bibliografia

freudiana


home page



nuovi consigli sulla tecnica della psicoanalisi

Si tratta di tre scritti: (commento dedotto da un lavoro di G.Genga 6/2/98)

1 "Inizio del trattamento" (1913). Freud mette in evidenza tutto il vantaggio economico della cura psicoanalitica che con la guarigione incrementa i guadagni e la ricchezza da ogni punto di vista. Ancora vi si parla (per la prima volta) del misero "tornaconto secondario della malattia", della necessità della sincerità assoluta (fosse anche segreto di stato) perchè il trattamento analitico deve porsi al di là di ogni riguardo poichè "già la nevrosi o le resistenze non hanno esse stesse riguardo per nulla e per nessuno": tantomeno lo avrà l'analista. Freud lavora anche su quale sia il momento opportuno per comunicare all'analizzato i propri pensieri: non prima di un transfert efficace, cioè dell'accadere del "rapporto", frutto della elaborazione analitica. Più che di dire o non dire, si tratta di quando dire, cioè "quando il paziente lo ha (l'analista) inserito fra le imagines di quelle persone dalle quali è stato abituato a ricevere il bene".

2 "Ricordare, ripetere, elaborare" (1914). Compare per la prima volta la "coazione a ripetere" in relazione con transfert e resistenza. Compare anche per la prima volta "nevrosi da transfert" (che in quell'anno si accompagnerà, nell'opera seguente, con l'espressione "amore da transfert"), come una nuova "nevrosi", che rende la psicopatologia trattabile. Se transfert = amore, la "nevrosi " da transfert non può che alludere a questo accadere di nuova trattabilità.

3 "Osservazioni sull'amore di transfert" (1914). Esame ricco e preciso sulla resistenza che nasce dalla dichiarazione di amore della paziente nei confronti dell'analista e su come deve intendersi la "astinenza". Freud ricorda che l'amore è suscitato dall' atto stesso di inizio del trattamento, cioè da quell' anticipo di guarigione in cui l'analista si offre come soggetto in posizione voluta di "altro", rappresentante dell'universo, in favore del guadagno del paziente sino alla guarigione. La dichiarazione di amore è una sfida all'analista, ad essere degno nella persona e nello stile, del credito che egli stesso chiede di dargli. Freud qui dice di non tirarsi indietro.

"Nella vita non c'è nulla di più dispendioso della malattia e della stupidità." (vol. VII)