Canada) e la
presenza, per tutta la durata dei lavori, di Fidel Castro. "Pensavo - è stato il commento
del "lider maximo" al termine dell'incontro - che l'Alca fosse
qualcosa di sbagliato, di sbagliatissimo, ma qui ho visto che è due volte
peggiore di quello che credevo".
L'incontro ha permesso ai rappresentanti di organizzazioni
e movimenti sociali, religiosi, sindacali, ambientalisti, indigeni e contadini
di stabilire l'agenda delle mobilitazioni contro quello che nella dichiarazione
finale - il cui titolo è proprio "Consenso dell'Avana" - viene
definito "un processo, già in marcia, di annessione e ricolonizzazione dei
nostri popoli". Manifestazione tra le più evidenti "della rapacità
imperialista", l'Alca non è che una versione ampliata del Trattato di
libero commercio del Nord america (Nafta) firmato da Stati Uniti, Canada e
Messico, stabilendo, come il Nafta, "i diritti privati delle
multinazionali al di sopra delle Costituzioni nazionali". Secondo il
documento, l'Alca spingerebbe i Paesi del Sud ad una corsa al ribasso in
materia di salari, protezione sociale, legislazione ambientale, per ottenere il
favore dei mercati e attrarre gli investimenti del Nord. Di più: "i
governi della grande maggioranza dei Paesi del continente perderebbero persino
la prerogativa di realizzare acquisti nel settore privato o pubblico della
propria nazione, anche se ispirati da interesse sociale o in vista dello
sviluppo del Paese, se le imprese transnazionali dimostrano che la loro offerta
è migliore in termini competitivi".
Secondo il leader del Movimento dei Senza Terra del Brasile
Joào Pedro Stedile,
gli Stati Uniti mirano, attraverso l'Alca, a mettere le mani (tra le altre
cose) sulla biodiversità del Sud, dieci volte maggiore che nell'emisfero Nord
ed elemento chiave nelle prospettive future di sviluppo. "L'Alca è come
una guerra in cui ci giochiamo la vita", ha dichiarato Stedile,
individuando nella mobilitazione contro l'Accordo di libero commercio la
priorità di lotta dei popoli latinoamericani.
È "un'opera delle tenebre", "un progetto di
morte contrario al Vangelo" ha definito l'Accordo il reverendo Medardo Gómez, vescovo
della Chiesa luterana di El Salvador.
Proprio per combattere tale progetto di
"nordamericanizzazione del mondo", i partecipanti all'Incontro hanno
proposto la creazione di un "fronte comune intorno a due grandi versanti:
la promozione di un'agenda continentale di integrazione
sociale, di sviluppo sostenibile e di lotta contro la disuguaglianza,
l'esclusione sociale e la povertà; la continuità e il rafforzamento di campagne
di mobilitazione popolare contro l'Alca", in sintonia con gli eventi del
Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre e le attività programmate dall'Alleanza
Sociale Continentale (la coalizione di organizzazioni promotrice delle
mobilitazioni contro l'Alca dell'aprile scorso in Québec). Tra le iniziative immediate
indicate nel "Piano di azione", la realizzazione di una campagna
continentale di informazione sugli obiettivi reali dell'Accordo; la
preparazione in tutto il continente di consulte popolari sull'Alca, "come
modo di coscientizzare e mobilitare i popoli ed esercitare pressioni sui
governi"; il rafforzamento della solidarietà tra i movimenti sociali,
anche allo scopo di denunciare ogni tentativo di criminalizzazione delle
proteste: tentativo in atto soprattutto dopo i fatti dell'11 settembre, quando
opporsi all'Alca - ha affermato il presidente della Commissione economica del
Parlamento cubano Osvaldo Martinez - significa attirarsi l'accusa di appoggiare
il terrorismo.
Grandi, infine, le aspettative riposte sul Forum Sociale
Mondiale in programma a Porto Alegre dal 31 gennaio al 5 febbraio prossimi:
"Credo - ha dichiarato Emir Sader - che stiamo cominciando a costruire un
nuovo umanesimo, un nuovo internazionalismo del XXI secolo, che al Che sarebbe
piaciuto molto vedere".
Da
ADISTA n.83/01