IL MALATO
Il malato era secco come un cane,
la pelle gialla e gli occhi sbarrati
rivolti alle pareti del soffitto.
La bocca molle e sdentata mormorava
frasi sconnesse provocando lira dei vicini
che di notte non riuscivano a dormire.
Il figlio entrò veloce nella sala II
del reparto 4°, lo vide e si grattò la fronte
per nascondere gli occhi che lacrimavano.
Non cera più niente da fare,
questo era il parere dei medici,
questa era la condanna della vita.
Ormai tutti i parenti lo sapevano e
già pensavano al dopo, alla pensione,
alla casa, ai soldi, accorciandogli ancora la vita.
E il gatto che gira sornione tra i letti della sala II
del reparto 4° lo sa, non più biscotti
ha ricevuto dal malato del letto 28.
Ora gira al largo tra altri letti,
tra altri malati da intenerire, sui tetti,
tra i cestini e le carte del cornicione.