PAIN OF SALVATION
- "The Perfect Element (part 1)"
(InsideOut/Audioglobe) |
100/100 |
Quando
si sentono delle sparate come “Il disco dell’anno!” o “Il più grande
disco degli ultimi tempi in campo …”, ci si trova quasi sempre di fronte
a tremende ciofeche abilmente mascherate e promosse dalle label, perciò
si presume che dietro a simili affermazioni si nasconda la fregatura… bene,
per i Pain of Salvation non è così! I Pain of Salvation,
ci tengo a sottolinearlo, hanno senza mezze misure sfornato il miglior
disco progressive metal del 2000, superando maestri dalla decennale esperienza
ed entrando così di diritto nella storia del metal. Dopo lo strepitoso
debut “Entropia” (1997) ed il meno esaltante “One Hour by the Concrete
Lake” (1998), torna questo four-piece svedese con un disco che nessuno
si sarebbe mai sognato… anzi, un concept diviso in due album di cui questo
è solo il primo capitolo. “The Perfect Element” è la storia
notevolmente cupa di due individui prima separati e poi riuniti, che tocca
temi delicati ed attuali come la perdita dell’adolescenza, la violenza
e gli abusi, e che viene divisa su questo CD in tre atti principali, ognuno
composto da quattro tracce e tutti collegati da un’unica linea melodica
(la quale viene riproposta in numerosi frangenti, ma ogni volta diversa).
Devo ammettere che mi è capitato davvero raramente di poter ascoltare
una simile ricchezza di sonorità ed influenze coordinate e sorrette
da uno stile così personale, coerente e fluido come quello dei Pain
of Salvation, il quale si dimostra ancor più poliedrico ed innovativo
del già citato debut album. Altissimo anche il livello tecnico di
tutti i membri della band, con un lavoro sempre raffinato, melodico e mai
troppo virtuoso, capace di dipingere tutti i colori (generalmente cupi)
di questo capolavoro… inoltre, a differenza del precedente album, ora troviamo
il chitarrista Johan Hallgren completamente immerso nel suo ruolo e nello
spirito della band. E’ soprattutto il cantante Daniel Gildenlöw a
sorprendere ancora una volta, grazie ad uno spettro vocale impensabile
e la capacità di spostarsi tra una miriade di stili ed interpretazioni
diverse (mi ha parzialmente ricordato il mitico Mike Patton)… complice
anche una produzione stratosferica, da esplorare soprattutto con le cuffie
ed a volumi notevolmente alti e possibilmente al buio: non avete idea di
quanti suoni siano stati nascosti tra i microsolchi di questo CD! Ciò
che colpisce di più, comunque, in questo “The Perfect Element”,
è il tono drammatico delle melodie e delle sonorità, che
vi farà scorrere più di un brivido per la schiena suscitando
un’incontrollabile serie di immagini nella vostra mente (ascoltate la terribile
intensità di “Ashes”, “Dedication” o la stessa title-track). L’album
dura più di settanta minuti, ma vi assicuro che arrivati alla fine,
l’unica cosa che potrete fare sarà quella di spingere il tasto play…
ancora… ed ancora. “The Perfect Element” è uno degli album più
geniali, intensi ed emozionanti degli ultimi anni… semplicemente imperdibile!
- Alessio Oriani |
73 Minuti TRACKLIST
|
Ritorna a ROT 'N' ROLL ( News - Recensioni - Demotapes - Links - Staff - Contatti)