San Francesco di Paola

La vita I miracoli
Il Santuario di Paola Il Santuario di Corigliano
Il Santuario di Paterno Il Romitorio di Corigliano
   
La costruzione del Santuario di Paterno.

Il Santuario di Paterno Calabro.

Nell’alta valle del Crati, sulle pendici orientali della catena paolana, sorge un paese di circa 1400 abitanti che fu chiamato Paterno, dai suoi abitanti, a significato dei patimenti e delle privazioni sofferte nel loro primo insediamento.

A 18 chilometri da Cosenza, l’abitato è situato ad un’altitudine che oscilla tra i 500 e i 750 metri.

Gli storici concordano che Paterno è un paese di antichissime origini.

Patrono del Paese è l’amato San Francesco, la cui festa ricorre la seconda domenica di Pasqua.

Di notevole valore artistico ed architettonico, nonché di grande interesse storico, è il santuario di San Francesco la cui costruzione risale al XV sec.
Posto nell’omonima piazza, con portale in stile gotico, conserva oltre alle reliquie del Santo anche dipinti di pregevole fattura e di enorme valore storico e artistico.
La costruzione del monastero o dormitorio (che viene quasi sempre distinto dalla chiesa nelle fonti storiche) risale all’anno 1472 quando San Francesco in compagnia di un mastro muratore paolano partì da Paola per recarsi a Paterno alla ricerca di un suolo sul quale doveva sorgere il monastero.
La costruzione della chiesa e dell’antico dormitorio iniziò qualche anno più tardi, probabilmente i lavori del tempio furono ultimati intorno al 1480, mentre la costruzione del monastero continuò fino alla partenza del Santo per la Francia (1483) e proseguì ancora per molto tempo.
Pare che San Francesco si sia reso irreperibile all’arrivo a Paterno dei soldati del re Ferrante venuti a catturarlo: “Egli era in chiesa dove tante volte l’avevano cercato, ma si era reso invisibile ai loro occhi”.
Alla costruzione lavorarono incessantemente uomini e donne paternesi ed anche abili maestri muratori di Paola e di San Lucido.
Il cantiere contava un centinaio di operai specializzati nelle diverse arti.
Si racconta che, nel momento in cui si doveva collocare un pesante architrave sul portale, gli operai si rifiutarono di
dare una mano dicendosi stanchi dall’enorme fatica della giornata.
Frate Francesco, allora, lo prese con una mano e lo mise a posto.
Il sopraccitato architrave è attualmente in tre pezzi per due spacchi e si regge miracolosamente.
Nella lunetta del portale intorno al 1520 fu eseguito l’affresco del Santo di Paola a mezzo busto con teste angeliche, forse come era apparso in San Pietro al rito della canonizzazione.
La chiesa è a due navate.
Le pale degli altari, tranne il quadro del B. Tommaso, risalgono al Settecento.
Tra le reliquie del Santo conservate nell’apposita nicchia c’è un Ossicino di S. Francesco, offerto al Santuario dal Generale dei Minimi P. Castiglione, un Cappuccio, una funicella, calzari in stoffa di S. Francesco, e due suoi Codici Liturgici, una Pentola metallica servita per la cucina del Convento e strumento di molti miracoli (anche recenti), e una delle pietre sulle quali il Santo partendo per la Francia, lasciò impresse le orme dei piedi.
Il campanile fu eretto nella seconda metà del XVI sec.
La cella campanaria è dotata di quattro campane; si presenta come un corpo unico con il sopra descritto Santuario e il Convento dei Frati, che fino a qualche anno fa è stata sede di noviziato per le nuove “leve” dei Minimi.
Le parti del Convento di grande interesse sono il chiostro ed il refettorio.
Il chiostro su sei archi ogivali per lato, poggianti su altrettante colonne, offre ai visitatori un senso di armonia e luminosità.
Nel corridoio, da un lato, vi sono 31 lunette con affreschi del Seicento raffiguranti alcuni tra i più grandi prodigi operati dal Santo a Paterno.
Dall’altro lato vi sono affrescati busti di religiosi dell’ordine dei Minimi vissuti prima della metà del Seicento, insigni per virtù e cultura.
Il refettorio è una grande sala tramezzata da due file di colonne corinzie ottagonali, collegate con archi che sostengono il soffitto, rivestite di tavole arabescate.
Sulla parete di fondo vi è un affresco raffigurante “l’Ultima Cena” risalente al Cinquecento e in buone condizioni di conservazione.
I visitatori trovano di notevole interesse, i luoghi che videro S. Francesco protagonista di eventi straordinari e umile servo della gente di Paterno.
Ricordiamo tra questi: la fornace, la grotta, l’oratorio, le edicole dei miracoli.
     Angelo Romanelli
(N.B. L’articolo, è stato in parte tratto da “Regione Calabria”)