LOWBROW - "Victims at Play"
(The Plague/Audioglobe)

50/100

TRACKLIST:  traccia 1 / traccia 2 / ecc.ecc.

Con tutto il ben di dio uscito in ambito death metal nell’ultimo anno (anche se questo CD risale al 1999), il disco dei Lowbrow sembra quasi uno scherzo di cattivo gusto. “Victims at Play” è infatti composto da undici pezzi totalmente devoti all’opera degli Obituary e principalmente basati su una struttura ritmica da mid-tempo, del tutto privi di mordente e personalità... ciò che rende il tutto più grottesco è però il fatto che questi Lowbrow non siano affatto dei novellini, ma gente piuttosto esperta e navigata da cui ci si aspetterebbe del materiale di livello medio-alto! Alle chitarre troviamo infatti Allen West (ex-Obituary e Six Feet Under) e Ben Meyer (ex-Nasty Savage ed Acheron), alla voce Rich Hornberger (ex-roadie degli Obituary che ricopre il ruolo di leader e songwriter nei Lowbrow), alla batteria Curt Beeson ed al basso Richard Bateman (anch’essi provenienti dai Nasty Savage). Questa line-up, tuttavia, ci offre un’esecuzione troppo scialba ed impersonale, quasi  disarmante... l’unico che riesce a brillare è il fenomenale bassista, che ci offre numerosi passaggi piuttosto tecnici e raffinati come su “Non Descript”, “Interred in Dirt” e “Restoration”, ma anche su tutto il resto dell’album. Al di là della produzione (curata da Donald Tardy degli Obituary) a tratti piatta e soffocante ed un mixaggio esageratamente incentrato sulle frequenze basse (realizzato dall’ex-Iced Earth Mark Prator), sono proprio le canzoni a non funzionare a causa dei riff stantii, delle strutture fin troppo prevedibili e di un growling così piatto e mal controllato da risultare estenuante (ascoltate per esempio “Cold Stale Souls”). Le poche tracce sufficientemente elaborate e trascinanti sembrano essere le sole “Done in” ed “Interred in Dirt”, più veloci rispetto alla norma dell’album e con buone divagazioni thrash, ma purtroppo non è abbastanza per salvare i restanti quaranta minuti dalla noia e dal disinteresse. Credo che il punto debole dei Lowbrow sia (paradossalmente) proprio il creatore della band, il quale fallisce sia come cantante sia come compositore... a questo punto mi auguro un ammutinamento degli altri membri!

Alessio Oriani


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