KATATONIA - "Last Fair Deal Gone Down"
(Peaceville/Audioglobe)

80/100

TRACKLIST: Dispossession / Chrome / We Must Bury You / Teargas / I Transpire / Tonight's Music / Clean Today / The Future of Speech / Passing Bird / Sweet Nurse / Don't Tell a Soul

Nonostante io non abbia mai del tutto digerito la svolta nel sound dei Katatonia a partire da "Discouraged Ones" (1998), la band svedese resta comunque tra le mie preferite in amito svedese e continuo a nutrire immutato rispetto per i suoi membri Jonas Renske ed Anders Nyström, motivo per il quale non ho mai smesso di prendere le loro uscite discografiche ed interessarmi ai loro side-projects (Diabolical Masquerade, Bloodbath, ecc.). Ovviamente, questo "Last Fair Deal Gone Down" ricalca (anche se in maniera più poliedrica ed incisiva) le coordinate del suo predecessore "Tonight's Decision", fatte di un sound etereo, cupo, pacato ed interamente legato all'utilizzo delle sfumature anzichè dei contrasti forti: sfumature di colori freddi, metallici, devitalizzati, ma che riescono ad essere intensi grazie al dolore espresso nelle atmosfere della band. In questo, non si può di certo dire che i Katatonia siano cambiati: la loro musica è sempre l'espressione del malessere, la voce del dolore interiore, psicologico ed esistenziale. E' vero che la proposta del trio svedese è ora sicuramente più accessibile dal punto di vista delle sonorità, ma i Katatonia stanno alimentando un processo di intimizzazione (al di là delle influenze varie di Pink Floyd, Jeff Buckely e The Cure) che sempre di più li sta portando ad essere un entità completamente a sè stante, che deve essere accettata in toto per essere compresa: "Last Fair Deal Gone Down" è infatti ancora più criptico, personale ed introspettivo dei precedenti lavori della band, a dispetto delle coordinate musicali più "leggere". Attenzione però, perchè non stiamo affatto parlando di canzoni semplici... ogni pezzo del disco presenta infatti una ricerca sonora assai intensa, con una moltitudine di suoni ed effetti che si collocano su diversi livelli percettivi, come una musica in parallasse. Per non contare la splendida prova vocale di Renske (melodie imprevedibili, versatili e poetiche come non mai) e la cura maniacale dei dettagli: ogni singola nota, per quanto semplice e lineare, è sempre il frutto di un lavoro artistico profondo ed intenso che traspare in ogni minuto dell'album. Era dai tempi di "Sounds fo Decay" (1997) che non mi appassionavo così tanto ad un disco dei Katatonia e che non vedevo lo spirito della band così vivo e fedele, ma purtroppo c'è una componente all'interno di "Last Fair Deal Gone Down" che non riesco a digerire e che per me stride troppo con il resto della musica: l'uso dell'elettronica e di alcuni effetti... ok, saranno pure elementi usati in pochi momenti e con moderazione, ma impediscono il decollo definitivo di alcuni pezzi (altrimenti splendidi), uccidendo la dimensione umana e spirituale dei Katatonia con quei suoni artificiali ed anonimi. Al di là di questa piccola critica, si tratta di un album emotivamente intenso, onesto ed umile, che potrà farvi sognare (è proprio il caso di dirlo) durante i suoi ascolti... ovviamente, se siete già fan della band, sarà l'ennesima conferma di una garanzia (ed un nuovo capitolo di una storia tragica di cui però non si può fare a meno).

Alessio Oriani


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