STEEL PROPHET
- "Genesis"
(Nuclear Blast/Audioglobe) |
80/100 |
“Genesis”
non è il nuovo album degli americani Steel Prophet (e ci mancherebbe,
dato che “Messiah” è uscito in quest’anno!), bensì una raccolta
di diverso materiale (tutto inedito) riguardante la band, recentemente
salita alla ribalta grazie al loro terzo album “Dark Hallucinations” (1999),
un interessante misto di sonorità maideniane e ritmiche a metà
tra power e thrash metal. Le prime sei tracce del CD consistono nella ristampa
della demo “Inner Ascendance”, originariamente registrata nel 1988 e già
furbescamente ripubblicata sia dalla loro precedente etichetta (dopo il
passaggio della band alla Nuclear Blast) sia dalla Reborn Classics (insieme
alla demo dei Jag Panzer). Su queste sei canzoni, nella cui line-up troviamo
solo tre dei cinque membri attuali, si respira un’aria totalmente diversa
rispetto a ciò che gli Steel Prophet suonano oggi... a partire dall’opener
“Death” (ri-registrata anche sull’EP “Continuum” nel 1996) si nota una
vena assai progressiva nel sound della band, che si rifà parzialmente
agli esordi dei Queensryche e dei Sanctuary, offrendoci un songwriting
complesso ed interessante, forse a tratti leggermente poco controllato,
ma comunque basato su numerosi cambi di tempo ed atmosfera, nonchè
una serie di riff notevolmente articolata e delle vocals tremendamente
acute. Credo sia evidente che stiamo parlando di elementi i quali trovano
ben poco riscontro nel materiale contenuto sugli ultimi due dischi del
gruppo, ma credetemi: queste sei tracce da sole valgono già l’acquisto
del CD! Come se la qualità dei pezzi non fosse già abbastanza
elevata, anche l’opera di pulizia (dopotutto si tratta di una demo di dodici
anni fa!) è davvero lodevole e ci offre un suono per niente ovattato
o confuso. Oltre ad “Inner Ascendance” troviamo ben sette cover apparse
su vari tributi, compilation e materiale vario della band, qui opportunamente
raccolto. La prima di queste è l’immortale “Fast as a Shark” degli
Accept (ogni power metaller che si rispetti dovrebbe conoscerla a memoria...
se non siete tra questi dovete rimediare subito!), riletta in una maniera
un po’ irritante dal singer Rick Mythiasin (ottimo sui pezzi propri, ma
un’incognita sulle canzoni di altre band). Seguono “Gangland” e “Ides of
March/Purgatory” degli Iron Maiden, in cui i ruoli si invertono e tocca
alla parte strumentale non fornire una prova abbastanza convincente, per
poi arrivare ad una versione totalmente stravolta (e storpiata) della stupenda
“Fade to Black” dei Metallica. Si continua con materiale ancora più
classico, ovvero “Dreamer Deceiver” dei Judas Priest e “Neon Knights” dei
Black Sabbath, entrambe riproposte in maniera poco soddisfacente, per poi
concludere il tutto con una bella versione metal di “Don’t You Forget About
Me” dei Simple Minds. “Genesis” è un buonissimo prodotto, rivolto
e consigliato principalmente a chi si sente legato ancora agli anni ottanta,
in cui le cover fanno solo da contorno ad un’ottima demo (la quale avrebbe
potuto spazzare via interi album se le cose fossero andate diversamente).
- Alessio Oriani |
68 Minuti TRACKLIST
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