Regia: Umberto Lenzi
 Sceneggiatura: Dardano Sacchetti
Interpreti:
Maurizio Merli, Tomas Milian, Ivan Rassimov, Renzo Palmer, Maria Rosaria Omaggio
Colonna sonora: Franco Micalizzi



VHS:



la pagella dello staff di pollanet

cast:
azione:
tensione:
storia:
colonna sonora:
malinconia:


giudizio complessivo:


sociale


legenda:

delirio
ottimo
buono
così così
cesso



La scheda tecnica completa del film
con
Internet Movie Database






Roma a mano armata  (1976)

Film del 1976, è stato diretto da Umberto Lenzi con l'intento di dare una soluzione al grave problema della criminalità che imperversa quotidianamente per le strade di una Roma devastata dalla violenza.

 

Il regista propone un commissario durissimo e tenace impersonato grandiosamente da un Maurizio Merli mai così deciso e cattivo. Il commissario Leonardo Tanzi è un kamikaze che rischia la vita ogni giorno, con l'obiettivo di ripulire la città, dando modo alla gente comune di vivere serenamente la propria esistenza.

I suoi metodi però non piacciono ai pezzi grossi della polizia, che li ritiene troppo violenti e che scavalcano sistematicamente il garantismo a cui una nazione civilizzata come l'Italia fa riferimento.

Questa antitesi si può riassumere in una frase pronunciata da Tanzi quando afferma che la delinquenza si nasconde dietro il codice.

Interessante in questa pellicola l'introduzione della "delinquenza bene", incarnata da un gruppo di giovani del circolo giovanile ricreativo monarchico, che stuprano una povera donna e maltrattano l'accompagnatore apostrofandolo "proletario di merda".

Al termine di un inseguimento mozzafiato, Tanzi ucciderà uno di loro, che aveva cercato di investirlo con la sua Dino Ferrari.

E' a questo punto che si chiede la testa del commissario che continuerà nonostante tutto ad agire in nome della legge. Lenzi ha inoltre voluto mettere a confronto due metodologie per combattere la delinquenza, quella del commissario di cui abbiamo già discusso e quella della donna di Tanzi (Maria Rosaria Omaggio), che crede nella rieducazione e reintegrazione sociale del malvivente.

La morte di due ragazzi dietro un ordine di libertà provvisoria firmato dalla donna, fa capire allo spettatore che la violenza è sopraffabile solo usandole contro una violenza ancor più terribile.

Ma il commissario Tanzi si conquisterà sul campo la fiducia dei suoi capi, sgominando la banda del Gobbo di Roma, che morirà sotto i colpi del protettore supremo della legalità.

 

L'approfondimento di Minni Malinconico

Nel 1976 per la prima volta appare sugli schermi di tutta Italia il cattivissimo Gobbo di Roma, interpretato magistralmente dall'incredibile Tomas Milian e partorito dalla mente geniale di uno dei più grandi registi del genere poliziottesco italiano, lo strordinario Umberto Lenzi.

Il regista gira infatti in quell'anno Roma a mano armata, uno dei suoi film più riusciti, in cui spiccano oltre a Merli nel ruolo del commissario Leonardo Tanzi decisissimo e tenace, proprio quel Gobbo che Lenzi riproporrà in chiave più sociale l'anno dopo in La banda del Gobbo, un assassino che vive di rapine, traffici sporchi, e di vite selvaggiamente troncate.

E' interessante comprendere la genesi e l'evoluzione di questo bizzarro personaggio, che ha rappresentato per il regista nel primo film il male assoluto. Nel secondo invece, La banda del Gobbo, è la vittima della società insensibile alla vita miserabile di un deforme borgataro.

In entrambi i film, il Gobbo è destinato a morire, ponendo fine alle sofferenze di un'esistenza avida di una qualsiasi forma di felicità.