Le regole di Mani tese per il nuovo millennio

 

Il tutto il mondo crescono povertà e disuguaglianze sociali e in continenti come l’Africa la speranza di vita si è accorciata, dal ’75, di quasi dieci anni. Il bilancio tracciato dal convegno internazionale di mani tese non è certo roseo. Riunite a Firenze dal 18 al 20 marzo, oltre 1500 persone hanno cercato insieme le “Nuove regole per il nuovo millennio”, come indicava lo slogan dell’incontro. «Regole che rimettano al primo posto la persona», ha spiegato Angela Comelli, presidente dell’associazione, «che impediscano lo sfruttamento dei minori, le speculazioni finanziarie, la distruzione della foreste e dei fiumi. Che dicano quanto sia immorale che la biotecnologia per i pomodori a lenta maturazione abbia la precedenza sulla ricerca per debellare la tubercolosi». Secondo il rapporto 1999 sullo sviluppo stilato dall’Undp, le 200 persone più ricche del mondo incrementano i loro guadagni di 500 dollari al secondo lucrando, tra l’altro, sulle speculazioni finanziarie. «Tassando, seppur di poco, gli scambi valutari che non producono ricchezza reale, ma incrementano i guadagni degli speculatori», ha sostenuto l’economista Alex Michalos, «si potrà arginare la crescita della povertà». E’ stato calcolato che gli introiti della cosiddetta Tobin Tax (dal nome dell’economista che la propose nel 1972) potrebbero variare dai 150 ai 300 miliardi di dollari l’anno. Cifra che consentirebbe, secondo i calcoli della Banca Mondiale e dell’Onu, di eliminare le peggiori forme di povertà e degrado ambientale. Per questo Mani tese, referente italiano della campagna lanciata in tutto il mondo da Attac (Azione per una “Tobin Tax” di aiuto ai cittadini), ha insistito molto sulla necessità di intervenire sulle speculazioni facendo pressione, tutti insieme, sui potenti della terra. Susan Gorge, presidente dell’Osservatorio sulla mondializzazione, ha caldeggiato la mobilitazione comune: «Alleanze internazionali tra movimenti di base, campagne di boicottaggio e una costante informazione della società civile», ha detto concludendo i lavori del convegno, «sono le armi per costringere chi regge le sorti del mondo a cambiare rotta. La strada giusta è quella cominciata con le proteste di Seattle contro il “millennium round”. Oggi il WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio, è alle corde e la società civile può sconfiggere il neoliberismo globalizzato.

 

Annachiara Valle

JESUS aprile 2000

 

 

NOTE : a metà di aprile, il parlamento europeo ha respinto, per pochi voti, la proposta di introduzione della Tobin Tax. Molti parlamentari italiani, anche del centrosinistra, hanno votato contro o non hanno partecipato alle votazioni.

 

 

 

Cos’è la TOBIN TAX – fonte Mani Tese

 

 

La liberalizzazione dei mercati finanziari ha portato ad una crescita abnorme dell'economia finanziaria rispetto all'economia reale (il rapporto è di 80 a uno!). Ogni giorno sui mercati dei cambi vengono scambiati 1800 miliardi di dollari, di cui più del 95% è collegato ad attività di natura speculativa.

Questo genera un forte clima di incertezza economica e di instabilità, di cui le recenti crisi finanziarie internazionali sono solo l'ultimo esempio. E' urgente che i governi introducano meccanismi di controllo di fenomeni deleteri come la speculazione, promuovano crescita e stabilità economica e distribuiscano in maniera più equa il gettito fiscale. Una misura che può essere considerata come un primo, ma importante passo verso una riforma globale del sistema finanziario internazionale è un'imposta del tipo Tobin. Si tratta di un prelievo limitato, pari allo 0,1 -0,5% da applicare a tutte le transazioni valutarie. Un'aliquota così bassa non disincentiverebbe gli investimenti produttivi e di medio-lungo periodo, mentre renderebbe più costosi quelli speculativi e di breve periodo, contribuendo a disincentivarli. Secondo una stima prudente, attraverso questa tassa, si potrebbero raccogliere tra i 90 e i 100 miliardi di dollari l'anno, una cifra che corrisponde al doppio di quanto viene oggi destinato alla cooperazione allo sviluppo. Il gettito sarebbe raccolto a livello nazionale dalle Banche Centrali che ne tratterrebbero fino all'80% per attività nazionali (servizi sociali, programmi per l'occupazione), destinando poi il restante 20% per attività internazionali (cooperazione, tutela dell'ambiente, ecc.).

 

Già nel 1972 James Tobin (premio Nobel per l'Economia nel 1981) propose l'imposizione di una piccola imposta sulle transazioni valutarie i cui obiettivi erano quelli di promuovere l'efficacia delle politiche macroeconomiche e di ridurre la speculazione.

Una tale tassa svolgerebbe una funzione deterrente per gli investitori con orizzonti temporali molto brevi, senza danneggiare gli operatori economici che pianificano investimenti a lungo periodo. Scoraggiare le transazioni di breve periodo porta ad una maggior stabilità nei mercati finanziari e dei cambi.

Inoltre, l'introduzione di una tassazione sui movimenti di capitale, ha come effetto indotto una maggior trasparenza delle operazioni finanziarie, soprattutto di quelle speculative a breve termine, e questo è il motivo dello scarso seguito ottenuto finora da tale proposta. Va ricordato anche che di recente il Parlamento canadese ha adottato una risoluzione che impegna il proprio governo a sostenere la Tobin Tax nell'ambito delle discussioni del G8.

 

Chiediamo:

che il governo italiano sostenga l'introduzione di una imposta sulle transazioni finanziarie (tipo Tobin Tax) e che il gettito prodotto da questa imposizione sia destinato per l'80% a livello nazionale e per il restante 20% a finalità internazionali per lotta alla povertà e tutela dell'ambiente

- che il governo italiano si faccia promotore di una tale iniziativa anche negli ambiti istituzionali internazionale dove è rappresentato.

 

 

 

Piattaforma di ATTAC

 

La globalizzazione finanziaria aggrava l'incertezza economica e la disuguaglianza sociale. Essa compromette e limita le possibilità di autodeterminazione degli individui, le istituzioni democratiche e la sovranità nazionale a favore del cosiddetto interesse generale e le sostituisce con logiche meramente speculative che tutelano esclusivamente gli interessi delle imprese multinazionali e dei mercati finanziari.

A fronte di una trasformazione economica e sociale presentata come ineluttabile, i cittadini ed i loro rappresentanti si vedono privati del potere di decidere del proprio destino. Tale situazione favorisce il proliferare di formazioni politiche antidemocratiche. Diventa perciò necessario arrestare tale processo creando dei nuovi strumenti di regolamentazione e di controllo a livello nazionale, europeo ed internazionale. L'esperienza suggerisce che i governi non saranno disposti ad adottare provvedimenti in tale senso senza lo stimolo di gruppi di pressione: per evitare il doppio fallimento di una implosione sociale e di una sconfitta politica è dunque necessaria una presa di coscienza civica che si traduca in un impegno militante.

La completa libertà di circolazione dei capitali, i paradisi fiscali e l'esplosione del volume delle transazioni speculative costringono gli Stati ad un atteggiamento di sudditanza nei confronti dei grossi investitori. In nome della modernità, 1500 miliardi di dollari sono negoziati ogni giorno sul mercato dei cambi alla ricerca di un profitto immediato, senza alcun rapporto con le dinamiche produttive e commerciali dei beni e servizi. Tale evoluzione accresce permanentemente i guadagni derivanti dal capitale a tutto svantaggio di quelli derivanti dal lavoro, la generalizzazione della precarietà e l'inasprimento della povertà.

I lavoratori dipendenti, in nome di una presunta sicurezza, sono "invitati" a convertire il proprio sistema pensionistico in un meccanismo di fondi pensione che contribuisce a soggiogare sempre più le proprie aziende al solo imperativo della profittabilità immediata, ad aggravare le condizioni di lavoro, a estendere la zona di influenza della sfera finanziaria ed a convincere i cittadini dell'obsolescenza degli strumenti solidaristici fra le nazioni, gli individui e le generazioni.

Con il pretesto di favorire lo sviluppo economico e l'occupazione, i paesi OCSE non hanno rinunciato a sottoscrivere un Accordo Multilaterale sugli Investimenti (AMI) che attribuirà tutti i diritti agli investitori ed imporrà tutti i doveri agli Stati. Contemporaneamente, la Commissione europea ed alcuni governi intendono perseguire la loro crociata a favore del libero scambio per la realizzazione di un Nuovo Mercato Transatlantico (NTM) che tende apertamente ad affermare l'egemonia degli Stati Uniti ed a smantellare la politica agricola comunitaria.

La maggior parte degli ingranaggi di questa meccanismo produttore di disuguaglianza, sia fra il Nord ed il Sud che all'interno degli stessi paesi industrializzati, può ancora essere bloccata. Troppo spesso il pretesto della fatalità si basa sulla silenzio imposto agli organi di informazione rispetto a soluzioni alternative. E' per questa ragione che le istituzioni finanziarie internazionali ed i maggiori mezzi di informazione (di cui i beneficiari della globalizzazione, spesso, sono proprietari) non hanno dato alcuno spazio alla proposta dell'economista americano James Tobin, premio Nobel per l'economia, di tassare le transazioni speculative sul mercato delle valute. Anche fissata ad un tasso particolarmente basso dello 0,05%, la tassa di Tobin sarebbe in grado di raccogliere circa 100 miliardi di dollari all'anno. Applicata, principalmente, nei paesi industrializzati, dove sono localizzate le grandi piazze finanziarie, questa somma potrebbe essere versata alle organizzazioni internazionali per la lotta contro la disuguaglianza, per lo sviluppo dell'educazione e della salute pubblica nei paesi poveri, per la sicurezza in campo alimentare e lo sviluppo duraturo. Tale dispositivo sarebbe in grado di mettere della sabbia negli ingranaggi della speculazione. Alimenterebbe delle logiche di resistenza, attribuirebbe nuovamente dei margini di manovra al cittadini ed agli Stati e, soprattutto, significherebbe che la politica ritornerebbe ad assumere il ruolo centrale che le spetta.

A tale fine, gli aderenti all'associazione ATTAC (Azione per una Tassa di Tobin d'Aiuto al Cittadini) si propongono di diffondere le informazioni per un'azione comune sia nei rispettivi paesi che a livello europeo ed internazionale. Al fine di bloccare la speculazione internazionale, di tassare i guadagni di capitale, di sanzionare i paradisi fiscali, di impedire la diffusione generalizzata dei fondi pensione e, in generale, di riconquistare gli spazi perduti dalla democrazia a vantaggio della sfera finanziaria e di opporsi alla rinuncia della sovranità degli Stati al pretestuosi "diritti" degli investitori e dei mercati. Si tratta semplicemente di riappropriarci insieme dell'avvenire del nostro mondo.

 

Mani Tese è referente italiano di ATTAC

 

 

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