RHAPSODY - "Dawn of Victory"
(LMP/Audioglobe)
45/100
Se i Rhapsody mi avevano positivamente sorpreso con il loro primo disco (veramente ottimo) e fortemente deluso con il secondo, con questo “Dawn of Victory” non fanno che confermare tristemente la mia tesi, cioè che le carte vincenti del combo triestino si esauriscono con “Legendary Tales”, perchè i due album successivi sono infatti del tutto inutili e non aggiungono nulla a quanto detto nel debut. Se “Symphony of Enchanted Lands” poteva ancora raggiungere la soglia della sufficienza, proponendo melodie e ritornelli scontatissimi ma comunque orecchiabili, questo “Dawn of Victory” tenta vanamente di imitare gli stilemi dei suoi predecessori, fallendo nel suo intento di riproporli con un sound più diretto e meno orchestrale. Il tentativo di rendere più “heavy” uno stile che altrimenti si sarebbe discostato troppo dal metal comporta una serie di riff banali, una struttura dei pezzi discutibile ed alcune tra le linee vocali più ridicole che mi sia mai capitato di sentire! Scordatevi quindi la sontuosità di pezzi come “Flames of Revenge” o la magia di melodie come “Forest of Unicorns”, perché in “Dawn of Victory” non troverete altro che una pallida ombra dei primi Rhapsody. Il disco si apre ancora una volta con la solito intro pseudo-epica, prosegue come di consueto con due pezzi tirati, la title track (unica song decente) e “Triumph for My Magic Steel” (ridicola come il titolo), per poi arrivare al solito brano “atmosferico” con il flauto, che più che altro sembra una marcetta svogliata composta durante una pausa pranzo. “Dargor” si apre con un riff che fa ben sperare per poi scadere tristemente in un pezzo piatto e noioso, mentre la successiva “The Bloody Rage of the Titans” è un polpettone di sei minuti e mezzo che anche il più grande fan dei Rhapsody farebbe fatica a digerire... attenzione però a “Holy Thunderforce”, che resta una delle canzoni più brutte di sempre, con una linea vocale che sembra la presa in giro di sé stessa! I tre pezzi di chiusura sono un interludio strumentale (decente ma inutile), la mediocre “The Last Winged Unicorn” (inizia discretamente ma poi cola a picco) e la conclusiva “The Mighty Ride of the Firelord” (ovviamente il brano più lungo del disco). Le uniche note positive di questo “Dawn of Victory” riguardano la produzione sontuosa e la tecnica di base, con Turilli che di certo non potrà essere considerato un gran chitarrista ma sa svolgere il suo compito senza sbavature e Lione che, pur non stupendoci per particolari capacità canore, è perfettamente all’altezza della situazione. La sezione ritmica è resa impeccabile dalla presenza dietro le pelli del mastodontico Alex Holzwarth (ex-Sieges Even), il quale avrebbe potuto incidere queste parti anche con gli occhi bendati, un braccio legato dietro la schiena ed una gamba amputata. Insomma la tecnica c’è, la produzione anche… peccato che manchi totalmente la musica! Menzione a parte va fatta per la copertina del disco, la quale non risulta obbrobriosa come le precedenti, ma non scordiamoci il ridicolo inglese di Fabio Lione (che dopo tre dischi non ha ancora deciso come pronunciare “Emerald Sword”), l’assoluto squallore dei testi ed i semi-plagi del tema de “La Storia Infinita”... se ancora non l’aveste capito, questo ultimo lavoro dei Rhapsody è assolutamente indecente! Nel caso doveste comprare un disco dei Rhapsody prendete “Legendary Tales”, se già lo avete prendete “Symphony of Enchanted Lands”, ma state alla larga da “Dawn of Victory”!

- MetalleR

49 Minuti

TRACKLIST

  • Lux Triumphans
  • Dawn of Victory
  • Triumph for My Magic Steel
  • The Village of Dwarves
  • Dargor, Shadowlord of the Black Mountain
  • The Bloody Rage of the Titans
  • Holy Thunderforce
  • Trolls in the Dark
  • The Last Winged Unicorn
  • The Mighty Ride of the Firelord

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