KALMAH - "Swamplord"
(Spikefarm/Audioglobe) |
75/100 |
I Finnici
Kalmah si affacciano sul mercato dopo quasi otto anni di anonimato, numerosi
stravolgimenti di line-up e la pubblicazione di ben cinque demotapes (di
cui le prime quattro sotto il nome Ancestor), offrendoci una buona rielaborazione
del death melodico (lontano dal thrash-death degli esordi) in una sorta
di connubio tra i Dark Tranquillity dei primi album e l’esordio dei Children
of Bodom con un leggero tocco sinfonico à la Dimmu Borgir. A dirlo
così sembrerebbe il solito minestrone di scopiazzature (vediamo,
ad esempio, i connazionali Throne of Chaos), ma in realtà il five-piece
sembra avere parecchie idee in testa e le sa anche concretizzare in maniera
del tutto efficace. Già dall’opener “Evil in You” possiamo toccare
con mano la grande abilità di saper intrecciare un mirabile lavoro
di chitarra, sia solista sia ritmica, con porzioni di tastiera mai troppo
invadenti o pacchiane. Le melodie giocano un ruolo notevole e, per quanto
possano essere graffianti le due vocals in screaming e tirata la sezione
ritmica, restano sempre l’elemento portante dei pezzi. Buona la produzione,
ad opera del solito binomio Tico Tico Studios (registrazione e mixaggio)
e Finnvox (mastering), anche se a tratti ci sarebbe stato bisogno di una
pesantezza maggiore e di un innalzamento dei volumi delle chitarre. Le
strutture degli otto pezzi di “Swamplord” sono generalmente semplici e
non offrono grandi sorprese dal punto di vista dello svolgimento della
canzone, ma al tempo stesso risultano assolutamente fluide e prive di sbavature...
ciò che colpisce di più è comunque la cura per certi
dettagli della trama ritmica, nonchè il buon livello dell’esecuzione
tecnica di ogni membro della band (dopotutto hanno una lunga gavetta underground
alle spalle). Tra le altre tracce degne di nota troviamo sicuramente “Black
Roija”, “Using the Word” ed “Hades”. Bello anche l’artwork dalle connotazioni
tribali-sciamaniche di Juha Vuorma (In the Woods, New Eden, Theory in Practice
ed altri), seppur abbinato ad un libretto essenziale... peccato solo che
il disco duri poco più di mezz’ora! Anche se non stiamo parlando
di un album esageratamente originale ed imperdibile, vi consiglio comunque
di tenere d’occhio questo “Swamplord”, perchè i Kalmah hanno tutte
le carte in regola per diventare un nome di spicco nel nuovo panorama death
melodico scandinavo.
- Alessio Oriani |
36 Minuti TRACKLIST
|
Ritorna a ROT 'N' ROLL ( News - Recensioni - Demotapes - Links - Staff - Contatti)