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Ingresso Castello con fregio

Lo stemma tuttora esistente sul portale del castello è quello dei conti Della Ratta, esattamente come quello che si torva sulla tomba di Francesco Della Ratta nel Duono di Casertavecchia.
Non poteva essere di casa Durazzo in quanto la corona sulla testa del leone è comitale e non reale.

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Il Castello
Il Castello
INFORMAZIONI STORICHE di DURAZZANO 

     Se ne fa menzione per la prima volta in un documento del 1409, allorché Re Ladislao vendettequel feudo al suo Carmelengo, il paese si chiamava ORIZANUM, mentre nel Giustrieato di "Terra di Lavoro" e nella Contea di Caserta, nel secolo XIV, viene nominato ORACZANUM, di cui seguì le sorti feudali.

     Prima dell'avvento degli Angioini nel Regno di Napoli, nel 1266, con Carlo d'Angiò, figlio del Re Luigi IX di Francia venivano fatte delle donazioni al sovrano o al feudatario in occasione di eventi bellici o di feste nella famiglia dei sovrani; queste collette erano raccolte tra le persone benestanti in proporzione ai loro averi.

     Gli Angioini vollero istituzionalizzare un'entrata stabile sotto forma di tassa del focolare tenendo conto soltanto dei nuclei familiari esistenti nel Regno, indipendentemente dal reddito. Si chiamarono tasse del focolaio in virtù del fatto che una famiglia si identificava nella comunità coabitante attorno all'unico focolaio che allora equivaleva anche per cucina. Fattoche indusse i più poveri a formare dei nuclei numerosissimi pur di pagare un unico tributo, allora equivalente a once 0,25 di oro, pari ad un ducato.

     Da uno dei primissimi registri angioini salvati dall'incendio di Castelcapuano, Durazzano, nel 1290 risulta tassato per 134 focolari pari a 33,5 once di oro. Non tutte le Provincie del Regno pagavano in oro, molte città e paesi contribuivano in sacchi di frumenti. Per esempio Sant'Agata de'Goti, pese confinante con quello di Durazzano e che non era in "Terra di lavoro" pagava cento sacchi di frumento.

     Fu Terra Regia fino al 1409 quando Ladislao di Durazzano, imbarcatosi nell'ambizioso disegno do unificare l'Italia e indebitatosi fino la collo per le spese militari, vendette moltissime terre, tra cui quella di Durazzano per 3500 ducati d'oro a Giovanni Ciciniello, nipote di Cariolano. Nel 1427 passò a Baldassarre Della Ratta, Conte di Caserta.

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