Franco Ragusa

PEPPY'S STORIES

Titolo originale:
LE "DI PEPPE" VICENDE

RGF

EDITORE


(C) 1994 RGF Editore
Ciampino - Roma

ISBN 88-86821-06-9
Distribuzione: Diest
V. G. Cavalcanti, 11 - 10132 Torino
Tel. 011/8981164

Finito di stampare nell'Aprile 1994
Centro Stampa De Vittoria
Via degli Aurunci, 19 - 00185 - Roma


Peppe, o Peppy per gli amici, vive in un mondo che non è decisamente il suo.
Non che lui non si sforzi per viverlo al meglio, ma come conciliare tutto quello che gli succede con la logica più elementare? E già, perché è proprio questo il problema: riuscire a rimanere savi pur dovendo vivere ai confini della realtà.


     Per un pugno di sigarette

"E a quest'ora chi è che mi sta pensando? Da come mi fischiano le orecchie dovrebbe essere una cosa importante ... 8! abcdefg...H?! Chi sarà mai? Non ricordo di aver conosciuto ragazze svedesi; a pensarci bene conosco solo ragazze italiane, e neanche tante. Forse H è l'iniziale di qualche società che mi ha venduto qualcosa ed ora vogliono i soldi. Tra l'altro sono pure al verde.
E ora chi è al telefono? Sono le due di notte! Va bene che uno è sveglio, ma potrebbe benissimo dormire vista l'ora."

-"Pronto, chi è?"-

-"Ehilà Peppy. Ti ho svegliato? No, vero?!
Mi devi scusare ma qui è ancora giorno, ho pensato che in Italia è già notte fonda soltanto quando ho sentito la tua voce.
Come va? Qui si sta da Dii. Certo, però, in fondo ti invidio. Roma d'agosto deve essere una pacchia, vuota com'è di romani e così piena, invece, di straniere. Il traffico poi te lo scordi. Va bene che tu non hai la macchina. Ma anche con l'autobus ... vuoi mettere?! Se ci pensi bene devi darmi atto che nel cambio ci hai guadagnato. Più ci penso e più ti invidio. Ora però ti devo salutare. Mi ha fatto piacere sentirti, ci vediamo quando torno. Ciao e divertiti alla grande."-

-"Pronto ... pronto."-

"Ha attaccato ... Io questo quando torna lo metto in lavatrice. Nel cambio ci ho guadagnato ... è tutta colpa della tecnologia. Questo mese non pago il telefono così me lo staccano e non ci penso più. Macché, me lo hanno già staccato ... non posso telefonare! Ricevere sì!
Beh, visto che oramai prima di due ore non mi addormento ora vado a fare un giro. In fondo, Roma, non è la capitale della dolce vita?!"

"Non c'è un cane! Roma sarà pure la capitale della dolce vita, ma Cinecittà è solo la brutta copia del Bronx. Almeno lì si scannano, qui è un deserto da far paura. L'unica è quella di andare in centro. Un bell'autobus e passa la paura."

"E ti pareva. Sono le due e venti, per cui è passato due minuti fa. Il prossimo passa tra un'ora! Neanche a sperare nel miracolo che sia in ritardo. La mattina il ritardo è la norma, di notte mai! Una volta tanto che non devi fare a botte per salirci, non ci sali perché è in orario.
Pure le sigarette ho finito. Dolce vita o no, il centro a questo punto è un obiettivo strategico.
In fondo, a Roma, se c'è sempre gente in giro fino a tardi, solo al centro però, a cosa è dovuto? Sono tutti senza sigarette! Haivoglia a dire a mia madre che non facevo nulla di immorale le notti che rientravo tardi. Come fai a spiegare ad uno che non fuma che le orge le ho viste solo al cinema e che ho passato un terzo della vita a cercare le sigarette? Chissà perché uno le sigarette non le compra mai di giorno? Freud direbbe che è tutta colpa dell'inconscio ... Avrà visto pure lui la dolce vita?"

"Ma 'st'auto quando passa? ... È in ritardo! Prima no, adesso sì. Neanche è da dire che pago ridotto quando faccio la tessera.
E se fosse sciopero? Il dodici agosto? Se è sciopero m'incazzo. Quando li propongo io sono il solito estremista; appena si sparge la voce che devo comprare le sigarette scoppia la rivoluzione bolscevica.

È proprio sciopero. Guardalo ... mai visto un manifesto più grande, solo io non l'ho visto. Alle cinque però finisce. Devi comprare le sigarette è sciopero, devi andare a lavorare no!
No problem, un'oretta a piedi e sono davanti ad un bar-tabacchi."

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-"Buonasera, mi dà un pacchetto di quelle."-

"Porca miseria, ho dimenticato il portafoglio a casa. E ora come faccio?"

-"Allora, le vogliamo o no queste sigarette?"

-"Le assicuro che avevo tutte le migliori intenzioni, ma non credo che le sia disposto a fare del credito ad uno sconosciuto."-

-"A more', se pensi de famme perde tempo è meglio che cambi aria."-

-"Considerando che sono il suo unico potenziale cliente non sarebbe poi una grande perdita di tempo. Magari se scambiamo quattro chiacchiere diventiamo amici e lei potrebbe cogliere l'occasione per offrirmi una sigaretta."-

-"Non credo proprio. Non fumo."-

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"Ma si può essere più idioti? arrivare sin qui e non portarsi il portafoglio ... e vai va', c'è pure la volante."

-"Buonasera. Cosa fa il signore a quest'ora? Può mostrarci i documenti?"-

-"Potrà sembrarle strano ma sono senza il portafoglio."-

-"Abita qui vicino?"-

-"Forse dovrei? No, non abito qui vicino."-

-"Mi scusi, ma lei cosa ci fa qui?"-

-"Volevo comprare un pacchetto di sigarette."-

-"E già! Uno alle quattro di notte cosa fa? Cerca un tabaccaio per comprare le sigarette. E come, di grazia, se non ha il portafoglio? O i soldi li tiene forse da un'altra parte? O forse ha qualche amico barista disposto a farle credito e, già che c'è, a garantire per lei?"-

-"No, non ho nessun amico barista. Ho semplicemente dimenticato il portafoglio dimenticandomi di controllare se lo avevo dimenticato."-

-"Ah, ora fa pure lo spiritoso. Ci faccia controllare la sua macchina."-

-"La macchina? Spero che anche questo non le sembri un po' strano, ma io non ho la macchina."-

-"E come c'è arrivato fino a qui? Volando? Finalmente abbiamo conosciuto l'Uomo Ragno. Come se non lo sapesse che c'è lo sciopero degli autobus. E sì che la faccia di quello che passa la vita ad organizzare gli scioperi ce l'ha."-

-"Ma guardate che io stavo cercando le sigarette sul serio. Quando uno ne rimane senza dieci chilometri diventano una passeggiata."-

-"Sì, sì. Poi visto che c'era ha deciso di aiutare i bambini ad attraversare la strada, che di notte è molto pericoloso. Forse è meglio se ci dà una spiegazione migliore."-

"Quello che ha detto che la verità è rivoluzionaria mi sa proprio che non fumava."

-"Ma come? Non mi credete?"-

-"Chi ci dice che lei non sia un bandito o che so, un terrorista?"-

-"Il fatto che mi sarei dimenticato anche la pistola, oltre al portafoglio, il che mi sembra un po' troppo."

-"Ora anche i giochi di logica si mette a fare. Le dispiace se viene con noi?"-

-"Se aveste una sigaretta ..."-

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-"Allora, lei voleva comprare le sigarette alle quattro di notte ... e non aveva una lira in tasca."-

"Tutte a me. Se avevo i soldi: dove li avevo presi? Non li ho: dove vai in giro senza una lira ?"

-"L'ho già detto. Lo so che potrà sembrare strano, ma io i soldi pensavo di averli."-

-"Può sembrare strano? È strano! Come se non bastasse la troviamo in centro con lo sciopero degli autobus e ci dice di non avere neanche la macchina. Senta, facciamo così: questa sera rimane ospite qui da noi, e poi domani vedremo se non è successo nulla da quelle parti; a fare un po' di conti c'è sempre tempo."-

"Ma perché non ho smesso di fumare?"

-"Ma da quelle parti succede sempre qualcosa. Non mi potete mica accollare tutti i reati notturni solo perché non sono autoferrotramviere e non so nulla dello sciopero."-

-"E bravo: non ha fatto nulla ed è già alla ricerca dei cavilli legali. Vada, vada, ci vediamo domani."-

-"Senta, visto che non posso uscire per procurarmele, non è che potrebbe offrirmi una sigaretta?"-

-"PORTATELO VIA!!!"-

---- Il giorno dopo

-"Guardi che la lasciamo andare soltanto perché lei era l'unico male intenzionato questa notte, ed è solo grazie a noi, che l'abbiamo fermata prima che commettesse qualche sciocchezza, se ora non sta passando un brutto quarto d'ora. Ma non si faccia illusioni, perché da oggi la teniamo d'occhio. A proposito, già che c'è, e tanto l'ha visto che come scusa non regge molto, smetta di fumare e in alternativa si faccia due passi, le farebbe molto meglio."

"Si faccia due passi ... Adesso sì!!! Stanotte invece no: dieci chilometri a piedi erano il corpo del reato. Meno male che non è successo nulla per tutta la notte. Neanche un furto d'auto ... nulla. Mi sa che a Roma ci siamo rimasti io e quei tre poliziotti. Beh, su di morale, si ricomincia. A casa comunque non ci vado se prima non compro le sigarette ... e pure una macchina. 'Azz... mi sono dimenticato che non ho una lira. OK, faccio due passi e me ne torno a casa."


O ccafè

-"Pronto ... Ah, ciao Gigi ... Uscire adesso? Ma se sono già le undici passate. ... No! Al mare proprio non ci vengo ... Figurati cosa me ne frega che stanno tutti al mare ... Arrivare fino a Ostia per prenderci un caffè? Guarda, un caffè a Napoli pure pure, ma a Ostia proprio no!"-

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-"A Gi', io ho detto Napoli tanto per dire. Ma ti rendi conto che prima delle due non arriviamo?!"-

-"E a noi? Domani non si lavora. E poi quella di Napoli è stata un'idea tua. Uscire va bene, ma così?! Comunque un po' di movimento fa sempre bene."-

-"All'anima del movimento! E se ci veniva voglia di una granita che facevamo? Andavamo in Sicilia?"-

-"Perché? Lì come le fanno?"-

-"Male, male! Facevo solo per dire."-

-"No, guarda, se c'è una cosa che non mi puoi fare è quella di mettermi la pulce nell'orecchio. Tanto per dire potevi anche nominare il Piemonte."-

-"Ma in Piemonte le granite non le sanno fare."-

-"Allora le fanno bene in Sicilia!"-

-"A Gi', ma ti pare che se in Sicilia facessero le granite più buone del mondo, ed io lo sapessi, non te lo direi? Sarebbe come nasconderti che a Napoli fanno o ccafè più buono che c'è. A proposito, devo dirti che già sento il profumo."-

-"Eh sì ! Abbiamo fatto bene a non andare a Ostia. Lì sarebbero stati capaci di propinarci chissà quale sbobba all'americana. Smaltiamo queste due macchine al casello ed è fatta."-

-"Salve uaioò, o volite 'n'orologio?"-

-"A Gi', io un napoletano nero è la prima volta che lo vedo."-

-"È che io non sono napoletano, ma se non faccio così non vendo nulla."-

-"Perché? Essere napoletani fa garanzia?"-

-"No. È che essere fregati da un napoletano è normale, da un eritreo è da fessi."-

-"E già ! È come essere arrestati dalla Digos o da un Vigile Urbano. Comunque l'orologio non ci serve."-

-"Peppe, non è che ora penserà che siamo razzisti?"-

-"A Gi', già ce l'ho l'orologio. Va pure bene. Che devo fa'? Devo diventa' povero pure io per comprarmene un altro? Neanche è da dire che devo fare regali. E poi che non lo sai che idee politiche ho? Ti pare che possa essere razzista?"-

-"Io dico che tu tua figlia non la fai sposare con uno di colore."-

-"E come faccio? ... Non ho neanche moglie. E cosa che mi sposerei io con una nera pur di trovare qualcuno che mi ami. Anzi, ora mi informo. Senti un po', non è che hai una sorella?"-

-"Una sorella? Ne ho otto. Vanno da sei a trentasei anni. Però c'è il problema del biglietto dell'aereo."-

-"Allora non ci siamo capiti. Fra me e te c'è solo una differenza: il colore delle pelle. Per il resto stiamo in "bianco" alla stessa maniera. Attualmente la mia massima aspirazione è quella di vendere i fazzolettini a piazza Venezia, che dalle altre parti non si batte più un chiodo. Appena tolgono quel vigile e ci mettono un bel semaforo a quattro scambi ... dieci posti di lavoro non ce li toglie nessuno."-

-"Ho capito, è meglio che me ne vado che con voi perdo solo tempo. A proposito, buona fortuna, che la notte è ancora lunga."-

-"Che voleva di' Gi'?"-

-"Ma? Non lo so. Comunque non ci ha mica detto nulla di male, tra l'altro siamo pure arrivati, è facile che ci porti pure bene."

-"È vero, già siamo a Napoli. Devo dire che al volante sei qualcuno, non sono ancora le due. Certo che non gira un'anima."-

-"Vedrai appena arriviamo al centro. Il carnevale di Rio, in confronto, ti sembrerà una cerimonia funebre. Il fatto è che credo di essermi perso. Aspetta, lì c'è qualcuno .... Mi scusi, per andare in centro?"-

-"Marlboro, MS vaticane, Camel, con filtro e senza, tutto per il fumatore incallito."-

-"Ci scusi, ma il mio amico si è perso e non sa più come arrivare in centro."-

-"Accendini con finto bollo del monopolio e senza, cerini se proprio siete in bianco."-

-"OK, un pacchetto di Marlboro. Quant'è?"-

-"Per voi solo diecimila, grazie."-

-"Come diecimila? E che costano più di quelle regolari?"-

-"Vedete forse qualche tabaccaio aperto per poterle comprare quelle regolari? Forse al centro potete pure trovarlo, ma qui non siamo al centro."-

-"Va bene, ecco le diecimila. Allora, come si arriva in centro?"-

-"Sempre dritti che non vi potete sbagliare. A proposito, ma che ci andate a fare a quest'ora?"-

-"A comprare un altro pacchetto di sigarette. Dovessimo rimanerne senza prima di tornare a Roma."-

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-"A Gi', me sa che so' andati tutti a Ostia. Qui è tutto chiuso."-

-"Da quando una città si giudica per i negozi aperti? Ogni posto ha le sue abitudini. Comunque lì c'è qualcuno ... Mi scusi, per prendere un caffè?"-

-"Dovete andare da "Peppino a mare", sotto il cavalcavia che viene dall'autostrada. Ditegli che vi manda Totò e che siete amici miei carissimi."-

-"Ma noi veniamo proprio di là e non abbiamo visto nessun Bar aperto."-

-"E che a Napoli o ccaffè lo si beve solo al Bar?! E Peppino che ci sta a fare allora? "-

-"Vedi Peppy, è come ti avevo detto io, ogni città ha le sue abitudini."-

-"A Gi', qui le abitudini so' che un pacchetto de sigarette costa diecimila lire. Pensa te quanto potrà mai costa' "o ccaffè" che fa "Peppino a mare"? Io pago con i soldi miei, mica con quelli della cassa del mezzogiorno. Non sono mica un lumbard a caccia de bancarotte fasulle ... io sto già in bancarotta."-

-"Va bene, non ti scaldare. Certo, però, devi pure considerare che sono le due passate ... un po' di disturbo va pure premiato. Comunque da Peppino non ci andiamo che troviamo sicuramente qualcosa anche da queste parti. Lì mi sembra di vedere qualcosa aperto. E sì, è proprio un Bar."-

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-"Ventimila, grazie."-

-"Ventimila per cosa?"-

-"Per entrare."-

-"Mi scusi, ma questo non è un Bar? O è forse un Club privato?"-

-"Certo che è un Bar. Che non avete letto l'insegna? E' che la notte facciamo pagare una piccola cosa. Sa, con tutti gli ubriaconi che girano a quest'ora, bisogna pur trovare il modo per avere una clientela di qualità. Penso che sarà d'accordo con me che è meglio stare seduti vicini ad Agnelli che ad uno straccione puzzolente."-

-"Devo dire, caro Peppe, che questa mi sembra proprio una buona idea."-

-"A me no! Ma come? Prima eravamo razzisti solo perché non compravamo un orologio che non ci serviva. E adesso? A parte questo, poi, io i venti sacchi li tiro fuori solo se vedo Agnelli in persona."-

-"Dai su, un colpo di stile ci vuole ogni tanto nella vita."-

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-"Sperare d'incontrare "l'Avvocato" forse era chiedere un po' troppo, ma qui, tranne noi, non ci sono neanche le zanzare."-

-"Beh, sapete, è ancora presto. La gente è ancora a mangiare nei ristoranti. Questa non è proprio l'ora alla quale si abbandona il centro della città."-

-"A Gi', ho capito male, o questo ci sta dicendo che qui non siamo in centro?"-

-"Non proprio. Diciamo che ci troviamo in una zona residenziale ... a ridosso del centro."-

-"Mi sa che Napoli è una città senza centro. È più di un'ora che giriamo e non abbiamo ancora visto, non dico un ristorante aperto, ma neanche un Bar. E l'unico che troviamo aperto, guarda un po', non sta al centro."-

-"Dai Peppy, se volevamo stare nella confusione dovevamo andare ad Ostia. In fondo siamo venuti qui per prenderci un caffè. Ora ci danno la carta delle consumazioni e vedrai che ci risolleviamo."

-"A Gi', ho letto male o qui un caffè costa ventimila lire? Mi scusi, ma lì sulla tabella c'è scritto mille lire."-

-"Di giorno, di giorno. Le ho già detto ..."-

-"E sì, mi ha già detto: "Vuole mettere la compagnia di Agnelli? ecc." A Gi', siccome qui Agnelli mi sa che stasera non viene, gli altri devono essere andati tutti a Ostia, ci siamo soltanto io e te in tenero "tete a tete", perché non ci andiamo a fare una birretta a trastevere? Se vai come all'andata alle quattro e mezza stiamo davanti ad un bel boccale"-

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-"Caro Peppy, mi dispiace proprio che non sia andata come avevi immaginato. La prossima volta ci organizziamo meglio."-

-"Non ci sarà una prossima volta. Io da Roma non mi sposto più. Neanche in viaggio organizzato. In fondo sono sopravvissuto sino ad oggi senza bere il caffè che fanno a Napoli ... penso di poter resistere ancora a lungo. Ah, ecco il casello. Sento già l'aria di casa ed il sapore della birra."-

-"Salve dotto', ci ho qui du' orologetti gniente male. Datece 'n'occhiata, magari ve piacieno."-

-"Peppe, ma questo non è il polacco che lava i vetri al semaforo sotto casa tua?"-

-"A Gi' ... se questo è un segno del destino, mi sa proprio che non è serata. Anzi, lo sai che ti dico? A quest'ora la birra non è che faccia poi così bene. Che Pensi? E se ce ne andassimo a dormire?"-


Efficienza? No grazie!

"Eccoci arrivati. In perfetto orario. Non c'è che dire, l'efficienza nordica non si smentisce mai. Ora un bel taxi e di corsa in albergo per posare le valigie. E poi a cena.

-"Sarve capo. Ve serve er taxi. Servizio super, prezzi modici."-

-"Pure qui. Piuttosto che prendere un taxi abusivo, o uno regolare che fa l'abusivo, me la faccio a piedi.

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"Troppo forti qui nel nord. Non c'è spazio per i furbi. Ti pareva che non trovavo un taxi di quelli che ti rilasciano pure la ricevuta? Certo che corre un po' troppo."

-"Guardi che non c'è fretta. Questi incroci mi sembrano un po' pericolosi."-

-"Nessun problema. Abbiamo la precedenza. Non siamo mica a Roma o a Napoli, qui il codice della strada va rispettato e va fatto rispettare!"

-"Mi scusi, ma che intende dire con quel "va fatto rispettare!"?

ATTENTO, FRENI, quello ci viene addosso."

-"Ué, le ho detto di non preoccuparsi. Se ci si ferma ogni volta che si incrocia un prepotente, lo sa lei dove andiamo a finire?"

"E ti pareva che non ti andavo a beccare il giustiziere della notte."

-"Dove andremo a finire, devo essere sincero, proprio non lo so. Di sicuro so che non vorrei finire in ospedale."-

-"Sempre la solita storia. Non so quello che voglio ma so cosa non voglio. I fatti ci vogliono. Se quello lì ci prendeva, e poco poco si feriva lievemente, ci pensavo io a procurargli una bella prognosi riservata."-

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"Fiuu. Finalmente arrivato in albergo, e soprattutto vivo. Una rinfrescata e dopo mi faccio consigliare da quelli della hall per dove andare a mangiare."

-"Mi sa indicare un buon ristorantino qui vicino? Sa, sento il bisogno di fare due passi, vorrei evitare di prendere un taxi."-

-"Si vede che viene da Roma. Guardi che qui la gente lavora."-

-"Mi scusi, ma non capisco cosa vuole dire."-

-"Voglio dire che è un po' tardi per pensare di trovare un ristorante disposto a cucinarle ancora qualcosa."-

-"Ma se sono solo le dieci e mezza. Mi sembra che sia proprio l'ora ideale per vedere all'opera cuochi e camerieri."-

-"Siete bravi voi a Roma con le parole. Ma non credo che riuscirà a mangiare qualcosa se continua di questo passo."-

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"È tutto chiuso. Forse era meglio se chiamavo un taxi. Tanto qui ho capito che di qualcosa mi faranno morire prima di domani. Di fame o di paura non è che fa molta differenza.

Fermi tutti. Se non ho un miraggio quello sembra proprio un autogrill. In pieno centro? Chi se ne frega, l'importante è che si mangi."

"Ammazza la gente che c'è. Non può essere. Lì c'è un gruppo che sta festeggiando un compleanno. In un self-service? Tra l'altro non è neanche tanto economico: se prendi uno di tutto è più o meno come andare in un ristorante. Ah già, mi ero dimenticato: son chiusi perché qui la gente lavora. Prima di partire me la devo far spiegare bene questa storia. Comunque ho mangiato e domani è un altro giorno."

---- Il giorno dopo

"Oh no! C'è ancora quello di questa notte. Poi dicono che è colpa degli immigrati se ci sono i disoccupati. Adesso ho capito cosa intendeva dire con quel: "qui la gente lavora". Di sicuro il tempo per andare a mangiare lui non ce l'ha. Speriamo almeno che mi vada un po' meglio di ieri sera"

-"Buongiorno, mi potrebbe cambiare un po' di soldi? Sa, devo prendere la metropolitana, forse è meglio avere un po' di spiccioli appresso."-

-"EH, ma allora lei lo fa apposta a provocarmi."-

-"Le ho detto qualcosa di molto grave?"-

-"Qui i biglietti dei mezzi pubblici li trova anche dal macellaio, non siamo mica dalle parti vostre."-

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"Vediamo un po'. Io a comprare i biglietti dal macellaio non ci vado, edicole e tabaccai nelle vicinanze non ne vedo, credo proprio che comprerò i biglietti alla stazione."

"Per la miseria che fila. Non mi dire che stanno tutti comprando i biglietti per la metropolitana?!"

-"Mi scusi, ma questa fila è per comprare i biglietti del metrò, o cos'altro?"-

-"Ué romano, cerchiamo di non fare i furbi. Cosa pensa che stiamo a fare qui? Faccia la filetta come tutti. Per quelli che hanno fretta c'è il taxi."-

-"Un po' di fretta ce l'avrei, ma non tanto da correre il rischio di prendere un taxi. Ma non ci sono anche le macchinette per fare i biglietti?"-

-"Certo che ci sono. Dove pensa di trovarsi? A Roma? Basta avere moneta spicciola."-

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"Sono già le undici. Qui va a finire che faccio la solita figuraccia: e ti pareva che uno di Roma non ti arriva in ritardo!"

-"Buongiorno, finalmente è arrivato. Va bene, non le faccio la solita battuta sui romani ritardatari, in fondo è il suo primo giorno qui nel nord. Vedrà che si troverà bene. Comunque per oggi e domani è libero, il suo ufficio non è ancora pronto. Stiamo ancora attendendo la ditta che le sistemerà i mobili. Sa, sono pieni di lavoro; se vengono entro domani è solo per farci un favore. Qui non è come da voi: c'è movimento. Ne approfitti per lasciare l'albergo e per sistemarsi nell'appartamento che le abbiamo trovato. Ora devo lasciarla che ho molto da fare. Ci vediamo dopodomani."-

"Questo sì che è parlare. Poche chiacchiere e soltanto fatti. Pim pum pam e ogni problema è risolto.

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"Bello. Piccolo ma accogliente. Vediamo un po' se non è il caso di fare qualche modifica. E sì. Il letto lo metto lì e qui la televisione. Devo solo portarci la presa TV e la corrente. Sai che ti dico? Faccio una traccetta, compro una scatola, richiudo il tutto e non ho fili volanti in giro per casa. Tanto fino a domani non ho nulla da fare.

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-"Buongiorno, vorrei due metri di filo per la TV, due metri per la corrente, una scatola e gli attacchi. Poi un martello e uno scalpello, una spatola, un po' di stucco e della vernice bianca. Sì, mi sembra di non essermi dimenticato nulla."-

-"Ho solo il martello, lo scalpello e la spatola. Per le altre cose deve andare dove le hanno."-

-"A dire il vero pensavo che lei le avesse. Dove dovrei andare?"-

-"Dove le compra lei le medicine? Dal ferramenta o in farmacia?"-

-"Non mi dica che devo andare in farmacia?"-

-"Che fa? Prende in giro?"-

-"No, no. Mi scusi. Il fatto è che io cercavo delle cose che di solito si vendono in una ferramenta, e questo negozio, per l'appunto, ha tutta l'aria di esserlo ... confesso che non l'ho capita con la storia della farmacia."-

-"Senta, dato che sono un professionista serio, di solito sono paziente con qualsiasi tipo di cliente, anche con i romani, ma non ho molto tempo da perdere. Qui non è come da voi che uno fa un po' di tutto "così così", ma nessuna cosa veramente bene. Se vuole quello che ho se lo prenda, comunque sia si sbrighi ad andarsene."-

"La Madonna che tipo. Che ne so io che qui sono tanto efficienti da essersi divisi così bene i prodotti da vendere. Bastava dirlo. Certo, nel mio caso una ferramentuola romana aveva tutto quello che mi occorreva. Ma in effetti se mi serviva qualcosa di particolare sarei dovuto andare in un negozio specializzato. Quando ci vuole ci vuole: bisogna riconoscere che alla lunga l'organizzazione paga.

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"È praticamente notte. Vai dal ferramenta, al negozio di stucchi e poi in quello di articoli elettrici ed è finita la giornata. E io, imbecille, che mi ero quasi convinto. Ma cosa mi frega che se devo cercare qualcosa di particolare è inutile andare in una ferramenta qualsiasi. Ma quando mai ad un povero Cristo come me gli serve qualcosa di particolare? Per i problemi seri chiamo l'elettricista. E se pure mi voglio arrangiare da solo, per una volta nella vita posso pure andare in un negozio specializzato. So soltanto che è notte, che non ho fatto nulla e che tutta questa efficienza mi ha reso terribilmente inefficiente. A proposito. È meglio che mi sbrighi, sennò stasera si rimangia all'autogrill."


L'isola felice

"Ah! Finalmente si parte. Erano anni che sognavo una vacanza su di un'isoletta: il fascino della solitudine, il vento impetuoso che scuote le imposte, ed io che con lo sguardo cerco orizzonti infiniti lungo le mura bianche della piccola stanza. E poi chissà, non è detto che non ci scappi pure l'avventura. Sarà pure stata un'idea dell'ultima ora, ma che idea!"

-" Buonasera. Vorrei una sistemazione in cabina ed un posto auto."-

-"Ha prenotato?"-

-"No, non credevo ce ne fosse bisogno. Anche perché ho deciso di partire all'ultimo minuto."-

-"Ha fatto male. Si scordi la cabina ed il posto auto e si faccia coraggio."-

-"Coraggio? Per cosa?"-

-"C'è rimasto soltanto il passaggio ponte. Non ci crederà, ma lì la notte fa freddo anche in estate. In compenso risparmierà non poco."-

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"Devo ammettere che improvvisare la partenza non è stata una buona idea. Ho dovuto lasciare gran parte del bagaglio in macchina. Il problema è che comunque non so dove lasciare tutta quest'altra roba che ho ancora appresso. Non posso certo lasciarla incustodita e neanche posso pensare di presentarmi così al ristorante. Vuol dire che mangerò un panino al Bar."

"Ehi! Ma tutte queste persone non andranno mica sulla mia isola deserta?! E dove poggio i bagagli? Fosse scoppiata la terza guerra mondiale e io non me ne sono accorto? Questa è una nave di deportati. E io ho pure pagato il biglietto per salirci; non c'è stato neanche bisogno che qualcuno mi minacciasse con un mitra.
Devo dire che a differenza di me qui ci sono molti professionisti, e dei più seri nel loro genere. Guarda quella. Ha occupato cinque sedie e continua a dare ordini: ha mandato il marito a fare la fila per i panini; il figlio più grande tiene due posti occupati vicino la televisione; ai più piccoli ha dato licenza di disturbo, probabilmente per tenere lontani quei malintenzionati che potrebbero avanzare delle pretese su quei quattro posti occupati da giornali e giubbini.
Da come non si trovano più posti neanche in terra devo supporre che fuori si deve stare proprio male. E pensare che per civilizzarli abbiamo sterminato qualche milione di indiani."

"Provare a fare la fila per mangiare qualcosa, questa sera neanche a parlarne; sarei già fortunato se riuscissi a raggiungere la cassa per la colazione. Speriamo almeno che fuori non faccia tanto freddo, altrimenti a digiuno rischio di fare la fine che fanno i barboni. Pensa i problemi che rischierei di provocare: trovare un morto assiderato nel mese d'agosto non è certo una cosa di tutti i giorni. Anzi, quasi quasi mi organizzo per ogni evenienza, così mi vendico per la serataccia. Lascio un bel biglietto con su scritto: "mi hanno avvel..."
Pensa le facce: "Fermi tutti. Nessuno potrà scendere fino a che non sarà stato interrogato." Se è una bella giornata rischiano la cottura. Ce la faccio morire su quelle cinque sedie a quella schifosa; così la prossima volta ci pensa due volte prima di prendere la mia stessa nave."

"Devo dire che fuori non è tanto meglio di dentro. Più o meno c'è la stessa densità di popolazione di un grattacielo di cinquanta piani, di quelli in cui ci lavorano una miriade di persone; il problema è che questa nave ne ha soltanto tre di piani.
Devo guardarmi intorno meglio. Da qualche parte deve esserci la troupe di qualche telegiornale. Sicuramente questo traghetto è stato preso d'assalto dagli albanesi. Ma come hanno fatto ad arrivare sin qui?
E se fosse tutta una messa in scena? In fondo, prima di credere allo sbarco sulla Luna ce ne abbiamo messo un bel po'. E sì che non era una cosa facile da mettere in piedi. Sicuramente organizzare un traghetto di profughi è meno difficile.
Sì, va bene, ma il biglietto che ho pagato?"

"Niente, non c'è posto neanche sulle transenne. Qui va a finire che a furia di girare me la sono fatta a piedi. Io quasi quasi tiro il freno di emergenza. Un bell'urlo: "Uomo in mare"; e prima di giorno da qui non ci siamo mossi di un miglio. Alla faccia di chi non vede l'ora di andare ad occupare la stanza che ha prenotato sei mesi fa. E poi posso sempre dire di essermi sbagliato. Che facevo? Nel dubbio stavo zitto?"

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"Fine dell'odissea. Io dico che Ulisse un viaggio del genere non lo superava. Lo avrei voluto vedere a combattere contro quella delle cinque sedie: una professionista del "trovati un posto e lascia che gli altri muoiano". Altro che Polifemo, quello era un poveraccio al confronto; in ogni caso aveva tutte le sue ragioni, uno scopo: lui quelli più piccoli cercava di mangiarseli, non viveva mica per la misera soddisfazione di vederli crepare in piedi.
Certo, la colpa è soprattutto di quelli che hanno organizzato questo servizio di schifo, ma con un branco di deportati volontari come questi (guardali, ridono tutti), fare di meglio è sicuramente una perdita di tempo."

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-"Buongiorno, potrebbe indicarmi una Pensione carina, possibilmente a ridosso del mare e neanche troppo cara?"-

-"Cosa cerca?"-

-"Mi scusi, forse mi sono sbagliato. Ma fuori mi sembrava di aver letto "Informazioni turistiche"."-

-"Non si è sbagliato."-

-"Ah! Allora mi sono spiegato male. Le ridico: una Pensione, economica e non troppo lontana dal mare... Mi scusi, ma perché fa quella faccia?"-

-"Ma lo sa che siamo nel mese di Agosto? Come può sperare di trovare ancora qualcosa?"-

-"Ma io avevo visto dei dépliant nei quali si parlava di quest'isola come di un posto incontaminato, senza grandi strutture, praticamente deserta."-

-"D'agosto? Ma sta scherzando?! Guardi, le consiglio di tornare verso dicembre, possibilmente lontano dalle feste di Natale e Capodanno. Le assicuro che non ci troverà nessuno. Il problema sarà piuttosto il contrario. Tutto chiuso: Bar, Pizzerie, Ristoranti, Pensioni ... e pure il sottoscritto."-

-"Già che c'era ... poteva rimanere chiuso anche adesso."-

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"Si è fatto mezzogiorno e non ho trovato un buco. Se continuo di questo passo mi faranno "barbone onorario". Speriamo che qui si riesca almeno a mangiare qualcosa di buono."

-"Certo che siete un po' cari."

-"Ma cosa dice signore. Dove lo trova un pesce più fresco di quello che può mangiare qui? Varrà pure la pena spendere qualcosina in più."-

-"A dire il vero, anche con la carne non è che ci andate leggeri."-

-"Eh, si vede che lei è abituato alla vita di città. Questa è una piccola isola, dobbiamo importare quasi tutto per quanto riguarda tutta una serie di generi alimentari."-

-"Ho capito. Il pesce è caro perché lo pescate voi, quindi perché è fresco; la carne e l'insalata sono care perché invece non lo sono. Va bene, mi faccia due spaghetti con le vongole e poi un bel pesce alla griglia, che tanto ho risparmiato con il traghetto."-

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-"Mi scusi, ma queste vongole sono surgelate."-

-"E come le voleva trovare? Fresche? Qui il mare è troppo pulito, cozze e vongole non ci sono."-

-"Ho capito. Ma allora perché costano come, anzi no, di più di quelle fresche?"-

-"Ma signore mio, come debbo dirglielo? Vengono da fuori."-

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-"Senta, non vorrei sembrarle uno scocciatore, ma questo pesce è veramente una miseria. Ancora deve nascere, per quanto è piccolo."-

-"E come lo voleva? Sotto costa i pesci sono tutti più o meno così."-

-"Ma io non le ho chiesto un pesce pescato sotto costa. Ho detto un semplicemente un bel pesce."-

-"È proprio vero che è difficile soddisfare i clienti. I pesci grandi vengono pescati dai pescherecci. Quelli stanno fuori anche una settimana. Come faccio a fidarmi? E se mi propinano un pesce vecchio? Mangi questo che è buono, piccolo ma sincero."-

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"Come ho fatto non lo so, ma ho speso ben settantamila lire. Ora capisco il perché di tutti questi bivacchi; e io che pensavo che fossero pure questi degli albanesi. Certo che è veramente dura ... andare in vacanza.


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