http://www.musicboom.net/199910/recensioni/zifarelli/zifarelli.html

Musicboom - n. 6 - anno II - Ottobre 1999
Musica per il Villaggio Globale - di Jack Frusciante
ROCCO ZIFARELLI - Lyndon

E' arrivato finalmente il primo lavoro di un chitarrista pugliese forse all'estero più apprezzato che in patria come spesso accade; in "Lyndon" di Rocco Zifarelli la partecipazione di tanti grandi musicisti non fa altro che confermare tutto ciò.Il disco é uscito da alcuni mesi, ma Rocco si é già guadagnato spazio sui magazine specializzati, interviste e trascrizioni su Guitar Club e quant'altro. Da Casamassima (BA) il suo percorso artistico lo ha portato negli ultimi 6 anni a formarsi in modo completo in giro per il mondo. Inizialmente improntato ad uno stile tipicamente Metheniano, riarrangiava a modo suo tutti i pezzi del "primo" Pino Daniele (Bella 'mbriana), ma poi ha  deciso di trovare la sua strada, e adesso ce l'ha. Di Metheny non si vede più neanche l'ombra. Non credo che si possa ancora una volta cercare di classificare un musicista o una musica in un'epoca in cui le contaminazioni sono la REGOLA che stravolgele regole. La musica di Rocco Zifarelli é insieme funky,fusion, rock, etnica, new age e quant'altro. Lo dimostra il contenuto di questo disco, in cui una parata di star della musica italiana ed internazionale contribuiscono a rendere al meglio la miscela di generi e musiche in continua evoluzione. Pippo Matino, Stefano di Battista, Paco Sery, Giovanni Imparato, Agostino Marangolo, Matthew Garrison, Javier Girotto, Maurizio Dei Lazzaretti, una compagine eterogenea e proveniente da diverse esperienze, con una grande carriera alle spalle o davanti (si pensi alla stella Di Battista al sax o al grande Marangolo alla batteria, o Matino, entrambi colossi della musica, tra i migliori musicisti italiani). Su due brani Rocco suona anche il "mandoud", uno strumento a corde che si é fatto costruire artigianalmente ma apparentemente derivato dalla tradizione nordafricana, mentre gli altri sono dominati dalla  sua solid-body artigianale costruita in Italia. Dal jazz derivano lo spirito dellí improvvisazione, sempre presente, l'alternarsi di dinamiche (piano-forte), e buona parte del linguaggio di tutti i musicisti. Bellissimo, a mio parere, il suono che Rocco tira fuori dalla sua chitarra, lo apprezzeranno molto i "chitarrofili", molto aereo, una via di mezzo tra il suono Holdsworth ed una Strato. Tra gli episodi più riusciti del disco c'é sicuramente Pacman,dal tiro notevole, che insieme a Difficult collaboration e Sweet flame evidenzia l'aspetto più roccheggiante del disco, mentre Preloud ed Interloud vedono Rocco sul mandoud a ricamare arabeschi presi a prestito dalla musica marocchina. Riuscito solo in parte Sierra Nevada per via dell'arrangiamento dei fiati: dal vivo il brano rende molto di più suonato sulla chitarra. Un omaggio a Jaco Pastorius era inevitabile, la sua personalità musicale ha sicuramente influenzato moltissimo sia Zifarelli che Matino, e la reinterpretazione di Havona riesce in questo. Molto bello Sguardi, dalle atmosfere più soft. Su Peregrine flight Matino esegue un bellissimo assolo addirittura con l'ausilio di un wha wha. Questo é un bel disco di fusion italiana che non ricalca una volta tanto pedissequamente modelli americani, ma cerca di fare un lavoro originale. In questi giorni Rocco sta portando in tour in tutta Italia la musica del suo disco con una formazione di tutto rispetto, ovviamente più ridotta, che comprende Dario Deidda, Maurizio Dei Lazzaretti, e Giovanni Imparato. Vi assicuro che dal vivo l'atmosfera é a dir poco esplosiva. Auguriamo a questo talento tanta fortuna, domani ne sentiremo parlare sicuramente.

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