"CARO ALEX", "CARO WALTER",
BOTTA E RISPOSTA
ZANOTELLI-VELTRONI
Alex Zanotelli, il
missionario comboniano che da dieci anni vive a Korogocho, una baraccopoli di
Nairobi (Kenya), gli aveva indirizzato una lettera aperta qualche giorno fa,
chiedendogli in che modo la politica (“oggi al guinzaglio dell’economia,
totalmente asservita ad essa”) intende rispondere ad un mondo governato dall’
“Impero del denaro” e dalla speculazione finanziaria. Un “sistema di peccato”,
nel quale il 20% della popolazione consuma l’82% delle risorse e dove ogni anno
si spendono 800 miliardi di dollari in armi mentre 30 milioni di persone
muoiono di fame. E poi le politiche del Fondo monetario internazionale (Fmi) e
della Banca mondiale (Bm), l’Accordo multilaterale sugli investimenti, il ruolo
della Nato e la cooperazione allo sviluppo. Lui, Walter Veltroni, segretario
dei Ds, gli ha risposto oggi. I due si sono conosciuti in Africa, dove Veltroni
si è recato qualche mese fa. Un’esperienza dalla quale ha tratto un libro,
Forse anche Dio è malato, che si apre proprio con l’incontro con padre
Zanotelli a Korogocho. Di seguito alcuni passaggi del botta e risposta tra il
missionario e l’uomo politico, che sarà pubblicato integralmente sul numero di
ottobre di Nigrizia, il mensile dei missionari comboniani. (testo integrale)
«Io guardo il mondo -
esordisce padre Zanotelli - stando dalla parte degli impoveriti, cioè dalla
parte dell’80% dell’umanità. Lo faccio come credente perché tutta la tradizione
biblica, ebraica e cristiana, da cui provengo sta dalla parte degli esclusi,
perché il Dio di Mosè non è il Dio dei faraoni o di Clinton, ma il Dio dei
crocifissi». «Caro onorevole, chiede Alex Zanotelli, se è vero che viviamo in
un sistema di morte che ci interpella tutti, credenti e non, perché mina la
vita stessa, hai il coraggio di un’azione politica alternativa che risponda ai
bisogni del paese e del pianeta?».
«Caro Alex, risponde
Walter Veltroni, hai ragione e sai che sono d’accordo con te: c’è bisogno di
una politica esigente sul piano ideale e morale, di una politica che sappia
fare i conti con le grandi sfide che sono di fronte all’umanità, dall’esito
delle quali dipende il futuro di ogni uomo. Noi non dobbiamo aver paura di
cambiare il mondo. Non dobbiamo aver paura di sfidare cinismo e disincanto. Ma
dobbiamo farlo sapendo stare dentro i grandi processi che attraversano il
nostro tempo. La globalizzazione c’è, è un dato, esiste – continua Veltroni -
ed è il quadro entro cui siamo chiamati a muoverci tutti. Ma occorre un
cambiamento di segno. Occorre che la politica dia risposte a tutto ciò che è
l’altra faccia della globalizzazione, quella che troppo spesso rimane nascosta,
quella della povertà, quella dell’indebitamento dei paesi più poveri e in via
di sviluppo, quella dell’estensione dei conflitti»
«Sei disposto a portare
queste istanze al vertice dei G8 a Genova il prossimo anno?» chiede padre Alex
Zanotelli nel botta e risposta con il segretario dei Ds Walter Veltroni, che
sarà pubblicato integralmente sul numero di ottobre di Nigrizia. Risponde il
segretario : «Il vertice dei G8 deve a mio avviso riformulare le politiche
tenendo conto di queste importanti scelte di fondo. E a proposito di G8, ho
proposto il tema dell’allargamento all’Africa e al Sudafrica. Lo ritengo un
passo da compiere perché è giusto e importante che nel luogo dove si discutono
le scelte che devono governare la globalizzazione siano rappresentati altri
paesi che oggi ne sono esclusi».
Ancora Zanotelli: «Come
giudichi le politiche di aggiustamento strutturale dell’economia imposte dalla
Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale ai paesi impoveriti?»
Veltroni. «Devo dire che la politica di Bm e Fmi ha, in questi anni, indicato
soluzioni parziali, inique e spesso dannose.Penso in particolare all’iniziativa
di riduzione del debito estero denominata Hipc (Paesi poveri pesantemente
indebitati) e alle politiche di aggiustamento strutturale. La Guinea Conakry
non è l’Olanda. E non si può pensare di imporre ai paesi africani dei parametri
tipo Maastricht. Credo invece che si debba allargare ancora la platea dei paesi
che possono accedere alla cancellazione del debito estero e reinvestire le
risorse liberate in iniziative di sostegno nella lotta alla povertà,
nell’intervento sociale (scuole, infrastrutture, ospedali) e più in generale
per sostenere lo sviluppo umano».
Zanotelli. «Sei disposto a
delegittimare una Nato usata per la politica imperiale?» Veltroni. «Non credo
che il problema sia delegittimare la Nato. Penso, questo sì, che la sua
funzione debba essere radicalmente rivista, e che l’Europa debba dotarsi di una
propria struttura di peacekeeping autonoma negli indirizzi e nelle azioni».
Lettera aperta all'On. Veltroni (testo integrale)
Caro onorevole,
jambo!
Penso che il viaggio in Africa e la visita a Korogocho sia stato un evento
importante per te personalmente. Ti sarai accorto che vedere con i tuoi occhi e
sentire con il tuo naso è tutt'altra cosa che guardare gli esclusi in
televisione o leggerli nelle statistiche. Penso che le sofferenze dei poveri
hanno cominciato a cambiarti come uomo: in questo ti sento vero e sincero.
Come leader politico ti
ringrazio perché stai tentando di mettere l'Africa e la povertà globale al
centro del dibattito. Non vorrei però che le sofferenze dei poveri diventassero
semplicemente oggetto di manipolazioni, tatticismi e furbizie per ottenere
consensi elettorali.
Per questo ho sentito il
dovere di scrivere questa lettera aperta in cui esprimo la mia maniera di
guardare alla realtà e ciò che da questo sguardo ne consegue.
Io guardo il mondo stando dalla parte degli impoveriti, cioè dalla parte
dell'80% dell'umanità. Lo faccio come credente perché tutta la tradizione
biblica, ebraica e cristiana, da cui provengo sta dalla parte degli esclusi,
perché il Dio di Mosè non è il Dio dei faraoni o di Clinton, ma il Dio dei
crocifissi.
Per la prima volta nella
storia, il mondo è retto da un unico sistema: l'Impero del denaro, il cui cuore
è la speculazione finanziaria. Mai nella storia si era visto un impero tanto
vittorioso e talmente suadente, grazie alla forza dei mass media, da prenderci
tutti nella sua ideologia.
Viviamo in un sistema
economico dove il 20% degli uomini si pappa l'82% delle risorse a spese del
resto dell'umanità. Il 20% dei più poveri ha a disposizione solo 1,4% dei beni.
Per me questo è un sistema di peccato.
E la politica che cosa fa? Oggi la politica è al guinzaglio dell'economia,
totalmente asservita ad essa.
Questo sistema di
oppressione si regge sullo strapotere delle armi: spendiamo ogni anno 800
miliardi di dollari in armamenti (ma il Muro di Berlino non era crollato?). A
che cosa ci servono? Per difendere i nostri privilegi dalla minaccia dei
poveri.
Non dimentichiamo che chi
vive nell'opulenza e la difende a denti stretti pone anche una gravissima
ipoteca ambientale. Molteplici studi ci dicono che abbiamo non più di 50 anni
per cambiare: è in ballo la vita del pianeta.
L'Impero del denaro uccide
quindi con la fame (30 milioni: un "olocausto" ogni anno), con le
armi (conflitti africani, regimi repressivi, guerre stellari), con la
distruzione dell'ambiente, con la distruzione delle culture.
È un sistema di morte che
ci interpella tutti, credenti e non, perché mina la vita stessa.
Se questa analisi è vera e
condivisibile, dobbiamo smetterla di raccontarci la storia di un "sviluppo
sostenibile". O cambiamo rotta o cadiamo nel baratro.
Tocca alla politica reinventare la politica e reinventare anche lo stato,
perché l'economia ritorni a servire la polis. La politica e il far politica
devono rispondere alle esigenze della gente e soprattutto della vita, della
vita per tutti.
Caro onorevole, hai il
coraggio di un'azione politica alternativa che risponda ai bisogni del paese e
del pianeta?
Permettimi alcune domande
alle quali chiedo una risposta pubblica.
1)
Sei d'accordo con questa analisi del sistema
economico-politico? E se sì, sei disponibile a tradurla in programma politico
concreto?
2)
Sei
disposto a portare queste istanze al vertice dei G8 a Genova il prossimo anno?
3)
In vista
dell'imminente vertice di Praga, come giudichi le politiche di aggiustamento
strutturale imposte dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale
ai paesi impoveriti?
4)
Qual è
la tua posizione sul Mai (Accordo multilaterale sugli investimenti), sul
cosiddetto Nafta per l'Africa e sulle politiche dell'Organizzazione mondiale
del commercio?
5)
Sei disposto a contrastare i progetti di
"guerre stellari", a delegittimare una Nato usata per la politica
imperiale? (Nel nostro piccolo, come mai il disegno di legge per controllare
produzione ed export delle armi leggere dorme ancora in Parlamento?)
6)
È da
poco uscito un testo importante. S'intitola "Italia capace di futuro": è frutto del lavoro di ricerca della
società civile, è sottoscritto dalla Rete di Lilliput, e ci indica come
costruire un domani sostenibile nel nostro paese. Sei disponibile ad assumerlo
come programma di partito?
7)
Anche se passata al Senato, saresti disponibile
a rimettere radicalmente in discussione la legge di riforma della cooperazione
allo sviluppo? Così com'è, è inaccettabile. Nasce già strozzata dalle logiche
che hanno fatto fallire le precedenti esperienze.
8)
Perché non dare un segnale di sensibilità
internazionale ai diritti dei lavoratori sostenendo la proposta di legge sulla
etichettatura sociale dei prodotti di consumo? (Promossa dalla campagna
"Acquisti trasparenti").
Tra qualche giorno
ritornerò a Korogocho, nei sotterranei della vita e della storia. Spero che
quell'umanità dolente che anche tu hai toccato con mano, quei luoghi di
esclusione che mi fanno indignare, portino anche l'uomo politico Veltroni a
scelte economico-politiche coraggiose. Perché vinca la vita.
Sijambo.
Alex Zanotelli