BROKEN HOPE
- "Grotesque Blessings"
(The Plague/Audioglobe) |
65/100 |
A distanza
di tre anni dal precedente lavoro “Repulsive Conception” ed in seguito
alla fine del contratto con la Metal Blade, tornano gli americani Broken
Hope con un altro disco (il quarto in nove anni) di brutal death metal
notevolmente tecnico ed articolato. Rispetto al precedente album, troviamo
una line-up piuttosto differente, che vede la dipartita del batterista
Ryan Stanek e del bassista Shaun Glass: il primo viene rimpiazzato dall’esordiente
Larry DeMumbrum, mentre i compiti del secondo vengono ripartiti tra il
chitarrista della band Brian Griffin e tre ospiti presi in prestito da
altrettanti gruppi (tra cui gli Internal Bleeding). Anche di fronte a tutti
questi cambiamenti, lo stile dei Broken Hope non presenta grosse differenze
rispetto al materiale di tre anni fa, ovvero brutal death con elementi
grind caratterizzato da un complicato lavoro di basso e riff di chitarra
assai contorti, che non disdegna l’uso delle melodie tanto negli assoli
quanto in certi passaggi ritmici. La produzione (tutta curata dal chitarrista)
non rende del tutto giustizia ai nove pezzi contenuti nel CD, perché
se da un lato il basso, la chitarra e le vocals sono perfettamente bilanciati
tra di loro e privi di sbavature, le chitarre hanno un suono eccessivamente
secco ed artificiale parecchio fastidioso ad un primo impatto ed un livello
di volume che tende a coprire la prova degli altri membri della band… peccato,
perché con qualche accorgimento in più questo album avrebbe
davvero potuto fare il cosiddetto salto di qualità. Al di là
di questo, le canzoni sono tutte discrete ed anche se si basano su strutture
generalmente semplici, riescono ad integrare perfettamente i numerosi virtuosismi
della band, i quali vengono inseriti in corrispondenza di ogni cambio di
tempo o variazione di riff, creando un effetto di grande frenesia e nervosismo.
Purtroppo molti dei pezzi presenti ripropongono la stessa formula con ben
poche variazioni (complice anche la prova leggermente monocorde del vocalist
Joe Ptacek), perciò l’elemento sorpresa va scemando con i successivi
ascolti del disco e mette a repentaglio la longevità dello stesso.
Per chi già conosce ed apprezza questa cult band, “Grotesque Blessings”
rappresenta forse il loro lavoro più competo ed accattivante… agli
altri amanti della tecnica e della violenza sonora consiglio un paio di
ascolti preventivi e ricordo che ci sono cose ben più interessanti
in giro.
- Alessio Oriani |
39 Minuti TRACKLIST |
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