La chiesa di San Lussorio di Fordongianus sorge su un
più antico martyrium paleocristiano in una zona esterna al paese.
Fu con tutta
probabilità, viste le circostanze in cui è sorta, visti i suoi tratti
stilistici, costruita dai monaci Vittorini di Marsiglia alle soglie del
XII sec. Non si hanno testimonianze documentarie certe della presenza dell’ordine
di S. Vittore nel giudicato di Arborea a quella data. Una bolla di
Innocenzo IV del 1246 a conferma di una precedente di Onorio III riconosce
alcune non specificate donazioni all’interno del Giudicato avute dall’ordine
da parte dei giudici Pietro I di Sanna e Ugo di Borro nel 1185. Prima di
questa data però tutto tace.
Le prove migliori della pertinenza della chiesa ai
monaci suddetti vengono dalla lettura della chiesa stessa. L’essersi
impiantata su un presistente matyrium paleocristiano è già un primo
indizio: era tipico della politica di colonizzazione dei Vittorini
assicurarsi i luoghi di culto martiriale, lo dimostrano il S. Saturno di
Cagliari o il S. Efisio che furono appunto chiese vittorine.
L’edificio fu costruito a navata unica coperta a botte
con abside a oriente. Di questo primo impianto restano oggi solo il lato
settentrionale, l’abside e il prospetto interno del muro di facciata. La
volta a botte e il muro meridionale crollarono e la ricostruzione avvenuta
tra il 1250-70 comportò la messa in opera di una copertura a capriate in
sostituzione della precedente a botte mentre la facciata nel suo paramento
esterno fu completamente rifatta in età aragonese: in essa spicca solo
il portale gotico, isolato in una parete piatta priva di emergenze.
All’interno della chiesa può ancora leggersi l’imposta
della volta a botte e, nel fianco a nord, le membrature verticali su cui
impostavano le arcate di rinforzo della volta, le così dette centine
fisse. Una soluzione riscontrabile
anche in altre chiese Vittorine .
Nel prospetto interno del muro di facciata appare un
moncone di arco proteso verso la navata: indizio di una probabile iniziale
e poi abbandonata intenzione di scompartire la chiesa in due navate.
Soluzione non nuova per le chiese dell’ordine di S. Vittore.
L’accentuazione plastica degli elementi strutturali,
del basamento, delle lesene, delle semicolonne addossate all’abside,
delle monofore gradinate, sembrano poi non lasciar dubbi sulla esecuzione
di mano francese di quest’opera.
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