IL NUOVO, UNICO COMANDAMENTO DI GESU

 

Omelia per la V domenica di Pasqua anno C

 

di Riccardo Zoggia (biblista)

 

Gv 13,34-35: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri". Con queste due frasi, Gesù ci offre la sintesi e la sostanza del suo insegnamento e il criterio per riconoscere i suoi discepoli. Quest'unico comandamento costituisce la singolarità del messaggio di Gesù. Abbiamo riflettuto, nelle tré domeniche precedenti, su come questo messaggio sia stato distorto nei secoli successivi dalla dottrina sul peccato originale e sulla redenzione e come nella storia della Chiesa i cristiani abbiano dimenticato questo messaggio e l'abbiano interpretato come una ragione per conquistare altri popoli e indurii ad accettare la salvezza che si affermava provenisse dall'appartenenza alla Chiesa. Oggi rifletteremo sulle sfide lanciate ai Cristiani nei tempi attuali, specialmente nel contesto della globalizzazione capitalistica mondiale.

 

La contraddizione tra la globalizzazione e la spiritualità di Gesù

Se riflettiamo sull'insegnamento di Gesù e sulla vita della Chiesa delle origini, appare chiaramente che c'è una contraddizione inconciliabile tra la spiritualità di Gesù (e della Chiesa delle origini) e la globalizzazione neoliberista. I loro presupposti, valori, modi e mezzi di operare, e le conseguenze sociali sono diametralmente opposte le une alle altre.

 

Gesù

La globalizzazione neo-liberista

 

Dio è amore

Il denaro è il valore supremo

 

Amore Servizievole agli altri, specialmente ai bisognosi e agli abbondanati

Il profitto per se stessi o il proprio gruppo o impresa

 

Rispetto per tutti

Rispetto per i ricchi, i potenti

 

Liberazione dei prigionieri

Riduzione in schiavitù dei poveri a causa del ‘debito’

 

Verità e onestà

Manipolazioni delle menti con i media

 

Giustizia

Libero mercato al di sopra della giustizia

 

Eguale dignità per tutti

Emarginazione dei poveri

 

Presupposto: gioia nell’amore, servizio

I soldi, il mercato danno la felicità

 

Condivisione della ricchezza, distacco

Accumulo immorale del profitto

 

Cooperazione

Competizione, sconfitta degli altri

 

Dignità e diritti della donna

Sfruttamento (anche sessuale) delle donne

 

Amore per i bambini

Trascuratezza dei doveri verso i bambini

 

Salvaguardia della famiglia

Rottura della famiglia

 

Autentica libertà di coscienza

Libertà per le forze di mercato

 

Terra e casa per tutti

Apartheid a livello mondiale, privazione di dimora

 

Lavoro e salario equo per tutti

Disoccupazione, disuguaglianza abnorme

 

La legge è per gli uomini

La legge ed il sistema sono per il profitto

 

Compassione per i bisognosi

Esclusione dei bisognosi

 

Salute, vita piena per tutti

Sistema killer e genocida

 

Non violento, pacifico, misericordioso

Promotore di armi, crimine e violenza

 

Ama la natura, salvaguardia il creato

Distrugge l’ambiente e l’ecologia

 

 

Se è vero che sono da apprezzare le buone cose portate dalla trasformazione tecnologica della globalizzazione moderna, dobbiamo anche vedere le conseguenze dell'ispirazione capitalistica di questi processi, che provoca effetti indesiderabili. I valori e i diritti propugnati da Gesù sono messi in pericolo, specialmente per quanto riguarda i piccoli, dal processo di globalizzazione capitalistica. La situazione paradossale e triste è che mentre gli insegnamenti di Gesù sono completamente diversi dai presupposti e dai valori della globalizzazione capitalistica, sono principalmente popoli e Paesi che si proclamano cristiani che hanno costruito questo sistema globale capitalistico iniquo e che ne traggono beneficio. Il sistema rispetta e lascia libertà alle Chiese nella misura in cui queste non lo contestano seriamente. Come è stato possibile tutto ciò? La secolarizzazione progressiva dei popoli occidentali è forse dovuta all'abisso esistente tra l'insegnamento di Gesù e la pratica delle Chiese cristiane?

 

Cosa possiamo fare? La liturgia, che riunisce molti Cristiani nel mondo intero ogni settimana, è un'opportunità eccellente ed unica per far prendere coscienza ai fedeli di questi problemi. Nei secoli precedenti, la vita spirituale cristiana era concepita in termini di preghiera e penitenza di natura individuale.

 

Nelle circostanze attuali, è necessario dare alla preghiera, alla penitenza, alla mortificazione e alla crescita spirituale una dimensione più chiaramente sociale. L'amore di Dio e la santità personale debbono essere capiti in rapporto al servizio amoroso del prossimo che si trova in stato di bisogno ed è vittima dell'ordine sociale.

 

A questo scopo, ci dovrebbe essere una valutazone comunitaria del sistema sociale attuale: i suoi valori principali, le istituzioni, i processi e le conseguenze per la vita della gente. Le parrocchie e altri gruppi cristiani possono intraprendere gli studi e la riflessione necessari per vedere le conseguenze positive e negative della globalizzazione capitalistica. Le riflessioni di molte Conferenze Episcopali di Paesi africani, asiatici e sudamericani mettono l'accento su questi problemi. Le Chiese dell'Occidente stanno esse pure diventandone coscienti, in parte a motivo dell'impatto sulle loro popolazioni che sono colpite dalla disoccupazione e dal divario crescente tra ricchi e poveri anche nei loro Paesi.

 

Il significato e il messaggio di Pasqua può essere messo in relazione con questa situazione locale e globale. Gesù ha insegnato un messaggio di verità, di condivisione e di giustizia.

 

Egli venne ucciso dai potenti del suo tempo, che complottarono contro di lui perché li aveva apertamente condannati in quanto guide cieche, ipocriti e sepolcri imbiancati.

 

A partire dall'analisi della situazione, gruppi di Cristiani possono optare in favore della liberazione dei poveri ed emarginati, così che la missione di Gesù, quale fu da lui annunciata in Le 4,18, possa essere compiuta: "Mi ha inviato per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi".

 

Possiamo studiare le disparità enormi esistenti all'interno dei nostri Paesi e tra i popoli della terra. Le diseguaglianze stanno crescendo in quasi tutti gli aspetti della vita sociale: redditi, ricchezza, servizi sanitari, possibilità di formazione, casa, possibilità di occupazione, trasporti, influenza sociale e politica, accesso alla cultura e ad attività ludiche.

 

Bisognerebbe anche riflettere sui problemi che riguardano le persone in campi quali la povertà, la disoccupazione, la rottura della famiglia, lo sfruttamento delle donne e dei bambini, i! lavoro degli immigrati, la droga, l'indebitamento, la violenza (la guerra che esiste in molti Paesi), il crimine, l'inquinamento ambientale, l'esaurimento delle risorse naturali, ecc.

 

Sarebbe anche necessario esaminare gli agenti di questa globalizzazione, come gli organismi transnazionali, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, e l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Pur approfittando degli aspetti positivi dei processi di modernizzazione, si dovrebbero elaborare delle alternative a tutti i livelli per contrastare gli aspetti negativi della globalizzazione capitalistica. Gli esercizi di pietà come la preghiera, la penitenza, la mortificazione e la lotta contro il peccato e il male possono essere diretti anche verso la battaglia contro Mammona, il dio dominante del denaro. La lotta spirituale dovrebbe essere intesa anche come diretta contro il desiderio di accumulo di ricchezza, il consumismo e l'ostentazione, che fanno crescere le diseguaglianze, e contro l'abuso di potere e la violenza. Al contrario, le comunità cristiane possono nutrire la condivisione, costruendo reti alternative di vita semplice, di generazione di posti di lavoro, di mercato equo, di cooperazione internazionale, di salvaguardia dei diritti umani e della vita umana.

 

Avremmo qui una sfida moderna lanciata alle comunità cristiane. Ciò implica che la formazione della leadership della Chiesa venga adeguata alle necessità. Dovrebbe anche comportare un certo elemento di contestazione dei mali sociali esistenti e di conseguenza attacchi contro tali leader da parte dei beneficiari dell'ordine sociale ingiusto. Anche Gesù ebbe a fronteggiare questa situazione di violenza, che lo condusse alla morte di croce. Questo però è il prezzo dell'amore verso il prossimo quando si sforza di realizzare condizioni sociali più giuste. Tale amore oblativo è il segno del discepolato di Gesù, come egli stesso ricordò nel dare il suo comandamento nuovo.

 

Da Adista – maggio 2001