LE BELLE EUCARESTIE DEI GIORNI DI FESTA

E I MILIONI DI MORTI DI FAME DEI GIORNI FERIALI

 

Anno C-17 giungo 2001

Festa del corpo e del sangue del Signore

(Gen 14, 18-20; Sai 109; 1 Cor 11, 23-26; Le 9, 11-17)

"Tutti mangiarono e si saziarono"

 

La moltiplicazione dei pani non è un bel miracolino compiuto da Gesù per manifestare il suo potere. È un racconto, carico di "riletture" che lascia intravedere (ad un occhio critico ed attento) la prassi liberatrice di Gesù in quella sua Galilea, vittima del brutale imperialismo romano e dell'aristocrazia sacerdotale di Gerusalemme, nonché del regime oppressivo di Erode Antiopa che aveva in costruzione ben due capitali: Sepporis e Tiberiade (sembra che i Galilei pagassero ben tre tasse!). La conseguenza era la miseria, il latifondismo, la fame, le malattie, l'emarginazione...

 

"Gesù accolse la folla e prese a parlare loro del Regno di Dio e a guarire”

 

II termine Regno di Dio è linguaggio apocalittico mutuato dai libro di Daniele (165 a.C.) da cui Gesù aveva anche preso il "Figlio dell'uomo" che diventerà il nome del suo movimento in quella "Galilea delle genti". 

 

Così facendo, Gesù non faceva che rilanciare, utilizzando il vocabolario apocalittico (dato che vive all'ombra dell'Impero), l'antico Sogno di Dio affidato a Mosè.

 

Yahvè sogna per il suo popolo un'economia di uguaglianza dove i beni sono a beneficio dei tanti che per essere realizzata però ha bisogno di una politica di giustizia. Questo Sogno è l'espressione di una fede in Yahvè come il Dio non del Sistema ma delle vittime del Sistema: gli oppressi, gli schiavi...

 

È questo il Regno che Lui annuncia in quella Galilea schiacciata dall'imperialismo romano. Come Mosè, uscito con il suo popolo dall'economia imperiale di Faraone, nel deserto "prova" la fede del suo popolo nel Gran Sogno di Dio.  

 

La storia della manna nel deserto è una parabola dell'economia alternativa (Es. 16).

Per prima cosa ogni famiglia è invitata a raccogliere solo quello che occorre per il proprio bisogno. Secondo, quel pane non può essere accumulato. Terzo, l'osservanza del Sabato che intende ricordare ogni settimana i due principi fondamentali dell'economia: l'obiettivo del "sufficiente" per tutti e la proibizione dell'accumulo. "Questa visione, afferma Ched Mayers, è il contrario delle leggi della nostra economia. E la nostra incredulità è umoristicamente anticipata nella storia stessa della manna che in ebraico significa: 'Che cos'è questo?'" (Es. 16,15).

 

Nel nuovo "deserto" della Galilea al "declinare" del giorno (come non ricordare lo spezzare del pane con i due discepoli di Emmaus!) Gesù rifiuta la soluzione dei discepoli ("Congeda la folla!) e li sfida: "Dategli da mangiare". È una sfida enorme, una sfida messianica.

 

I discepoli non hanno fede: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci" - "Fateli sedere per gruppi di cinquanta". Come aveva fatto Mosè nel deserto.. Piccoli gruppi, piccole comunità. Ce n'è per tutti purché impariamo a spezzare il Pane!

 

Gesù non aveva inventato lo "spezzare il Pane" anche se era diventato il suo gesto più caratteristico. Il logo del movimento. Gesù l'aveva mutuato dalla cena ebraica della Pasqua quando il padre di famiglia spezzava il pane con la moglie e i figli, segno profondo del dono di sé (questo pane guadagnato col sudore della fronte, perché tutti potessero vivere) Gesù l'aveva fatto il simbolo dei gruppi e delle comunità della Galilea che lavoravano per rinnovare Israele, perché rifiorisse il Gran Sogno di Dio.

 

Bonhoeffer, il grande giovane martire antirazzista e antinazista, aveva espresso questo particolarmente: Fratello, se tu comperi un pezzo di pane e te lo pappi tutto, tu avrai la pancia piena, ma i tuoi figli a casa saranno con la pancia vuota.

 

Il problema della fame di oggi ha le sue radici qui: il 20% del mondo si pappa l'83% dei beni di questo mondo. Basterebbe così poco a risolvere il problema della fame!

 

Per far capire a tutti la somma importanza di quest'azione-simbolo di Gesù. le prime comunità cristiane hanno utilizzato le stesse parole che Gesù ha usato all'ultima Cena e ora i cristiani usano nelle loro eucaristie domenicali.

 

"Egli prese, benedisse, spezzò, diede". Questo per sottolineare l'importanza fondamentale di questo gesto (è il cuore del Vangelo!), ma anche per ricordare a tutti coloro che celebrano l'eucaristia che se non spezzano il pane nella vita quotidiana non celebrano alcuna eucaristia!

 

È incredibile per di più che la moltiplicazione dei pani è narrata per ben 6 volte nei Vangeli ( due volte in Matteo, due in Marco, una in Luca, una in Giovanni). Nessun altro episodio della vita di Gesù riceve così tanta attenzione. Nemmeno l'ultima cena (solo 3 racconti!): Giovanni la sostituisce con la lavanda dei piedi.

 

Le prime comunità cristiane hanno ritenuto la moltiplicazione dei pani il cuore del Vangelo come per Gesù fu lo "spezzare il pane".

 

È una parola dura questa per le nostre comunità cristiane che celebrano con così tanta disinvoltura le eucaristie domenicali. È un duro ammonimento per le nostre eucaristie di piccoli berlusconiani d'Italia! E questo davanti ai poveri che diventano sempre più poveri, davanti a 40 milioni di uomini che muoiono di fame ogni anno.

 

Korogocho è qui per ricordarmelo e per ricordarvelo...

 

Alex Zanotelli (missionario a Korogocho)