I MOSTRI DEL DOTTOR BANKESTEIN:
LA BANCA MONDIALE E GLI ALIENI CHE SI SONO MANGIATI L'ECUADOR

Gregory Palast

 

Chiamatemi pure bugiardo. Ero davanti all'Hilton di New York, un paio di settimane fa, quando la limousine del direttore del Fmi, Horst Kohler, mi è sfrecciata davanti, ha urtato un dosso e dalla vettura è volato fuori un plico, "Strategia di assistenza ai Paesi ad interim: Ecuador", sul quale spiccava la dicitura "Riservato – Da non divulgare". Forse non crederete che questo sia il modo in cui ho avuto quel documento, ma potete credermi quando vi dico che contiene la risposta ad una domanda che lascia perplessi.

 

All'interno dell’ Hilton, il professor Anthony Giddens spiegava ad un'attenta platea di allievi della London school of economics che "La globalizzazione è una realtà ed è accelerata dalla rivoluzione delle comunicazioni."

Però. Una bella rivelazione. La folla di freaks scatenati dai capelli verdi che sta manifestando davanti all'albergo contro il Fmi non ha capito niente. Giddens sembra dire che globalizzazione voglia dire far avere a tutti i contadini delle Ande un cellulare Nokia collegabile a Internet . La cosa che mi lascia perplesso è perché mai ci sarebbe della gente che vuole contestare questa allegra marcia verso un futuro globalizzato.

 

E così mi metto a sfogliare il rapporto del Fmi sull'Ecuador che mi è capitato fra le mani, alla ricerca di un capitolo su come le scuole dell'Ecuador vengano collegate alla rete mondiale. E invece, trovo un piano d'intervento segreto.

Entro il 1° novembre di quest'anno, al governo dell'Ecuador sarà imposto di aumentare dell'80 per cento il prezzo del gas per uso domestico, di eliminare 26.000 posti di lavoro e di ridurre del 50 per cento i salari di coloro che avranno conservato il lavoro, in quattro fasi successive, nei mesi che saranno indicati dal Fmi. Entro luglio, l'Ecuador incomincerà a trasferire la proprietà del suo maggiore sistema di distribuzione dell'acqua a degli operatori stranieri e garantirà all'Arco della British petroleum i diritti di costruire e possededre un gasodotto che attraverserà le Ande.

 

E questo è solo l'aperitivo. Complessivamente, le 167 condizioni per il prestito dettate dal Fmi assomigliano meno a un Piano di aggiustamento che a una bozza per un colpo di stato finanziario. Il Fmi controbatterebbe di non avere scelta. Dopotutto, l'Ecuador è in rovina, grazie all'implosione delle banche commerciali della nazione. Ma come ha fatto l'Ecuador, che è membro dell'Opec e ha dei guadagni che permetterebbero di accumulare delle riserve, a ritrovarsi in quella situazione? Per capirlo dobbiamo risalire al 1983, quando il Fmi costrinse il governo dell'Ecuador a farsi carico degli enormi debiti privati accumulati dall'élite del paese nei confronti delle banche straniere. Per questo intervento di emergenza ai finaziatori Usa e stranieri, il governo ecuatoriano ricorse ad un prestito di un miliardo e mezzo di dollari.

 

Per fare in modo che l'Ecuador potesse pagare questo debito, il Fmi impose degli aumenti del prezzo dell'elettricità e di altri generi di prima necessità. E quando questo piano non riuscì a produrre abbastanza contante, l'ennesimo Piano di assistenza impose allo stato di eliminare 120 mila posti di lavoro.

Inoltre, mentre cercava di far fronte alla montagna di obblighi nei confronti del Fmi,

l'Ecuador commise l'imperdonabile errore di "liberalizzare" il suo piccolissimo mercato finanziario, dando mano libera alle banche che, senza nessun controllo da parte del governo, fecero esplodere il debito privato e i tassi d'interesse. Chi ha spinto l'Ecuador in questa follìa con un sistema bancario di libero mercato? Vi do un piccolo aiuto: le iniziali sono F, M e I. Impose la liberalizzazione come condizione per l'ennesimo delirante Piano di aggiustamento. I dati di questo penoso resoconto vengono da un rapporto ad uso interno del Fmi sul quale spicca la scritta "Per favore, non citare". Fate finta che non lo abbia fatto.

 

Il Fmi e la sua tirapiedi, la Banca mondiale, hanno dato una mano scivolosa a un gran numero di paesi nel mondo. Prendiamo la Tanzania. Oggi, in quel paese africano, 1 milione e 400 mila persone si stanno preparando a morire. Sono l'8 per cento della popolazione e hanno contratto il virus dell'Aids. Il Fondo monetario e la Banca mondiale sono venuti in loro aiuto con una brillante idea da libero mercato: hanno chiesto alla Tanzania di far pagare le visite ospedaliere, che prima erano gratuite. Da quando la Banca ha imposto questa misura, il numero dei pazienti curati nei tre maggiori ospedali di Dar Es Salaam è diminuito del 53 per cento. Si vede che la cura della Banca mondiale funziona

 

Il Fmi e la Banca mondiale hanno anche imposto alla Tanzania di far pagare le tasse scolastiche. Ora la Banca si meraviglia che la frequenza scolastica sia passata dall'80 per cento al 66 per cento.

Complessivamente, la Bm e il Fmi hanno 157 consigli utili per la Tanzania. Nello scorso aprile, il governo della Tanzania ha dato segretamente il suo accordo a tutte quelle misure. Si trattava di firmare o crepare di fame. Nessun paese in via di sviluppo può avere prestiti in valuta pesante senza la benedizione del Fmi (con l'eccezione della Cina, la cui produzione cresce del 5 per cento l'anno grazie ad una meticolosa applicazione di misure diametralmente opposte a quelle del Fmi).

La Banca Mondiale e il Fmi hanno il controllo sull'economia della Tanzania dal 1985. A quanto pare, quando hanno preso in mano la situazione la Tanzania era un paese socialista che versava nella miseria, nella malattia e nei debiti. Gli esperti di neo-liberismo della Banca non sprecarono tempo e provvidero immediatamente ad abolire le barriere doganali, a ridurre i sussidi del governo e a svendere le industrie di stato. I governanti-ombra delle banche fecero miracoli. Secondo l'osservatrice della Banca mondiale Nancy Alexander, della "Globalization challenge initiative" ("Iniziativa per il progetto globale", ndr), in soli quindici anni il Pil della Tanzania è crollato da 309 dollari a 210 dollari pro-capite, il tasso di alfabetizzazione sta calando e la percentuale di popolazione che versa ormai in condizioni di povertà assoluta ha raggiunto la vertiginosa cifra del 51 per cento.

 

Tuttavia, nonostante gli sforzi neo-liberisti, la Banca mondiale non è riuscita a far sì che la popolazione della Tanzania si gettasse anima e corpo nel gioco del libero mercato. Nello scorso giugno la Banca riferiva la propria delusione: una delle eredità del socialismo è che la gente continua a credere che lo stato abbia un ruolo fondamentale nella promozione dello sviluppo e nella fornitura di servizi sociali.

La Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale sono nati nel 1944, con il compito, semplice e meritevole, di finanziare la ricostruzione e i progetti di sviluppo del dopoguerra (la Banca mondiale) e di prestare valuta pesante bancaria alle nazioni afflitte da temporanei deficit della bilancia dei pagamenti (il Fmi).

Poi, a partire del 1980, avviene una strana mutazione. All'inizio degli anni '80, le nazioni del Terzo mondo, dissanguate da un aumento di cinque volte tanto del prezzo del petrolio e da un pari aumento degli interessi in dollari dei loro debiti, si presentano con le loro ciotole a mendicare presso la Banca mondiale e il Fondo monetario. Ma invece di un alleggerimento del debito, ricevono Piani di aggiustamento strutturale che prevedono in media una lista di 114 "condizioni" in cambio di capitale. Mentre i particolari variano da paese a paese, in tutti i casi, la proroga del debito dipende da una serie di decreti che impongono l'eliminazione delle barriere commerciali, la vendita dei beni nazionali a investitori stranieri, la drastica riduzione della spesa sociale e l'imposizione della flessibilità nel lavoro (leggi "eliminazione dei sindacati").

 

Alcuni sostengono che la perniciosa svolta nella Banca mondiale e nel Fmi è il risultato dell'elezione in quello stesso anno di Ronald Reagan alla presidenza, del maggiore potere acquisito da Margaret Thatcher e dell'inizio della spinta liberista in politica. (Dalle mie fonti, risulta che il Fmi e la Bm furono conquistati da un alieno di nome Larry. E' ovvio che quel "Larry" Summers, un tempo capo economista della Bm ed ora Segretario al Tesoro Usa, è in realtà un inviato degli extra-terrestri, mandato sulla terra con il compito di fare dell'umanità una fonte di proteine a basso costo. Ma sto andando fuori tema.)

 

E cosa hanno ottenuto gli Alieni con le ricette di libero mercato della loro Assistenza strutturale? Un articolo di Samuel Brittens apparso nel "Financial Times" della settimana scorsa affermava che i nuovi mercati del capitale mondiale e del libero scambio hanno avuto come conseguenza "un aumento senza precedenti degli standard di vita nel mondo". Britten cita l'enorme crescita del Pil pro-capite, la durata media della vita e l'alfabetismo nel mondo meno sviluppato dal 1950 al 1995.

 

Ma un momento. Fino al 1980, quasi tutte le nazioni da lui prese in considerazione avevano uno stato socialista o assistenziale. Si sono sviluppate sul modello del "sostituto d'importazione", secondo il quale le industrie nazionali producevano grazie agli investimenti del governo e a tariffe alte, anatema per i fautori del libero mercato. In quelle epoche oscurantiste di sempre maggiori controlli e proprietà statali (1960-1980), il reddito pro-capite crebbe del 73 per cento in America Latina e del 34 per cento in Africa. Invece, dal 1980, la crescita dell'America latina si è praticamente arrestata, con aumento solo del 6 per cento in 20 anni, mentre i redditi africani sono diminuiti del 23 per cento.

 

Ed ora contiamo i cadaveri. Dal 1950 al 1980, le politiche di assistenza pubblica messe in atto dagli stati socialisti e assistenziali hanno aumentato di oltre dieci anni la durata media della vita in quasi tutti i paesi del mondo. Dal 1980 a oggi, la vita nel regno dell'Aggiustamento strutturale si è fatta più dura e più breve. Dal 1985, il numero complessivo degli analfabeti è aumentato e la durata media della vita sta diminuendo in quindici paesi africani, fatto che Britten attribuisce "alla sfortuna (e non) al sistema economico internazionale". Negli ex paesi sovietici, dove i piani d'urto del Fmi e della Banca mondiale riscuotono ancora fiducia, la durata media della vita è addirittura precipitata e ogni anno muoiono un milione e 400mila persone in più nella sola Russia.

 

Dobbiamo riconoscere, però, che la Bm e il Fmi stanno cambiando. Ora non emanano più i temuti "Piani di aggiustamento strutturale". Ora li chiamano "Strategie per la riduzione della povertà". Questo ci fa sentire molto meglio, vero?

Ultimamente, la Bm e il Fmi hanno preso in esame i frutti della globalizzazione. Nel suo "Rapporto mondiale" dello scorso aprile, il Fmi ha ammesso che "negli ultimi decenni, quasi un quinto della popolazione mondiale, ha regredito. "Si può affermare," ammette il Fmi, "che si tratta di uno dei più grandi fallimenti economici del XX secolo". E questa, caro professor Giddens, sì che è una realtà.