PEPPI 'I MAPPASSU

 

 

Lu vintisei di Marzu esattamenti 'do vinticincu e non si  po scurdari; davanti a chesa Matri, cari amici, lu corpu si truvau didd'infilici

Giuseppe Vitaliti ( PEPPI ) è nato a Belpasso nel 1858, figlio del barbiere Antonio Vitaliti e di Caterina Aiello.Visse una vita diversa delle cosiddette persone normali.Il suo modo spontaneo e naturale di vivere, aveva delle analogie con il modo di vivere del vecchio saggio orientale.

Anche se i suoi detti e i suoi gesti erano saggi, solo pochi lo hanno capito;e solo pochissimi di quei pochi, ne hanno parlato per quello che lui era veramente.

MOMENTI DELLA SUA VITA

.........Una sera Peppi aveva fame, come sua abitudine vide che la porta della dispensa di proprietà di Don Pasquale Crispino, era aperta senza pensarci due volte entrò e siccome all'interno vi erano tantissime pezze di formaggio  ma sopratutto ricotta, cominciò a mangiare , Don Pasquale sentendo dei rumori e credendo di essere derubato, chiudette la porta a chiave e scappò di corsa a chiamare i carabinieri, ma il brigadiere arrivato sul posto , per lo stupore di tutti, trovò Peppi imbrattato di ricotta che mangiava, il quale sorridendo esclamò " Ma ricotta, brigaderi......."  

.......Peppi non rubava.... Mangiava

 

Peppi non sapeva niente...non conosceva nulla che ogni giorno dava linfa vitale alla vita... sapeva che per mangiare era di prima necessità il pane, un pezzo di cipolla e per bere gli bastava una latta di ferro riempita d'acqua.Sapeva che per comprarsi un sigaro bastava un " soldo " ( venti centesimi ) e per questo che quando chiedeva se qualcuno aveva qualcosa da offrirgli in denaro, lui non cercava altro che un soldo, anche se gliene offrivano di più.

Peppi diceva---- ....... per oggi mi bastano queste, domani pensa Dio......... 

 

Peppi veniva invitato in tutti i banchetti che si tenevano per il paese di Belpasso, soprattutto per i matrimoni, con la sua saggezza e compostezza sapeva dare allegria alla cerimonia, quasi tutti i belpassesi lo amavano, ma altri lo schernivano come lo scemo del villaggio, ma lui sapeva perdonare, come a Donna Peppina, che un giorno lo costrinse a bere dentro  la bacinella in pietra lavica ( scifu) dove si abbeveravano i maiali.

.....il giorno in cui Donna Peppina morì e fu portata al cimitero, solo Peppi c'èra ad accompagnarla dietro la carrozza..... 

 

Il ventisei di marzo del 1925, Peppi fu trovato moribondo sul sagrato della Chiesa Madre di Belpasso sotto una coltre di neve, fu subito portato a casa dove spirò poco dopo, i belpassesi alla notizia che arrivò come un fulmine a ciel sereno si rattristarono e cominciarono a rendere omaggio ad un personaggio che lasciò un vuoto nel paese.Al funerale c'èrano tutti, dal Sindaco al maresciallo dei carabiniere alla Amministrazione Comunale ai semplici cittadini che vollero dare l'ultimo saluto ad un concittadino amato da tutti. Peppi fu accompagnato al cimitero con una carrozza bardata con quattro cavalli e il corpo musicale di Belpasso.