CRITICA DELLA RAGIONE CINICA
di Frei Betto, da "IL
CHICCO DI SENAPE" nr.2/97
Si puo' dividere questa critica in otto parti e tre colonne, la prima si
chiama LIBERISMO, la seconda NEOLIBERISMO e le terza LA RISPOSTA DEGLI ESCLUSI.
Il liberismo parlava di
sviluppo, oggi nessuno parla di sviluppo. La parola oggi e' modernizzazione.
Sviluppo era una parola magica perche' anche noi ci sentivamo compresi in
questa parola, con la speranza che i poveri avrebbero ottenuto migliori condizioni
di vita.
Modernizzazione ha una forte
caratteristica tecnocratica e si traduce nella priorita' della tecnologia dei
mezzi di produzione, causando un problema universale che e' la disoccupazione e
percio' aumentando il livello di poverta' del pianeta.
Oggi la conseguenza per gli
esclusi e' la poverta' crescente; 5 miliardi e 600 milioni di persone, due
miliardi hanno fame e il numero non e' maggiore grazie al socialismo cinese.
Nonostante tutti gli errori del socialismo cinese, nonostante i massacri della
Piazza Celeste, la maggioranza dei cinesi puo' alimentarsi almeno una volta al
giorno.
Nel liberismo parlavamo di
marginalizzazione, si poteva sognare di tornare al centro. Il neoliberismo
parla cinicamente di esclusione, se si e' esclusi da un'istituzione non c'e'
nessuna possibilita' di ritorno. La frase piu' cinica di questo secolo e'
quella del giornalista ed economista americano Samuelson che ha scritto sul
Newsweek: "la guerra contro la poverta' e' terminata ed i poveri hanno
perso". Cioe' il capitalismo non deve mai preoccuparsi del problema della
poverta', la poverta' e' un effetto naturale dell'avanzare del sistema
capitalista. Cioe' il processo di accumulazione sara' possibile solo se sara'
accettato naturalmente il processo di esclusione.
La risposta degli esclusi e' la
compressione geografica che essi esercitano sul mondo dei ricchi, ossia il
fenomeno della migrazione verso il primo mondo. E cosi', dopo che il primo
mondo ha distrutto il muro di Berlino, sara' necessario costruire infiniti muri
neoliberali per proteggere Milano, Parigi, New York dall'accesso dei poveri. La
divisione Nord-Sud non e' piu' una divisione geografica, e' una divisione che
si verifica in ciascuna delle citta' del mondo nelle quali i poveri cercano una
vita migliore e nelle quali i ricchi crecano il sistema per escludere questi
poveri, ma nessuno cerca di cercare una struttura sociale che superi questa
divisione.
Nel liberismo parlavamo di
produzione, nel neoliberismo parlavamo di speculazione. Se si ha un capitale,
non e' importante sapere che cosa voi producete, ma come si moltiplica il
capitale. Oggi si calcola che ogni giorno 30 miliardi di dollari via computer
percorrono il pianeta, dalla Borsa di Milano a quella di Tokio a quella di New
York, e cosi' via.
Se la logica e' l'accumulo del
capitale, anche gli esclusi sono partecipi di questa logica: per prima cosa
bisogna ricorrere a tutti i mezzi per affrontare questa separazione del denaro,
compresi i sistemi criminali per nulla produttivi e fuori dal controllo dei mercati
internazionali.
Io parlo specificatamente del
narcotraffico; si calcola che il narcotraffico muova 50 miliardi di dollari
ogni anno. Il problema del narcotraffico sta piu' nei suoi consumatori che nei
suoi produttori. Ci sono migliaia di persone che nel Peru', in Bolivia e nella
Colombia sopravvivono grazie al narcotraffico. Il problema si trova dall'altra
parte, perche' nelle nostre societa' tanto evolute c'e' tanto consumo di droga.
La risposta e' molto semplice, perche' quando Fukuyama disse che la storia era
finita egli stava dicendo che il sogno era finito, ma come dice il Poeta,
"la nostra fame di bellezza e' infinita". E se la societa' non ci
offre utopie, se le religioni non ci offrono una mistica, perche' non provare
con le droghe che ci permettono di superare questa realta' tanto
conflittuale...
Negli USA sono 300 le tonnellate
di droga, cocaina, consumate ogni anno, con la media di mille chili al giorno.
Nel liberismo si parlava di
necessita' umane, nel neoliberismo si parla di mercato. Oggi tutto ha valore se
ha valore il mercato, e il mondo si divide fra quelli che stanno nel mercato e
la grande maggioranza che sta fuori dal mercato. Quelli che possono consumare
si sentono nel regno di Dio, quelli che devono comperare a rate si sentono in
purgatorio, e quelli che non possono comperare sono all'inferno.
La risposta degli esclusi e' la
critica alla dichiarazione dei diritti umani: la dichiarazione in se' stessa e'
una conquista importante, ma il suo contenuto e' borghese, e dobbiamo fare molta
attenzione e cercare di non sacralizzare la dichiarazione perche' e' molto
limitata: essa tratta dei diritti umani molto genericamente, non tratta dei
diritti sociali, non parla di diritti ecologici, e non contiene i diritti
uomo-donna. Risultato, abbiamo la dichiarazione dei diritti umani, ma nessuno
si preoccupa del fatto che gli USA abbiano annesso Portorico al loro
territorio, o che perpetuino il blocco cubano, e le persone credono che sia
normale che intervengano nelle lotte sociali dell'America Latina, o che faccia
campagna elettorale aggredendo la Libia o l'Iraq, e che si disinteressi alle
guerre d'Africa, al conflitto della ex Yugoslavia. La risposta a questa
idolatria del mercato e' ampliare i diritti dell'uomo e della donna, includendo
i diritti alla terra, i diritti cosmici e cosi' via.
Il liberismo aveva un'apparente
attenzione ai problemi sociali, il neoliberismo dice che conta una tecnologia
di punta.
Gli esclusi rispondono con forme
piu' intelligenti di organizzazione, soprattutto organizzazioni che tengono
conto di questa tecnologia di punta, per esempio la lotta di Greenpeace o la
lotta degli zapatisti del Chiapas che lavorano via internet, per cui questi
mezzi tecnologici sono mezzi utili alla lotta degli esclusi.
Il liberismo voleva richiamare
l'attenzione sulla funzione sociale della proprieta' dello stato, il
neoliberismo parla di privatizzazione. E' necessario privatizzare tutto: le
imprese, i srvizi, la salute, le scuole, le spiagge. (...)
Intanto la risposta degli
esclusi e' di riproporre la questione dell'etica, soprattutto nella politica, a
la funzione dello stato come responsabile del benessere della maggioranza della
popolazione.
Il liberismo parlava di cultura,
il neoliberismo abbandona il concetto di cultura per il concetto di
intrattenimento. La televisione in molti dei nostri paesi fa solo
intrattenimento e non cultura. L'intrattenimento e' il risultato della logica
di decontestualizzazione; quanto piu' io ignoro il contesto in cui vivo, tanto
meglio e' per il sistema; quanto piu' entro nella logica della frantumazione
dei fatti, tanto meglio e' per il sistema. Perche' e' bene per il sistema che
io non sappia qual'e' il legame tra i Kurdi, Saddam Hussein e le elezioni di
Clinton negli USA; apparentemente sulla stampa non c'e' nessun legame tra una
cosa e l'altra.
Pericoloso per il sistema e'
quando noi sappiamo collegare, relazionare questi fatti. La risposta degli
esclusi e degli oppressi e': primo, grazie al marxismo, lavorare sulle cause
dei fenomeni storici e, secondo, stabilire le relazioni fra i fenomeni storici.
Nel liberismo si accentuava il
concetto di nazione; nel neoliberismo si accentua la globalizzazione.
Globalizzazione significa imposizione del modello del "primo mondo"
sul resto dell'umanita'; (...) la globalizzazione, grazie alla tecnologia, e'
la pastorizzazione della societa' nel senso di avere tutti gli stessi gusti, la
stessa sensibilita', scegliere lo stesso vino, la stessa musica. La diversita'
non puo' essere soggettiva ma deve essere oggettiva, esterna, cioe' i nostri
gusti devono essere uguali, ma dentro lostesso gusto possiamo scegliere
differenti marche del prodotto. La risposta degli esclusi e' unire i legami di
solidarieta' internazionale.
[fonte Rete Radie' Resch, Atti del convegno "La resistenza degli
esclusi", Rimini 27-29/9/96]