HYPOCRITE - "Edge of Existence"
(No Fashion/Audioglobe)

80/100

TRACKLIST: Vita Dolorosa / Deep Within the Flower of Sin / Edge of Existence / The Scream / Voices from the Dark Side / Heaven's Tears / A Black Wound / When I'm Gone / Sanctuary of the Sleeping God / Welcome to Abaddon / Forsaken by Christ / Beyond the Edge

“Edge of Existence”, come molti avranno già intuito, è la ristampa del debut album degli svedesi Hypocrite, uscito alcuni anni addietro per la label italiana Off World. Dal momento che tale CD è difficilmente reperibile in quanto fuori produzione da diversi anni, la No Fashion ha pensato bene di rimasterizzarlo e dotarlo di un nuovo artwork per soddisfare tutti quei fan (pare che in Svezia non siano affatto pochi) disperati per l’impossibilità di trovarne una copia. Se conoscete già l’originale è comunque inutile che leggiate questa recensione, dato che l’unica differenza degna di nota è un sound leggermente più potente e “carnoso” à la Edge of Sanity, dovuto al nuovo mixaggio effettuato da Fred Estby (Dismember) ai Sunlight Studios. Anche se gli Hypocrite furono tra le prime band svedesi a proporre death melodico, arrivarono sul mercato piuttosto in ritardo rispetto a tutti gli altri compagni ed infatti la loro prima release ufficiale fu uno split single con gli italiani Electrocution (altro che gli odierni Addiction!) nel 1994, seguito da questo stesso album due anni dopo... ovviamente tutto questo ritardo non giocò a favore della band, che praticamente sparì dopo la pubblicazione di “Edge of Existence” (ci sono solo io a sperare che si riformino?). L’album è sicuramente un buonissimo esempio di death metal melodico da affiancare idealmente ai primissimi lavori di In Flames e Dark Tranquillity (ma si potrebbero tirare in ballo anche Eucharist, Luciferion, Unanimated e Ceremonial Oath): altamente aggressivo, pesante e piuttosto lontano dalla tendenza ad abusare della melodia (ormai fin troppo in voga), ci offre anche una discreta tecnica strumentale e, soprattutto, un songwriting variegato ed efficace. L’unica nota negativa va forse mossa alle vocals, decisamente piatte ed alla lunga un po’ stancanti... peccato, perchè “Edge of Existence” avrebbe guadagnato un bel po’ di punti in più se questo aspetto fosse stato risolto in maniera differente. Tra gli undici pezzi presenti, solo uno è scadente (“Heaven’s Tears”), mentre i migliori risultano essere quelli più aggressivi e dinamici, ovvero la title-track, “Sanctuary of the Sleeping God” , “Voices from the Dark Side” e la conclusiva “Beyond the Edge”. Se ve lo siete fatto sfuggire a suo tempo, forse è proprio il caso di rimediare adesso!

Alessio Oriani


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