ATHENA - "Twilight of Days"
(Noise/SELF)

70/100
TRACKLIST: Twilight of Days / Till the End / The Way to Heaven's Gates / Hymn / Your Fear / Falling Ghosts / The Highest Tide / Touch My Heart / Lord of Evil / Take My Life Away / End of a Life / Making the History

A seguito del lodevole esordio in ambito progressive metal "Inside the Moon" (1995) ed un secondo e ben più professionale (seppur meno originale) lavoro "A New Religion?" (1997), tornano i nostrani Athena sotto una nuova veste, con una line-up diversa ed un altro contratto discografico. Dal precedente album troviamo solo due membri, ovvero il chitarrista Simone Pellegrini ed il tastierista Gabriele Guidi, a cui ora si aggiungono i due giovani Francesco Neretti (vocals) e Graziano Poggetti (chitarra), il bassista Fabio Doveri ed il veterano drummer Ross Lukather (Death SS, Labyrinth). Iniziamo subito col dire che il six-piece toscano per questo "Twilight of Days" ha effettuato una sterzata enorme, mettendo da parte le suggestioni progressive di stampo theateriano, le componenti melodiche di matrice Angra e rivolgendo gran parte delle proprie attenzioni verso un power metal vagamente prevedibile e relativamente scialbo (anche i testi ci offrono un concept fantasy lontano anni luce dalla sensibilità dei vecchi pezzi). Una buonissima prova strumentale del gruppo ed un altrettanto positiva produzione consentono comunque ai pezzi di questo lavoro di mantenersi su un livello discreto soprattutto grazie ad un songwriting abbastanza efficace, seppur debba ammettere che il CD in questione mi ha lasciato parecchio amaro in bocca... al di là delle vocals piatte come un asse da stiro (Fabio Lione sarà pure una delusione dal vivo, ma non c'è proprio paragone con questo novizio!) ho infatti avuto l'impressione di ascoltare un gruppo totalmente alieno a quello che conoscevo precedentemente, completamente snaturato e regredito. Anche se incontriamo buone canzoni come la coppia composta da “Take My Life Away” ed “End of a Life” (entrambe molto atmosferiche ed ispirate), la meldocissima “Hymn” e l’articolata “Your Fear”, queste vengono bilanciate in negativo da pezzi sterili e banali come “Lord of Evil”, “Falling Ghosts”, “Making the History” o la stessa title-track. “Twilight of Days” si colloca quindi in una posizione discreta, ma è incapace di decollare nè tantomeno di offrire le emozioni offerte dai due dischi precedenti (in particolare il primo, che resta il mio preferito). Peccato!

Alessio Oriani


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