GUAI A VOI, GLOBALIZZATORI

Vimal Tirimanna

 

Omelia Anno C ‑ 11 febbraio 2001 ‑ VI Domenica del Tempo Ordinario

 

"Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione"

Nel Vangelo di oggi, troviamo ciò che i biblisti chiamano la "carta" degli insegnamenti di Gesù. I biblisti concordano pure sul fatto che queste frasi di Gesù (riportate anche in Matteo, ovviamente in forma diversa) costituiscono il discorso originale di Gesù Cristo, capace di attirare le persone a lui, in modo travolgente. Le beatitudini non sono solo molto ordinarie ma sono anche molto straordinarie. Sono reali, ma appaiono essere anche molto irreali, specialmente nel mondo di oggi. Eppure, questo è il paradosso della Buona Novella: chiunque voglia essere discepolo di Gesù deve viverle quasi alla lettera.

 

Un'analisi approfondita ci mostra che ciascuna delle beatitudini e delle invettive è al presente e anche al futuro. Sono date nell"'ora" e nel "ciò che deve venire". In altre parole, implicano chiaramente che c'è una netta connessione tra quello che facciamo ora e le conseguenze nel tempo futuro. Le quattro invettive, che sono esclusiva di Luca, confermano tale interpretazione del brano.

 

Nella versione lucana delle beatitudini, c'è un chiaro sbilanciamento a favore dei poveri e degli impoveriti di questo mondo. Così, nella prima beatitudine leggiamo: "Beati i poveri perché di essi è il Regno dei cieli". L'invettiva corrispondente recita: "Guai a voi ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione". Queste beatitudini ed invettive dovrebbero far tremare molti di noi. Ci fanno tremare ancora di più nell'attuale contesto della globalizzazione che ha reso i poveri più poveri e i ricchi più ricchi. Fa davvero paura persino pensare che la povertà è causata e resa più grave dal fenomeno della globalizzazione delle economie. Ancora peggio è sapere che la globalizzazione non accade per caso e neppure è ineluttabile, ma è voluta e perseguita dall'uomo! Alcuni giustificano il fenomeno della globalizzazione dicendo che ha portato immensi benefici al mondo. Sembra che questi ignorino del tutto le statistiche (che non possono essere negate) secondo le quali ogni giorno nel nostro mondo globalizzato, milioni di esseri umani si aggiungono all'infinita lista dei poveri e degli impoveriti. Solo per soddisfare l'avidità e l'avarizia di pochi nel mondo, le vaste moltitudini sono povere! Di sicuro, se Gesù dovesse ripetere le beatitudini e le invettive nel nostro mondo contemporaneo, le modificherebbe in questo modo: "Beati coloro che sono vittime della globalizzazione" e "Guai a voi che traete beneficio dalla globalizzazione".

 

Qual è la nostra risposta in un mondo diviso tra ricchi e poveri, con ripercussioni drastiche? Preferiamo ignorare la realtà e annullare le nostre coscienze? Dovremmo dire: "Beh, è un fenomeno che va oltre il nostro controllo, e quindi cosa possiamo farci?". Mark Twain disse molto tempo fa: "Questa generazione dovrà pentirsi non soltanto per le parole al vetriolo e le azioni delle persone cattive, ma soprattutto per l'abulico silenzio di quelle perbene." La miseria e l'agonia di milioni di nostri fratelli e sorelle in questo mondo non sono fuori del nostro controllo. Se solo ci convincessimo e dessimo l'avvio ad uno stile di solidarietà e di fratellanza, la loro redenzione sarebbe a portata di mano. La nostra negligenza, il nostro silenzio, la nostra indifferenza possono contribuire a mantenerli in quella miseria per sempre.

 

Qual è la nostra risposta?

 

Ogni eucaristia è memoria dell'immenso dono di Gesù, fino al punto di donare il suo corpo e il suo sangue. All'eucaristia di oggi, chiediamo al Signore di prendere quello spirito di condivisione dall'altare, di portarlo nel nostro mondo e di metterlo in pratica nella nostra vita quotidiana.