VIRGIN STEELE - "The House of Atreus Act II"
(Noise/SELF)

90/100

TRACKLIST: (CD1) Wings of Vengeance / Hymn to the Gods of Night / Fire of Ecstasy / The Oracle of Apollo / The Voice as Weapon / Moira / Nemesis / The Wine of Violence / A Token of My Hatred / Summoning the Powers (CD2) Flames of Thy Power (from Blood They Rise) / Arms of Mercury / By The Gods Suite (By the Gods - Areopagos - The Judgement of the Son - Hammer the Winds - Guilt or Innocence) / The Legends Suite (The Fields of Asphodel - When the Legends Die - Anemone: Withered Hopes... Forsaken) / The Waters of Acheron / Fantasy and Fugue in D Minor (the Death of Orestes) / Resurrection Day (the Finale)

I Virgin Steele sono forse l’esempio più lampante di quanto un grandissimo gruppo possa venir inspiegabilmente trascurato da parte del grande pubblico. Autori, a partire dal 1994, di una serie consecutiva di quattro capolavori, il combo americano è sempre stato relegato in una sorta di angolino, fatto di fan fedelissimi e circondato dall’ignoranza di chi a malapena ha sentito in giro il loro nome... un nome che però è nato agli inizi degli anni ’80 insieme a quello di tanti altri “mostri sacri” dell’Heavy Metal! Con l’uscita di questo “The House of Atreus Act II”, i Virgin Steele concludono il loro secondo ambizioso concept. Dopo “Invictus”, il quale aveva portato ad un momentaneo (e riuscitissimo) inasprimento dei toni, i Virgin Steele tornano al loro stile classico e partoriscono questa vera e propria “bomba” di  sentimento, epicità ed estro musicale, il cui stile ricorda molto da vicino quello del primo capitolo (anche se i pezzi e la riuscita generale sono a mio avviso addirittura migliori)... un disco che impartisce una severa lezione a tutti quei gruppetti che hanno presunto di scrivere un concept album mettendo insieme due idee accompagnate da quattro note buttate giù alla buona. “The House of Atreus Act II” è un’opera titanica, tanto difficile all’ascolto quanto appassionante: novanta minuti di un’intensità musicale fuori dal comune, fatta di pezzi veloci e diretti (per quanto possa essere “diretto” un loro pezzo) e di interludi orchestrali di una raffinatezza ed una classe inconfondibili, ed anche se la presenza quasi costante della doppia cassa potrebbe insospettire i fan più attenti di questo grande gruppo, sappiate che si tratta comunque di un lavoro che porta stampato a caratteri cubitali il marchio dei Virgin Steele, senza la minima concessione al power “facilotto” tanto di moda di questi tempi. “The House of Atreus Act II” va ascoltato dall’inizio alla fine, con la massima attenzione, altrimenti si rischia di non percepirne la genialità e la solennità: tutto questo perchè è frutto di una mente (quella di David DeFeis), tra le più mastodontiche ed attive del panorama metal mondiale. Se già apprezzate i Virgin Steele acquistate subito questo disco, altrimenti vi consiglio di iniziare con un altro album, in quanto “The House of Atreus Act II” potrebbe forse risultare troppo “pesante” concettualmente e, in un certo senso, “spaventarvi”. P.S.: Un’ultima annotazione personale: al concerto del 29 Gennaio a Roma mi è toccato sentire i commenti di qualche ignorante che, finita la prova dei Virgin Steele, tirava un sospiro di sollievo e gioiva per “essersi liberato de ‘sti cojoni” nell’attesa che salissero sul palco “i grandi Hammerfall”. Beh, se l’attuale pubblico metal è incapace di riconoscere la genialità anche quando gliela si sbatte in faccia, ignorante fino all’ostinazione, sono più che felice che i fan dei Virgin Steele siano pochi… pochi ma ben dotati di orecchie e soprattutto di cervello!

MetalleR


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