"Storia di due mite ( e di una pazza che le segue…)"

 

Se me lo avessero detto, non ci avrei creduto. Se mi avessero detto che io, da sempre contro ogni stereotipo della musica moderna, sarei arrivata a rasentare il fanatismo, mi sarei fatta una gran risata. E se ancora mi avessero detto che oggi la mia giornata non comincia senza ascoltare almeno una loro canzone, sarei andata in escandescenza. E mai avrei creduto che tutto ciò potesse avverarsi e, soprattutto, mai avrei creduto che tutto questo potesse non darmi fastidio, anzi potesse darmi un grandissimo piacere.

Tutto cominciò in una giornata piovosa di fine febbraio 1997 (non ricordo precisamente il giorno, ma ciò che successe sì). A quel tempo ero una ragazza tutta hip-hop, scuola e "fatti miei". Mia mamma stava accompagnando a scuola me e mia sorella. Nella mia testa martellava incessantemente quel grandioso ritornello che avevo sentito prima di scendere. Improvvisamente, mia sorella comincia a canticchiare un allegro motivetto:" Scusa, so che è soltanto un'altra scusa.." Incuriosita da questa sua "uscita" le chiedo:" Ma che canzone è? La conosci solo tu!" Mia sorella con un guizzo inferocito mi risponde:" Guarda che sei tu l'unica persona in tutta Italia a non conoscere questa canzone: è di Paola e Chiara. Ieri hanno vinto Sanremo Giovani" Tutto questo perché io, contro ogni stereotipo della musica moderna, mi sono sempre rifiutata di vedere Sanremo. Dal giorno seguente comincio a sentire questa canzone in radio e comincia ad appassionarmi. Così poco a poco inizio anch'io a canticchiare l'allegro motivetto. Comincio anche ad appassionarmi alle due sorelline che la cantano, tanto da registrare ogni loro apparizione in tv. Tempo dopo riuscì a convincere me stessa e recuperai anche la loro esibizione a Sanremo. Ma più passava il tempo, più sentivo che mi mancava ancora qualcosa. E così, appena finita la scuola, compio il grande passo: per la promozione chiedo in regalo ai miei la cassetta di "Ci chiamano bambine". Qualche giorno dopo mio padre mi accompagna al centro commerciale e mentre torniamo a casa comincio a sentirla nell'autoradio. In quel momento mi innamoro letteralmente di "Tu non sai", anche perché sembrava parlare proprio del momento che stavo vivendo( Avevo appena compiuto 13 anni…Le prime cotte adolescenziali)ovviamente in termini meno traumatici. Mi è sembrata la canzone che più si avvicinava al mio modo d'essere e di sentirmi in quel momento. Ma a poco a poco che sentivo quella cassetta mi accorgevo che qualcosa stava cambiando: con quell'album le due sorelle Iezzi mi avevano stregato. E così avevo loro inconsciamente dichiarato che le avrei seguite per sempre. Strano a crederci, ma così è stato. Infatti, a scuola non parlavo d'altro e questo era solo un modo in più per deridermi. Ma ciò non mi ha mai importato. Arrivai anche a "rubare" le foto ad una mia amica che era andata al concerto di Mark Owen. E fu allora che nacque il grandissimo desiderio di vederle dal vivo: non riuscivo a capire perché quella mia amica era riuscita a vederle e io no. In fondo, a lei non importava niente di Paola e Chiara, io avrei dato di tutto: si sa, da "adolescenti" si farebbero pazzie.

Intanto, il tempo passa.. Quanto tempo? Credo un anno. Quella cassetta si stava ormai consumando nel mio stereo. Cominciavo a pensare che ci volesse un'altra cassetta al suo posto. Sempre di P&C, ovviamente. E poi quelle canzoni non mi sembravano più tanto mie, io stavo crescendo e quelle canzoni mi sembravano invece solo un bellissimo ricordo: ricordo di un periodo passato. Facevo questi pensieri mentre sfogliavo il "Cioè" di una mia amica, casualmente mi fermai a leggere i nomi dei partecipanti a Sanremo. Istintivamente la mia lettura cade su "Paola e Chiara - Per te". Comincio a saltare per la gioia, con conseguente derisione da parte dei miei compagni di classe. Ma in quel momento era come se non esistessero; esisteva solo la grandissimo voglia di vedere Sanremo. E poi non avrei potuto venir meno alla promessa fatta loro appena un anno prima. Ma quella sera i miei genitori mi giocarono un tiro mancino: invitarono dei loro amici a vedere "Titanic" in videocassetta. Subito pensai :"Va bene, c'è il televisore piccolo in camera di mio fratello, mi accontenterò" Ma mai avrei pensato che proprio quella sera mio fratello si sarebbe attaccato alla Playstation con il suo amico. E non ho avuto fortuna in fase di convincimento. Sembrava proprio che la sera tanto aspettata si rivelasse un grandissimo fallimento. Sconsolata, mi misi a guardare "Titanic". Verso metà film, accade ciò che speravo. I bambini reclamavano la pizza, bisognava stoppare il film per mangiare. Appena tolta la cassetta, misi sul Festival. Ora prendetemi per una bugiarda, pallista o non so cosa: siete liberi di crederci o no, fatto sta che proprio in quel momento il presentatore (Baudo, credo!) annuncia Paola e Chiara. Immaginatevi i miei salti di gioia: le mie preghiere erano state esaudite e la promessa era ancora intatta!! L'unico problema erano quelle quindici persone che si aggiravano nel mio salotto. Così mi alzo in fretta da tavola, incurante dei rimproveri del mio papi, e attacco l'orecchio alla TV. Rimango colpita dalla loro metamorfosi, il loro nuovo look: ora sono molto più aggressive, "grandi", cresciute. Ma l'impressione che mi danno è senza dubbio buona, se non ottima. Il ritornello della canzone, poi, mi entra nella testa senza più uscirne. Sembrava che avessero ascoltato la mia voglia di qualcosa di nuovo. Infatti la svolta un po’ rockeggiante mi piacque parecchio. Già dal giorno dopo a scuola cantavo quello che non era più un così allegro motivetto. Cominciava a essere un po’ più "arrabbiato". E mi piaceva parecchio, anzi da matti! Ma ciò non bastava per eludermi dalla derisione crudele delle mie compagne di classe, che ora discutevano sul loro look. In effetti, a quel Festival P&C arrivarono tra le ultime, furono nominate "peggior look del Festival", ma in me non fecero altro che rafforzare l'inconscia dichiarazione di eterna fedeltà. E perciò furono liti continue con chiunque le criticava. Intanto, avevo l'impressione di crescere con loro, con le loro canzoni. Poco tempo dopo comprai la riedizione di "Ci chiamano bambine". Oltre a "Per te", che ormai cantavo senza sosta e che mi faceva ormai da colonna sonora , il mio cuore impazzì sul punto di sentire "Ti vada o no". Subito pensai che quelle due grandiose sorelle avevano preso il vizio di scrivere canzoni che parlassero del periodo che stavo vivendo. Mi immedesimavo nei protagonisti delle loro canzoni e rivedevo me stessa. Più o meno. Allora avevo 14 anni, e come nella canzone, era arrivato il periodo in cui "le cotte" cambiano le persone e dire "certe cose" non risulta più così semplice. Pensai che più fan di così non sarei mai diventata, ma, scusate l'autocitazione, "Il bello doveva ancora cominciare!"

Una sera, a letto prima di dormire, mia sorella (ebbene sì, sempre lei!) comincia a canticchiare "Tutti quanti abbiamo un fuoco dentro.." Mi alzo dal letto e la guardo stupita. Lei mi capisce e mi dice "E' l'inizio di "non puoi dire di no", non l'hai mai sentita?" Ferita nell'orgoglio, non osavo credere che mia sorella avesse sentito prima di me il nuovo singolo di P&C. L'indomani, per rimediare, passai l'intero giorno a cambiare stazioni radio, ma la mia fatica fu premiata: ascoltai finalmente "Non puoi dire di no". Inutile dire che ne rimasi colpita, soprattutto dal testo, che ancora oggi considero uno dei più belli di P&C. In quella canzone ritrovavo, e ritrovo ancora oggi, la mia voglia di andare, spaziare, cambiare. Cambiare, già, perché di lì a pochi mesi sarei passata dalla scuola media alle superiori. E speravo che lì nessuno avrebbe più parlato male di loro. Perché a un certo punto costa fatica continuare a credere in certe cose quando sei l'unica a pensarlo. Ma io non ho mai dato retta a nessuno, basti pensare che l'antagonista principale l'avevo e l'ho tuttora in casa( mia sorella!!).Poco dopo aver ascoltato il singolo andai al centro commerciale, con mia mamma stavolta, a comprare la cassetta di "Giornata storica". Una volta ascoltata tutta, sembrava che P&C non avessero centrato il mio periodo con nessuna di quelle canzoni. Ma venni presto smentita. Qualche settimana più tardi, andai in gita quattro giorni con la scuola , e con "Giornata Storica" nel walkman. E in quei giorni le due sorelle mi giocarono l'ennesimo tiro mancino. Fu allora che trovai la "mia" canzone: "Colpo di fulmine". E penso sia inutile spiegarvi il perché. E per la terza volta, il mio stereo si accingeva a consumare una nuova opera by P&C. E giunsi alla conclusione che quell'eterna e inconscia promessa sarebbe sempre rimasta tale: P&C erano diventate i miei idoli e io sarei diventata la loro più grande fan. Intanto, arrivò l'estate 99 e speravo tanto venissero in concerto a Foggia, la mia città, ma ciò non avvenne e io ne rimasi molto delusa.

Primavera 2000: ormai il mio stereo conosce tutte le canzoni di P&C. Ma è ancora ignaro di ciò che deve ancora avvenire. Per radio si comincia a sentire un'allegra canzoncina con un ritornello in spagnolo, che poco alla volta comincia a mietere un gran successo. Ma io non avevo capito che si trattasse del nuovo singolo di P&C. Una sera stavo guardando il "Night Express" perché ne avevo visto la pubblicità: in quella pubblicità si annunciava la presenza di Paola e Chiara. E quando iniziarono a cantare, con grande stupore finalmente capì di chi era quella canzone. Il giorno dopo a scuola, comincio a canticchiare "Vamos a bailar, esta vida nueva.." E con più grande stupore, mi accorgo che i miei compagni di classe stavolta apprezzano. Apprezzano il loro nuovo look, apprezzano la canzone e finalmente apprezzano un po’ anche me, da sempre loro fan. Inutile dire la gioia che provavo in quel momento. E anche quella volta il loro cambio di look era arrivato al punto giusto: come io ero arrivata al punto in cui una persona si sente definitivamente cresciuta e ha voglia di lasciarsi dietro tutto ciò che ormai è stra-passato, loro ora cantavano "ora è tempo di essere nuova immagine".. E non ci volle molto tempo perché io comprassi, al solito centro commerciale, ma questa volta da sola, il loro nuovo capolavoro "Television". Nel momento esatto in cui lo stavo ascoltando ho capito subito che quello era il mio album. Quello è stato subito e sarà sempre il mio album. E non so spiegare perché: è così, lo sento e basta. Di "mie" canzoni quell'album è pieno, quando lo sento (cioè sempre!) mi sembra mio, come se lo avessi fatto io. Invece per l'ennesima volta erano quelle due sorelle che riuscivano a stupirmi e ad entrarmi così nel profondo. Quell'eterna promessa diveniva così una grande convinzione: non le avrei lasciate mai. Tra Television nel mio povero stereo e le uscite con le amiche, il tempo passava e giungeva l'estate. 30 giugno: parto per le vacanze. 10 luglio mi arriva un sms di una mia amica rimasta a Foggia, che diceva pressappoco così: "Ciao Cla, come va? Ho una cosa importantissima da dirti: P&C vengono a Foggia il 16 luglio" Così corro subito da mia mamma :" Mamma, che giorno torniamo a casa?" Risposta :" Il 17"…Caddi così in una profonda depressione: quello che aspettavo da tanto tempo sembrava sfuggirmi per 24 misere ore. Non avrei resistito. A quel 10 luglio si successero giorni stranissimi, in cui mi divertivo da matti, ma ogni volta che pensavo al concerto che mi perdevo stavo malissimo. Ma nel frattempo non sapevo che i miei genitori, per accontentarmi, erano disposti a tornare un giorno prima. Eravamo in vacanza nel Salento: Foggia dista solo un paio d'ore. Così il 15 luglio i miei genitori decidono di partire l'indomani pomeriggio: avrei potuto vedere il concerto. Non mi sembrava vero ed ero eccitatissima: anche se mi dispiaceva lasciare gli amici del mare, quante volte in un anno P&C fanno un concerto a Foggia? Una sola, e non avrei potuto lasciarmela scappare. Alle 20:30 del 16 luglio sono a casa. Alle 20:45 la mia amica passa a prendermi. Alle 21 eravamo sul luogo del concerto, che sarebbe dovuto cominciare alle 21:30. L'attesa era per me snervante, più il tempo passava più avevo voglia che durasse il più a lungo possibile. 22:15: I musicisti prendono posto e cominciano a suonare una gran bella introduzione. Paola e Chiara salgono sul palco e cominciano a cantare "Bella". Io sono in delirio totale. Subito dopo cantano "Per te" e io comincio a saltare e urlare come una pazza. Era il momento che tanto sognavo. Ed era ancora meglio di come lo immaginavo. Ormai non capivo più niente ed ero emozionatissima. Cantarono tutte, o quasi tutte, le canzoni del nuovo album e le loro canzoni più famose. Fu bellissima la versione di "Amici come prima" e naturalmente cantarono parecchie volte il loro nuovo hit "Vamos a bailar". Ma l'episodio che porterò sempre nel mio cuore riguarda "Non puoi dire di no". Per quella canzone P&C sistemarono due sedie ai bordi estremi del palco. Io allora mi spostai al centro, incurante delle numerose lamentele del pubblico dietro di me. Paola allora chiese, rivolta al pubblico, chi conoscesse quella canzone e io risposi urlando a squarciagola :"IO!!!!!". Paola mi rispose: " Vedremo". Quella fu una versione molto particolare, suonata solo con qualche chitarra, credo. Ma la cosa più bella era Paola che ogni minuto guardava verso di me per vedere se veramente conoscevo quella canzone e, quando si accorgeva che non fingevo, mi sorrideva. Ero felicissima e pensavo "Tra un po' vedi che mamma mi viene a svegliare".. Eh sì, pensavo di sognare!!!! Invece tutto quello che vivevo era vero e da allora è rimasto sempre impresso nella mia memoria. E lo sarà per sempre. Perché quel concerto ha eliminato definitivamente anche la più piccola riserva che potessi inconsciamente avere nei confronti di P&C. Dal vivo mi hanno emozionato ancora più di quanto avessero fatto con i loro album. Dal vivo sono grandi, semplicemente grandi..

Ma tutto ciò che è avvenuto quella sera non ha fatto altro che consolidare ciò che si era creato negli anni passati. Perché di questi tempi è facile dire "Come sono brave Paola e Chiara!". Ma in passato le persone che avevano il coraggio di ammetterlo si potevano contare su una mano. Oggi lo dicono tutti, ma non tutti sanno che quelle di oggi sono le stesse P&C che cantavano in "Giornata Storica", e la maggior parte di quelle stesse persone che oggi le stimano così tanto e affollano i loro concerti sono le stesse che solo l'anno scorso le criticavano, anche se non ho mai capito perché. E' facile seguire la massa ed è ancora più facile seguire la moda: è così e lo sarà sempre, lo so, ma per me non è giusto. Infatti, provo uno strano sentimento verso chi vede in P&C solo "Vamos a bailar" e neanche l'intero "Television", perché io e molte altre persone sappiamo che non è così, perché io sono cresciuta con le loro canzoni e perché sarò sempre grata alle due sorelle per aver reso la mia vita così bella. Ora non so se sono diventata la loro più grande fan, e neanche mi interessa saperlo, ma so con sicurezza che loro sono diventate per me un appuntamento fisso, che ogni anno si rinnova per camminare e crescere ancora un altro po’ insieme……….

 

 

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