La vita di San Francesco - La costruzione del Santuario di Paterno

La costruzione del secondo convento a Paterno (CS).


Una grande folla accorse a Paterno per l'arrivo di San Francesco; tutti lo lodavano e chiedevano benedizioni.

Un uomo tra la folla disse che Francesco era un impostore e la gente lo volevano linciare, ma il Santo li fermò, poi disse all'uomo che lo accusava di non un impostore, ma un servo di Dio: l'uomo subito si inginocchiò ai suoi piedi, pentito.

A fatica San Francesco riuscì ad entrare nella chiesa matrice per adorare Gesù Eucaristico.

L'indomani su quel popolo fece infinite benedizioni e cominciò ad operare molti miracoli: si ripetè a Paterno il miracolo della fornace ardente, e come a Paola fermò la caduta di un enorme masso in direzione di molti operai che erano impegnati nella costruzione della chiesa e del convento.

Un giorno rimosse con facilità un grosso masso che rendeva difficoltoso l'accesso al convento.


Terminata la costruzione del convento, bisognava sistemare la strada che doveva portare al convento; questa doveva passare nella proprietà di due fratelli.
Un giorno San Francesco passava per la strada che portava alla chiesa e vide due fratelli che litigavano per un albero di gelso che cadeva proprio al confine della strada; allora Francesco divise l'albero in due e allontanò i due nuovi alberi in modo da farci passare la strada.

Un altro miracolo che ancora oggi può essere documentato a Paterno è quello della trave che il diavolo spezzò e che il Santo sistemò miracolosamente sulla porta della chiesa. Ancora oggi si può ammirare la trave spezzata che regge il portale.

Due giovani sposi attendevano la nascita del loro figlio, ma nacque senza bocca, senza orecchie, con il volto completamente senza forma
Pieni di fede lo portarono al Santo il quale, dopo una preghiera, modellò sul viso del bambino occhi, naso e bocca e lo consegnò ai genitori felici e riconoscenti.

Un giorno i contadini  litigavano per chi dovesse avere il solco d'acqua che il santo aveva fatto.  Si ritirò in preghiera e l'indomani il solco era sparito; tutti chiesero perdono al Santo.

Un altro giorno 200 ammalati furono guariti.
Ogni giorno una folla di sofferenti, muti, sordi, ciechi venivano guariti da Dio per mezzo di Francesco.
Anche a Paterno, diede la vita ai morti, tra cui un uomo trovato assiderato: gli disse di alzarsi e di camminare.
Un giorno fermò la caduta di una trave e moltiplicò il pane.

Erano le preghiere che davano al Santo l'energia per sopravvivere e la potenza di operare miracoli.
Il Santo costruì una capanna dove si ritirava a flagellarsi, per scontare i peccati degli altri.
Una volta rimase nella capanna senza mangiare per 3 o 4 settimane.
Terminata la costruzione del convento di Paterno, San Francesco si recò in un altro paese della Calabria: Spezzano Grande, conosciuto anche come Spezzano della Sila, dove costruì un altro convento.