Regia: Stelvio Massi
 Sceneggiatura: Gino Capone
Interpreti:
Maurizio Merli, Giancarlo Sbragia, Orazio Orlando, Angelo Infanti, Lilli Carati
Colonna sonora: Stelvio Cipriani


la locandina giapponese
(Thanks Kazu !!!)




la locandina tedesca!


la pagella dello staff di pollanet

cast:
azione:
tensione:
storia:
colonna sonora:
malinconia:


giudizio complessivo:


spettacolare


legenda:

delirio
ottimo
buono
così così
cesso



La scheda tecnica completa del film
con
Internet Movie Database






Poliziotto Sprint  (1977)

In breve, la trama:

Marco Palma, pilota della Squadra Mobile romana, ha la grossa ambizione di dimostrare ai suoi colleghi e superiori di essere il migliore driver delle auto-civette. Per cui non disdegna nè di affiancarsi alle normali pattuglie nel corso degli inseguimenti (e di superarle), nè di taroccare la propria Giulia per farla andare più forte.

 

La morte del suo collega, nel corso di uno spettacolare incidente di cui lui è il responsabile, lo estromette dalla caccia al Nizzardo, un brillante pilota-rapinatore protagonista negli anni precedenti di epiche sfide con il suo superiore, il Maresciallo Tagliaferri, promosso e decorato per meriti di servizio e dotato addirittura di un Ferrari per gli inseguimenti alle auto più veloci.

 

Ma i vertici della questura sono costretti a riammettere in servizio Palma, a causa dell'impossibilità di cogliere sul fatto il Nizzardo, a infiltrarlo nella sua banda e a rispolverare dal garage il glorioso Ferrari.

Ad un certo punto Palma si troverà nella condizione di arrestare il Nizzardo, però no, a lui ciò che interessa è di far vedere a tutti chi è il manico al volante, per cui lo lascia libero.

Giusto il tempo di tornare al garage, e Jean Paul Dossenà detto il Nizzardo è già sotto la questura sgommando con il suo Squalo rosso, per l'ultima sfida del salto del burrone che gli sarà fatale.

Nonostante gli ovvi ricami per rendere il film più appetibile cinematograficamente, Poliziotto Sprint prende spunto da fatti di cronaca realmente accaduti.

Infatti, forse non tutti sanno che, negli anni '60, la Ferrari consegnò davvero alcune auto alla Squadra Mobile romana (3 o 5, se non ricordiamo male - una delle quali venne clamorosamente scassata da un brigadiere nel giro di prova), ed è altrettanto vero che alcuni piloti della Mobile si distinsero in maniera tale negli inseguimenti da diventare pressochè leggendari.

In ogni modo, l'affermazione con la quale si pone Poliziotto Sprint tra i capisaldi del cinema poliziottesco può prestare il fianco a più di una polemica.

Innanzitutto il plot, completamente diverso da quello degli altri film, anche dello stesso Massi.

In questo film non ci sono bambini rapiti da liberare o donne stuprate da vendicare.

I malviventi non hanno le sembianze sfatte del Gobbo interpretato da Tomas Milian e neanche la bellezza arrogante di un John Saxon, ma l'indiscutibile classe di Jean Paul Dossenà detto Il Nizzardo (al secolo Angelo Infanti).

Dopo la rapina in banca (senza il minimo spargimento di sangue) i malfattori non si trovano in una fumosa sala da biliardi a drogarsi e a fare rutti ma, al contrario, si riuniscono nel proprio garage a bere champagne (con parsimonia).

E, piuttosto che farsi strusciare da ragazze con pochi scrupoli morali, preferiscono una seduta dall'estetista, che mai sia qualcosa fuori posto.

Dall'altra parte troviamo Marco Palma, pilota della Squadra Mobile romana, interpretato da un Maurizio Merli un pò appesantito e clamorosamente privo del suo baffone biondo, che è un pò come il bollino blu sulle banane.

In questo film il grande Maurizio non ambisce ad esercitare la giustizia costi quel che costi e neanche a scannare un pò di delinquenti per toglierli dalla circolazione, quanto piuttosto a rendere palese a tutti la sua superiorità e il suo fegato come pilota.

Poche volte lo si vede irrigidire la mascella, e il suo personaggio infatti ne risente.

In definitiva, poi, il vero protagonista del film è Remi Julienne, il quale, accompagnato dalla sua equipe, effettua una vera e propria trasposizione cinematografica di uno di quegli spettacoli di strada molto in voga negli anni '70, condotti da lui e da altri stuntman (Holer Togni, Robi Rossi, il team Bizzarro).

Se a ciò aggiungiamo il fatto che il film è stato realizzato con l'evidente stretta collaborazione della Squadra Mobile romana (quella vera), il risultato che ne viene fuori è comunque straordinario, assolutamente straordinario.

Un film che vive ininterrottamente di peripezie automobilistiche, in cui le scene statiche sono davvero poche e viene voglia di saltarle con il fast-forward, come se fosse un porno.

Alcune ambientazioni hanno un gusto che potremmo definire quasi hollywoodiano. La scena in cui si vede una schiera di pattuglie in uscita dalla caserma per andare a catturare il Nizzardo è a dir poco da apoteosi, da "Ben Hur" del cinema poliziottesco, e pare quasi uno schiaffo morale a tutti gli altri film in cui c'è un'unica Giulia spesso ammaccata e raddrizzata a martellate.

La scena dell'inseguimento sulla scalinata di Trinità dei Monti è da fare ghiacciare il sangue al Ministro per i Beni Culturali; non potendo assolutamente ricordare tutte le scene acrobatiche, segnaliamo soltanto l'incredibile caccia condotta da una ventina di Giulia ai due Squali del Nizzardo, che si conclude con un demenziale maxi-tamponamento di auto della polizia in una ricostruzione che sembra copiata pari pari da "I Blues Brothers".

Cosa dite? "I Blues Brothers" è uscito nei cinema tre anni dopo??!? Ah già...

Vuoi vedere che (prima ancora di Quentin Tarantino) anche John Landis si è ingordamente studiato Poliziotto Sprint e gli altri???