CRYPTOPSY -
"And Then You'll Beg"
(Century Media/SELF) |
100/100 |
Non avrei
mai creduto che i canadesi Cryptopsy sarebbero riusciti, per la terza volta
nella loro carriera, a ridefinire il concetto di “estremo” ad uso e consumo
di tutta la scena grind e brutal, ma a quanto pare ce l’hanno fatta. Dopo
i capolavori di “None So Vile” (1996) e “Whisper Supremacy” (1998), due
album che avevano già rivoluzionato il modo di fare death metal,
ecco giungere questo “And Then You’ll Beg”, quaranta minuti di pura violenza
ipertecnica che spazzano via senza troppi complimenti ogni altro disco
di metal estremo uscito quest’anno… sotto qualunque punto di vista! In
caso non conosceste questo geniale five-piece, vi posso dire che il loro
stile offre un approccio che incarna il concetto di estremo in qualunque
sfaccettatura, ovvero tecnica strumentale, brutalità, velocità
ed anche l’aspetto lirico. Le due chitarre di Alex Auburn (il quale prende
il posto di Miguel Roy) e Jon Levasseur si intrecciano a ritmi disumani
su riff follemente nevorotici ed inaspettati assoli ultra-melodici, mentre
il drumming dell’alieno Flo Mournier (un essere umano non può suonare
così, credetemi) lascia esterrefatti per la perfezione chirurgica
che accompagna l’esecuzione di controtempi incredibili ed incessanti cambi
di tempo… notevole anche la prova del bassista, che alterna parti terribilmente
veloci ad altri passaggi articolati con l’uso dello slapping. Oltre al
vocalist principale, che rispetto ai precedenti lavori si lancia in un’esecuzione
dallo stampo maggiormente hardcore, troviamo anche il batterista ed il
nuovo chitarrista ad occuparsi delle backing vocals, rispettivamente in
screaming e growling. Inutile soffermarsi a descrivere i pezzi, tutti composti
da interminabili cascate di riff, dozzine di ritmi diversi, parti sincopate
ed accelerazioni disumane (nemmeno quei buffoni dei Marduk si sognerebbero
di provare simili velocità). In relazione alla precedente discografia,
si nota una diminuzione della componente brutal death ed un avvicinamento
alle esperienze, così amate dalla Relapse, di hardcore estremo e
grindcore ipertecnico degli ultimi anni, anche se credo che in realtà
tocchi proprio a quei gruppi dover pagare un pegno artistico agli stessi
Cryptopsy. Se amate la tecnica strumentale ed avete già apprezzato
le recenti prove di Gorguts, Dillinger Escape Plan o Cephalic Carnage (ma
anche Snapcase o Torniquet), il nuovo album dei Cryptopsy farà di
sicuro al caso vostro… io credo che ogni ascoltatore di musica estrema
non possa definirsi tale senza possedere questo album, il quale segna il
confine oltre il quale vita e morte, follia e genio, casualità ed
ordine perdono ogni significato unendosi in un unico, terrificante e devastante
caos… e poi implorerete!
- Alessio Oriani |
39 Minuti TRACKLIST
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