Oltre la Cortina di Ferro
Limpero socialcomunista fra crisi e "ristrutturazione"
Gli avvenimenti che interessano il blocco sovietico e la sua area
dinfluenza esaminati nelle loro grandi linee e interpretati alla luce delle
categorie del pensiero cattolico contro-rivoluzionario e del messaggio di Fatima.
La vita politica internazionale soprattutto relativamente allimpero
socialcomunista ha assunto negli ultimi anni e, ancor più, negli ultimi mesi
ma, ormai, si devono includere in questa formula sia gli ultimi giorni che le
ultime ore , unaccelerazione straordinaria, nella quale mi sarebbe
particolarmente gradito poter scorgere la verifica del classico motus in fine velocior,
con riferimento almeno alla fine dellimpero socialcomunista stesso se non,
addirittura, della "civiltà moderna" o "mondo moderno". E non si
tratta di un desiderio dapocalisse, dal momento che "civiltà moderna" o
"mondo moderno" non coincide assolutamente con "civiltà
contemporanea" o "mondo contemporaneo", cioè con la condizione attuale
della civiltà o del mondo umano, ma rappresenta lesito di un processo plurisecolare
di rifiuto di Dio e della sua legge, che il pensiero cattolico contro-rivoluzionario
indica con il termine "Rivoluzione".
Credo però più realistico a sottolineare la precarietà di ogni giudizio in
fieri, che non intenda esporsi al rischio di essere soltanto espressione di un
"pio desiderio" limitarmi a rilevare alcuni elementi certi che mi
sembrano emergere, appunto come certi, nel quadro confusionale offerto
dallimpero socialcomunista, però non trattandoli more massmediatico, cioè
come se fossero soltanto episodi dellovvia e ineluttabile vittoria di una non meglio
qualificata "democrazia" su una ugualmente non meglio qualificata
"dittatura".
1. Dunque, oltre la Cortina di Ferro, che si stende ovunque la setta
socialcomunista esercita unegemonia istituzionale e non soltanto culturale, sta
accadendo qualcosa, le cui cause scatenanti si possono definire molto semplicemente
come "nodi venuti al pettine della storia"; e si tratta di nodi strutturali e
storici già rilevabili, in quanto attuali o almeno in progress, "in
corso", oppure dei quali si può con qualche ragionevolezza prevedere
limminente emergere.
a. Il primo nodo il più elementare e il più macroscopico è
costituito dal fallimento del regime socioeconomico instaurato a partire dalla Rivoluzione
dOttobre più precisamente, golpe dOttobre in Russia, e
quindi, per via di successive annessioni militar-rivoluzionarie, in numerosi paesi
dellorbe terracqueo. La sua formulazione più semplice si può esprimere con i
termini delle Prime nozioni della Fede cristiana, premesse al Catechismo della
Dottrina Cristiana pubblicato per ordine del Sommo Pontefice S. Pio X, che definisce
linferno come "patimento della privazione di Dio" "con ogni
altro male senza alcun bene". Dunque, il rifiuto tematico anche se con
diversa rilevanza formale pubblica di Dio e della sua legge, rivelata positivamente
ma inscritta anche nella natura delluomo, cioè la volontaria, aggressiva privazione
sociale di Dio, costituisce propriamente un inferno e comporta il venir meno di ogni bene
e il crescere di ogni male anche sociale. Poiché le nazioni non hanno una vita oltre la
morte, il loro inferno è nella storia e il regime socialcomunista ne è espressione nel
suo genere esemplare e nel nostro tempo massima; e la privazione di Dio porta con sé il
venir meno di ogni bene, nel caso concreto anche di ogni bene materiale. Secondo una
logica naturalistica, cioè escludente per principio il soprannaturale, il concentrarsi
delluomo sulla realizzazione di una società atta a soddisfare tutte le sue esigenze
materiali, doveva produrre inevitabilmente un mondo in cui i mutati rapporti economici
i rapporti strutturali sarebbero ridondati in abbondanza materiale e nel
mutamento dei rapporti sovrastrutturali, nel Regno della Libertà. Molto sinteticamente e
per esempio, laver forzosamente vuotato i monasteri e le chiese dellUcraina
non ha fatto realizzare un incremento della produzione in una terra che ancora
allinizio del secolo XX era il "granaio dEuropa", si è anzi
verificato proprio il contrario, quasi conferma sub specie societatis della
proposizione evangelica secondo cui, quando si cerca il Regno di Dio e la sua giustizia,
cioè ci si concentra realmente su Dio e, quindi, si opera secondo la sua legge, il resto
viene dato in sovrappiù, beni materiali compresi. Ebbene, il capitalismo di Stato e
labolizione della proprietà privata, che è frutto e mezzo della libertà
diniziativa economica, hanno prodotto la socializzazione forzata della miseria in
regime di collettivismo burocratico; né a sanare la situazione sono valse le fasi di
alleggerimento del "socialismo di guerra" rappresentate dai periodi di NEP, di
"nuova politica economica", di cui la perestrojka, la
"ristrutturazione" promossa da Mikhail Gorbaciov, è soltanto lespressione
maggiore negli oltre settantanni di regime sovietico in Russia, unespressione
resa maggiore soprattutto perché, in ipotesi, destinata a fronteggiare la
capitalizzazione pluridecennale del fallimento economico del regime.
b. Il secondo nodo, strutturale come il primo, dice riferimento al regime
totalitario vigente oltre la Cortina di Ferro, un regime che però non costituisce il
tratto specifico del socialcomunismo, ma che è piuttosto la realizzazione macroscopica e
tendenzialmente perfetta dello Stato moderno. "Stato moderno", a sua volta, non
è sinonimo di "Stato contemporaneo" anche se la gran parte degli Stati
contemporanei è costituita da "Stati moderni" , ma categoria politica
definibile come ""organizzazione politica della società" invadente e
invasa", cioè "invadente" la società stessa attraverso luso
prevaricatore di funzioni statuali destinate a controllarla, aiutarla e regolarla nella
prospettiva del bene comune, e a sua volta "invasa" da "gruppi
dinteresse" della più diversa origine e natura, anche se tutti, in qualche
modo, espressioni collettive di mancanza di coscienza civica. E in tale organizzazione
sempre tendenzialmente scompare ogni elemento di autorità come potere
morale di dirigere la condotta degli altri, e si dilata "la natura aborre il
vuoto" il potere come capacità effettiva di governare, come pura coercizione,
senza legame con princìpi trascendenti, quindi illimitata e assoluta: è lo Stato
totalitario, regime misto delle degenerazioni delle forme di governo secondo la dottrina
politica classica, in quanto contemporaneamente dispotico, oligarchico e demagogico, anche
se il momento dispotico, impropriamente qualificato pure come "dittatoriale", è
lelemento descrittivo privilegiato sia dagli osservatori più superficiali e/o
maliziosi che dalle vittime meno avvedute, e su di esso, quindi, si concentra
lattenzione dei mass media, come se si trattasse del carattere specifico di
quanto è avversato dalle popolazioni viventi in regime totalitario. Ebbene, il regime
socialcomunista realizza questo "ideale negativo" in quanto il partito comunista
è in esso gruppo dinteresse unico, che elimina strutturalmente e persegue con cura
leliminazione fattuale di ogni e qualsiasi libertà, e dilata questa eliminazione
fino al campo economico: così, il partito comunista attraverso il suo "ruolo
guida" ufficialmente riconosciuto e costituzionalmente sanzionato egemonizza
la società in tutte le sue articolazioni instaurando il dispotismo del proprio
segretario generale, loligarchia della Nomenklatura talora selezionata
anche su base etnica , e la demagogia praticata con la manipolazione
propagandistica della massa, direttamente e attraverso altri organismi al partito
sinergicamente collegati. Ma non il partito unico e il suo ruolo guida specificano tale
regime, bensì proprio leliminazione della libertà diniziativa economica, le
cui conseguenze permettono la verifica materiale del suo fallimento globale; e
lofferta contingente e interessata, da parte del potere, di qualche libertà appunto
economica, come avviene nelle fasi di "nuova politica economica", produce
immediatamente, da parte delle vittime, la ricerca di spazi politici e culturali
cioè anche spirituali , ma queste "esagerazioni", questo "andar
fuori dal seminato", causano fenomeni repressivi come quello che si è verificato in
Cina nel 1989, dove è stato posto almeno temporaneamente termine a una perestrojka
iniziata a partire grosso modo dal 1978.
c. Il terzo nodo venuto al pettine della storia è appunto storico, ed è
costituito dalla condizione particolare dellUnione Sovietica lo "Stato
guida" del sistema imperiale socialcomunista che, erede dellimpero degli
zar e delle sue colonie in Oriente esito di una conquista coloniale meno facilmente
rilevabile di quella realizzata dagli Stati dellEuropa Occidentale, in quanto
svoltasi per via di terra e non di mare , non ha patito il processo di
decolonizzazione.
Dunque, capitalizzazioni del fallimento economico e dellinsofferenza politico-culturale da un lato e mancata decolonizzazione dallaltro, sono venute configurando una situazione che necessitava assolutamente di intervento non solo a medio o a lungo termine, ma anche nel breve periodo, una situazione valutata come morbosa e insostenibile dal vertice della Nomenklatura sovietica almeno dagli inizi degli anni Ottanta e, comunque, per certo inventariata e ben presente a Mikhail Gorbaciov e al gruppo di cui offre limmagine ufficialmente a partire dal suo insediamento al vertice dellimpero socialcomunista nel mese di marzo del 1985.
2. Se quelle ricordate sono le cause "naturali" della perestrojka
e della glasnost la "trasparenza" che si è a essa accompagnata
per fronteggiare le smagliature inevitabili a cui si espone la pretesa di un controllo
assoluto sullinformazione nel "villaggio globale" contemporaneo ,
tali cause servono non solo a render ragione della pratica coatta delle due manovre in
questione, ma anche a spiegarne le modalità di realizzazione, caratterizzate in un primo
tempo dal subire gli accadimenti, quindi dal permetterli, finalmente dal promuoverli,
avendo ben presente la meta, paradossalmente ma non troppo esprimibile con
la nota formula di un personaggio de Il Gattopardo, di Giuseppe Tomasi di
Lampedusa, quel Tancredi, nipote del principe Fabrizio di Salina, secondo cui "se
vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi".
Al momento questa pratica, con le sue corrispondenti modalità, si viene articolando con
sempre maggiore evidenza. A fronte del fallimento economico e della conseguente gravissima
congiuntura politico-culturale ed etnica, che il fallimento economico stesso contribuisce
a evidenziare, il gruppo dirigente della setta socialcomunista sta procedendo a una sorta
di arroccamento, con doppio regime in relazione, rispettivamente, allUnione
Sovietica e alle parti dellimpero non di eredità zarista.
a. Nel primo caso, cioè per quanto riguarda lUnione Sovietica, gli elementi
di liberalizzazione economica e politico-culturale sono puramente declaratori e non
assolutamente istituzionali e strutturali, a meno di non confondere quanto qualcuno fa
forzando la glasnost con eventuali realizzazioni della perestrojka, cioè il
dire, da parte del Potere, e lauspicare, da parte di chi si oppone a
esso oppure soltanto ai suoi gestori, con il fare. Infatti, non viene meno la
chiave di volta del sistema, cioè il ruolo guida del partito comunista, né il
"dogma" del sistema stesso, cioè labolizione della proprietà privata.
Con buona pace degli ingenui, e a confutazione di chi maliziosamente afferma che ormai
lanticomunismo non avrebbe più ragion dessere, ricordo che "i
comunisti possono riassumere la loro dottrina in questunica espressione: abolizione
della proprietà privata" (1); perciò lanticomunismo in senso proprio e
specifico perderà la sua ragion dessere pratica mai quella teorica
soltanto quando anche nellUnione Sovietica la libertà diniziativa economica
non si ridurrà derisoriamente alla "libertà dinvestimento" da parte
delle multinazionali, ma verrà ufficialmente e realmente restaurata la proprietà privata
pure dei mezzi di produzione, non soltanto dei beni di consumo; e si tratterà veramente
di proprietà privata, cioè individuale, cioè ancora personale,
e non di altre forme di appropriazione in qualche modo collettiva, anche se non unicamente
statale, perché tutte le modalità di appropriazione sono in tesi lecite purché
sussidiarie e non alternative e tanto meno radicalmente sostitutive rispetto
alla proprietà privata, che costituisce la forma di appropriazione per eccellenza e lo
strumento privilegiato per la pratica e la realizzazione della destinazione universale dei
beni.
b. Nel secondo caso, cioè relativamente agli Stati satelliti, parti
dellimpero sovietico non di eredità zarista, il Potere lascia accadere i fatti che
non può impedire semplicemente non ostacolandoli, quindi controllandoli quando non
evidentemente promuovendoli, nellintento di costruire attorno allUnione
Sovietica stessa una sorta di cordone sanitario costituito da Stati retti da regimi a
tasso tendenzialmente elevatissimo di socialismo, specie di "zone economiche
speciali", in cui si continui la "nuova politica economica": "In
tale prospettiva osserva Gianfranco Miglio , leffetto principale
della perestrojka sembra essere quello esterno e cioè la "liberazione"
dei Paesi vassalli dellimpero. Questi ultimi, infatti autorizzati a ritornare
ai loro originari regimi "borghesi" (e aiutati dallOccidente)
dovrebbero raggiungere una certa prosperità e quindi potrebbero aiutare (meglio di quanto
già fanno) lansimante economia sovietica. I regimi "collettivi-puri"
(come quello dellUrss) sopravvivono infatti sempre e soltanto perché possono
utilizzare uneconomia di mercato "esterna" che, con una circolazione per
così dire "extra-corporea" sopperisca ai loro bisogni elementari. Si
pensi al ruolo che hanno avuto per i russi negli scorsi anni gli aiuti alimentari e
tecnologici dellOccidente" (2). Sembra quindi in via di realizzazione un
progetto di trasformazione degli Stati satelliti in "Stati cuscinetto", legati
al centro del sistema imperiale da rapporti economici e militari bilaterali
piuttosto che dalladesione a gruppi il Patto di Varsavia e il COMECON, in
quanto organismi collettivi, possono essere eventualmente mutilati oppure sacrificati
sullaltare delloffensiva propagandistica o della reciprocità nei rapporti
internazionali , mentre i legami dellUnione Sovietica con essi vengono gestiti
come relazioni con "organi" formalmente amministrativi ma sostanzialmente
polizieschi piuttosto che con i governi in quanto tali, non più ufficialmente
condizionati dallesercizio di un ruolo guida da parte del partito comunista.
Senza scendere in particolari, osservo che, se qualche membro della Nomenklatura ad extra rispetto allUnione Sovietica cioè un capo di Stato o un segretario di partito satelliti non si presta al gioco delle parti intrinseco alla manovra, in quanto non sufficientemente motivato e non animato da un "eroico" spirito rivoluzionario come pure per qualche ragione non ideologica , si provvede alla sua eliminazione anche rapida così, forse, è accaduto nel caso del presidente della Repubblica Socialista di Romania, nonché segretario generale del Partito Comunista Rumeno e presidente del Fronte della Democrazia e dellUnità Socialista, Nicolae Ceausescu affinché non abbia a fare, allestero o in sede di processo, rivelazioni sgradevoli per limmagine della setta. Vi è invece chi è sorretto dal citato spirito rivoluzionario lo stesso che sosteneva gli imputati dei processi staliniani, vittime certe del loro esito , come il capo della Repubblica Democratica Tedesca, nonché segretario generale del Partito di Unità Socialista di Germania, Erich Honecker, e accetta il ruolo storico di capro espiatorio, cioè carica su di sé le colpe del regime, prestandosi a trasformare in effetto di "corruzione di potente" lesito connaturato al regime socialcomunista in quanto tale, forse nella prospettiva di un "aldilà" intramondano semplice ulteriorità storica costituito da una futura riabilitazione.
3. Mentre limpero sovietico versa in drammatiche condizioni socioeconomiche e
politico-culturali, lattenzione del suo vertice per il potenziale militare non viene
assolutamente meno; infatti, la riduzione quantitativa di questo potenziale sembra essere
ampiamente compensata dalla sua "ristrutturazione" qualitativa: "tutti
gli esperti del Pentagono, della NATO, degli Stati neutrali [...] nota Pierre
Faillant de Villemarest sanno, e lo dicono o lo tacciono a seconda dei luoghi:
"che il budget militare e gli armamenti dellURSS sono
razionalizzati, ridotti numericamente, ma accresciuti dal punto di vista tecnico, in
efficacia, in potenza di fuoco, in mobilità, in rapidità dintervento.
Daltronde, dal 1971 al 1982, quando Breznev parlava già del "carattere
difensivo" della dottrina [militare] sovietica (a Tula, nel 1971), di fatto
gli armamenti sovietici hanno raggiunto, quindi superato il potenziale americano e quello
della NATO;
"che le forniture darmamenti e il sostegno logistico a favore de
LAvana, di Managua, di Panama, di Kabul, di Hanoi, di Damasco, di Tripoli, di Nuova
Delhi e di Teheran, vengono mantenute a un livello sufficiente per andare a profitto dei
movimenti rivoluzionari e terroristici dei diversi paesi legati alluna oppure
allaltra di queste capitali;
"che lo spionaggio e la sovversione non diminuiscono, anzi, incrementano le
loro attività anche in paesi come la Svizzera o la Svezia... che non minacciano
assolutamente lUnione Sovietica!" (3). Stando così le cose, si capisce
perché "il quadro strategico secondo uno studio dellIAI,
lIstituto Affari Internazionali, di Roma vede il passaggio da una minaccia
ad alta intensità ma di probabilità relativamente bassa, a una minaccia di minore
intensità ma di probabilità più alta" (4).
Infine, se il sostegno militare fornito dallUnione Sovietica a focolai di sovversione come Cuba e Nicaragua viene ridotto a livelli di sopravvivenza, comunque con una ricaduta sulle guerriglie e sui gruppi terroristici sufficiente a garantire la loro operatività, merita di essere notato che a conferma della manovra di arroccamento evocata limpegno in Afghanistan cresce, "è passato da duecentocinquanta a oltre trecento milioni di dollari al mese e a cinquanta aerei da trasporto al giorno" (5), certamente anche a causa della contiguità fisica del territorio afgano con quello sovietico e del fatto che la Resistenza anticomunista in questo paese costituisce un potenziale detonatore nellarea centroasiatica a popolazione turanico-musulmana.
4. Ho parlato en passant di "offensiva
propagandistica", parte non secondaria del quadro che vengo descrivendo. Infatti,
mentre la Rivoluzione socialcomunista deve battere in ritirata costretta
soprattutto dalle situazioni in cui versa il paese che ne costituisce la base principale,
a partire da quelle economiche, le più palesemente disastrose , con un effetto
ottico ben congegnato, prodotto principalmente attraverso il piccolo schermo ma gli
altri mass media portano alloperazione un contributo tuttaltro che
insignificante , il suo vertice si sforza di far percepire tale ritirata
allopinione pubblica mondiale come unavanzata e di presentare le proprie
sconfitte come altrettante vittorie. "Gorbaciov scrive Saverio Vertone
sembra possedere la misteriosa capacità di trasformare in successi
internazionali i suoi insuccessi interni, e sta diventando a poco a poco leroe di
una leggendaria ritirata. Da quando ha iniziato lanabasi verso un rifugio ignoto
(ignoto probabilmente anche a lui), ha guidato lUnione Sovietica attraverso un
crescente marasma economico e politico, mentre crollava la cintura strategica e ideologica
che la proteggeva nel mondo.
"Una valutazione contabile della sua opera in questi primi cinque anni di governo
imporrebbe il ricorso alla parola catastrofe. Ed è certo che molto raramente nella storia
(e mai nellURSS) un autocrate ha potuto tenersi in sella dopo aver voltato il
cavallo e dato il segnale della fuga. Ma proprio per questo salta agli occhi la natura
particolare di questa fuga, che è al tempo stesso obbligata perché senza alternative e
inventata, vale a dire guidata freddamente come si guida una ritirata strategica"
(6).
Questa "misteriosa capacità" spinge a ricercare e a identificare, almeno
genericamente, i potenti partner della Rivoluzione socialcomunista che nel mondo
operano per coprirne il fallimento. Così, nel quadro prendono consistenza quanti,
personaggi noti e occulti insieme, hanno sostenuto soprattutto finanziariamente fin dal
suo esordio il regime socialcomunista, dopo averne favorito linsediamento. Questi
personaggi propugnatori del rovesciamento del rapporto fra la politica e
leconomia e, in campo economico, della gerarchia fra i settori primario, secondario
e terziario, nonché della relazione che deve intercorrere fra bisogni e produzione
sono magna pars nei gruppi dinteresse operanti sullestablishment
degli Stati del mondo non comunista. Essi, dopo oltre settantanni di regime
comunista, a fronte del suo radicale fallimento, cercano di sostenere con ogni mezzo
Mikhail Gorbaciov, a trasformare in una sorta di vittoria una sconfitta per dire il meno
clamorosa. Ma, poiché laiuto che questi manutengoli della Rivoluzione
socialcomunista devono fornire a essa ha obbligatoriamente anche una fisicità, e una
conseguente visibilità, proporzionate alle dimensioni dei guasti cui porre rimedio, a
tale aiuto vengono premessi, a esso si accompagnano e tentano di coprirlo, la promozione e
il sostegno di unoffensiva propagandistica di dimensioni straordinarie perché sia
il meno possibile evidente il vero e cioè che i maggiori fautori del socialcomunismo non
sono nei paesi che lo hanno realizzato, ma in Occidente; che costoro non intendono lasciar
crollare il loro ideale, o il loro strumento i livelli di implicazione sono
diversi, e non obbligatoriamente ideologici , ma fanno il possibile per salvarne
limmagine come premessa per poterne salvare la realtà nello stesso tempo
salvando anche la propria immagine e, in prospettiva, la propria realtà , grazie
alle capacità "teatrali" del loro partner e agli strumenti di
comunicazione sociale, cioè a quel quarto potere che è per loro meno difficile
manipolare di quanto non accada nel caso del legislativo, dellesecutivo e del
giudiziario, dal momento che nasce con loro e vive da loro, sì che è doloroso
dirlo la sua eventuale oggettività costituisce piuttosto unapprezzata
eccezione che una regola ipoteticamente infranta. In questo modo, i sostenitori della
Rivoluzione mondiale, "compagni di strada" di quella socialcomunista, tentano di
aggiornare la verifica dellinequivocabile fallimento di un processo
plurisecolare attraverso un sostegno materiale, sostanzialmente incondizionato, al suo
esito catastrofico, e mediante la copertura propagandistica di questo esito, realizzata
con la trasformazione dei socialcomunisti "reali" in "staliniani" o in
"corrotti", cui vengono contrapposti socialcomunisti non meno reali, ma
"riformisti".
5. Se i potenti al di qua e al di là della Cortina di Ferro stanno manovrando per
"ristrutturare" il mondo nel quale si è consumato il loro fallimento, le
vittime di questo fallimento, i popoli che da decenni e, in questa prospettiva, il
popolo russo costituisce veramente la "nazione guida" soffrono sotto il
regime socialcomunista, sono protagonisti solamente parziali di quanto accade, e, quindi,
parzialmente ancora vittime, se non della violenza attuale almeno dellinganno che
può facilmente essere esercitato su chi dalla violenza e dallinganno
praticati alternativamente o congiuntamente è stato segnato in profondità quando
non spezzato.
In questo modo, "vista dallesterno nota sempre Saverio Vertone
, considerata nei suoi effetti visibili, la spallata che sta cancellando regimi,
partiti, costituzioni, sistemi economici e persino interi Stati nellEuropa
centro-orientale, sembra un miracolo della volontà popolare. E il Muro di Berlino che
cade scoperchiando prigioni e latrine di Stato può ricordare a qualcuno le Mura di Gerico
che si afflosciano come cartapesta sotto lurto sonoro delle trombe di Giosuè.
"Non è così. La spallata dei popoli è stata data quando i guardiani avevano aperto
le gabbie. Lo schianto improvviso dellimpero comunista finisce nella consapevolezza
e nello spirito, ma è cominciato nella materia e nelleconomia, ed è passato al
vaglio razionale della Realpolitik. [...]
"Lerede di Lenin non ha scelto la libertà, ma la sopravvivenza [...]
[e] cerca adesso di convincere il mondo capitalista a partecipare in extremis al
salvataggio di un sistema che per settantanni si è presentato come unantitesi
mortale al capitalismo" (7). Quindi, quello di Mikhail Gorbaciov "non è
un ripensamento, non è una conversione al liberalismo, non è una riaccensione improvvisa
della utopia umanitaria racchiusa nel progetto comunista. È lucido, disperato, accanito
istinto di conservazione. E va incontro a gravi delusioni chi, rinfacciando
allOccidente il suo naufragio nella carne, la sua torpida sazietà consumistica,
attende ancora dallURSS, dove la carne è stata razionata insieme al sale, al sapone
e allo zucchero, la rinascita dei grandi ideali che hanno squassato ed eccitato il nostro
secolo. Un contatto anche rapido con il popolo sovietico dimostra che lì, proprio lì, il
consumismo è diventato addirittura unutopia, lunica vera utopia, proprio
perché non ci sono i consumi; che nel Paese del comunismo sono ormai ideali, e non più
oggetti duso, persino i blue-jeans e le scarpe Saxone; insomma che il pavimento sul
quale passeggiano annoiate le masse dellOccidente, in URSS è diventato il cielo al
quale si rivolgono le speranze del popolo, anzi il cielo delle sue più grandi e sentite
aspirazioni" (8).
Lo stesso quadro suggerisce a Michail Heller "la pace di Brest-Litovsk nel 1918, firmata dai rappresentanti del governo bolscevico e da quelli tedeschi", con la quale "Lenin cedette gran parte del territorio russo per conservare il potere": in analogia, "Gorbaciov vuole e organizza una gigantesca Brest-Litovsk", sì che lo storico, anche se "non crede che proprio tutto [quanto sta accadendo oltrecortina] sia organizzato", afferma che "di sicuro [i detentori del potere] hanno organizzato lessenziale" (9). E questo "aver organizzato lessenziale" da parte della Rivoluzione, socialcomunista e non, evidenzia crudelmente unulteriore "povertà" fra le tante che affliggono i popoli che ha schiavizzato, cioè quella costituita dalla mancanza di gruppi dirigenti alternativi, capaci di denunciare efficacemente, agli occhi di popolazioni provate e fiaccate, la natura mistificante di quella sorta di passerella di "uomini nuovi" che si presentano come alternativi a quelli del passato, e che vengono "de-rubricati" mai il termine è stato più puntuale finché il "pubblico" cessa di tumultuare: gesto interpretato immediatamente dai mass media come segno inequivocabile di consenso, mentre il contrario lascerebbe intravvedere altrettanto inequivocabili "rigurgiti nazionalisti".
6. Ma la realtà predica per sé stessa e non è retorica affermare che, oltre la sofferenza e il dolore indicibili degli uomini, sunt lacrimae rerum: il fallimento che lestensione della Rivoluzione al campo socioeconomico cioè la Rivoluzione socialcomunista permette di verificare è fallimento che coinvolge lintera Rivoluzione, e non soltanto il suo aspetto socioeconomico, quali che siano gli sforzi messi in campo sia per impedire la verifica di tale fallimento, sia per desolidarizzare appunto la fase socioeconomica della Rivoluzione stessa dalle fasi o aspetti propriamente sociopolitici e socioculturali. Nella sua materialità, la fame colpisce e rivela linfecondità della rivolta contro Dio, ma questa disastrosa rivolta contro la natura, e quindi contro Dio creatore della natura, è soltanto il momento socioeconomico della rivolta simpliciter contro Dio. E, se "senza dubbio luomo può organizzare la terra senza Dio, ma "senza Dio egli non può alla fine che organizzarla contro luomo"" (10), come si verifica chiaramente in campo socioeconomico là dove la catastrofe non è conseguenza di calamità naturali, ma solo ed esclusivamente di calamità storiche, cioè promosse dagli uomini stessi, si può e si deve confessare apertamente che tutti gli aspetti della rivolta contro Dio, che nel tempo si dispiegano come fasi della Rivoluzione, come momenti di essa, aut simul stant aut simul cadent. Evidentemente non si tratta di una simultaneità cronologica, ma, per così dire, di una simultaneità logica, di una solidarietà per cui, se è dannoso negare Dio nel settore socioeconomico e quanto sia dannoso lo gridano le nazioni sotto regime socialcomunista ; se è dannoso allontanare Dio dal settore in cui a causa di un certo "igienismo" spirituale o "spiritualismo" ignaro dellIncarnazione riesce più difficile immaginarlo presente, cioè in quello socioeconomico, lesito catastrofico di un"economia senza Dio" induce a riconoscere o almeno a sospettare che anche le difficoltà e i danni che si riscontrano in altri settori della vita individuale e sociale degli uomini dipendano dalla stessa causa: infatti, un"economia senza Dio" richiama, per esempio, una "politica senza Dio", e così via. E, allorizzonte, appare evidente che il fallimento dellaversio a Deo indica nella conversio ad Deum il suo rimedio radicale e unico.
7. Nel 1917, mentre lavventura socialcomunista prendeva corpo e lo "spettro
del comunismo" cessava di aggirarsi "per lEuropa" (11) e
si insediava in Russia, per poi da lì prendere a diffondersi con tutti i mezzi in tutto
il mondo, la Madonna, a Fatima, in Portogallo, attraverso tre piccoli veggenti, inviava
allumanità un messaggio, un "segreto" in tre parti. Nella prima
relativa agli individui ribadiva che, se gli uomini non si convertono, vanno
allinferno; nella seconda riguardante le nazioni parlava del loro
"inferno", collegandone la tragica realizzazione alla Russia e alla diffusione
dei suoi errori; nella terza credo ormai lo si possa dire almeno indiziariamente
ipotizzava un "inferno" della Chiesa, cioè considerata la natura
della Chiesa, comunità ormai in possesso dei beni celesti e comunità terrena, quindi con
una vita anche storica come le nazioni un "inferno" nella Chiesa,
del quale doveva costituire dolorosa conferma allinizio degli anni Settanta
la drammatica considerazione di Papa Paolo VI, cui pareva che "da qualche
fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio" (12). Dunque, a Fatima
veniva annunciato linferno per leternità agli uomini, e nella storia alle
nazioni e alla Chiesa; e, al messaggio di sventura condizionata e meritata, si
accompagnava quello di salvezza e di trionfo, il Regno del Cuore Immacolato di Maria,
mediante un ritorno a Dio sostanziale e formale. Relativamente alla Russia, cioè allo
strumento dellinferno storico, la richiesta avanzata dalla Vergine Santissima
attraverso uno dei veggenti di Fatima, suor Lucia, comportava, accanto allaspetto
sostanziale costituito dalla conversione e dalla penitenza, quello formale rappresentato
dalla consacrazione, con atto solenne e pubblico, della Russia stessa ai Santissimi Cuori
di Gesù e di Maria, da parte del Santo Padre e di tutti i vescovi del mondo cattolico.
Avendo presente linsoddisfazione più volte espressa da suor Lucia per quanto a
tuttoggi fatto nella Chiesa dalla Gerarchia per ottemperare alla richiesta della
consacrazione, di fronte a ciò che accade sotto gli occhi del mondo intero, cioè allo
spettacolo offerto dal modo con cui la Provvidenza si sta servendo di nodi storici per far
avanzare il suo meraviglioso progetto, credo si possa affermare che, se non è stata
data esecuzione a tutto quanto richiesto dalla Madonna, poiché qualcosa è
stato fatto, qualcosa succede; e che la carenza formale sembra esser stata in
qualche misura surrogata dalle "dolorose prove a cui furono sottoposti tanti
[...], a motivo della loro fede" (13), cioè dal sostanziale tributo di sangue
versato, a testimonianza di una conversione radicale, dagli innumerevoli martiri che
fra le centinaia di milioni di vittime la Rivoluzione socialcomunista ha
fatto in oltre settantanni di potere totalitario esercitato su una parte rilevante
della terra e di operazioni sovversive svolte in tutto il mondo.
Quindi, non è forse ancora utile il compimento di atti formali e di gesti sostanziali,
affinché quanto sta accadendo non abbia a essere almeno contingentemente vanificato, non
ricavando da esso e dalle sue cause tutte le lezioni che se ne possono e se ne devono
ricavare, magari permettendo, per colpevole ingenuità, un recupero da parte della
Rivoluzione, socialcomunista e non? Saverio Vertone crede di cogliere in Mikhail Gorbaciov
"qualcosa di stranamente napoleonico" (14): sarà necessario
conservando la stessa metafora storica passare attraverso i "cento
giorni" prima di assistere al trionfo di Waterloo, presupposto di una Restaurazione,
questa volta reale riconciliazione dellumanità con Dio e la sua legge? Oppure è
lecito "sperare adesso che al sarcasmo della storia non si aggiungano
lipocrisia della cultura, il cinismo della politica e lindifferenza del
mondo" (15)? Ma come sperarlo seriamente, se non da, per e con
Maria Santissima, nella prospettiva del trionfo del suo Cuore Immacolato?
Giovanni Cantoni
(2) Gianfranco Miglio, Metamorfosi di due imperi, in Il Sole-24 Ore,
20-12-1989.
(3) Pierre Faillant de Villemarest, Les "non-dits" de la vie et de la pensée
de Gorbacev, Les dossiers du C.E.I., pp. 7-8, in la lettre
dinformation, anno XIX, n. 13, 25-11-1989.
(4) Corriere della Sera, 15-12-1989.
(5) P. Faillant de Villemarest, Editorial, in la lettre dinformation,
cit., p. II.
(6) Saverio Vertone, Il genio della disfatta, in Corriere della Sera,
11-12-1989.
(7) Ibidem.
(8) Ibidem.
(9) Michail Heller, "Attenzione, il demone comunista resta vivo",
intervista a cura di Ulderico Munzi, in Corriere della Sera, 12-11-1989.
(10) Paolo VI, Enciclica Populorum Progressio, del 26-3-1967, n. 42.
(11) K. Marx e F. Engels, op. cit., p. 53.
(12) Paolo VI, Omelia per il nono anniversario dellIncoronazione, del 29-6-1972, in Insegnamenti
di Paolo VI, vol. X, p. 707.
(13) Giovanni Paolo II, Discorso al Presidente del Soviet Supremo dellUrss, S.E.
Michail Gorbaciov, del 1°-12-1989, in LOsservatore Romano, 2-12-1989.
(14) S. Vertone, art. cit.
(15) Idem, Attenti ai gattopardi, in Corriere della Sera, 29-12-1989.