AMON AMARTH - "The Crusher"
(Metal Blade/Audioglobe)

75/100

TRACKLIST: Bastards of a Lying Breed / Masters of War / The Sound of Eight Hooves / Risen from the Sea 2000 / As Long as the Raven Flies / A Fury Divine / Annihilation of Hammerfest / The Fall Through Ginnungagap / Releasing Surtur's Fire / Eyes of Horror

Nella storia degli svedesi Amon Amarth è possibile individuare due periodi abbastanza distinti: il primo va dalla nascita del gruppo ed arriva fino alla pubblicazione del debut album “Once Sent from the Golden Hall” (1997), l’altro invece inizia da tale punto ed arriva fino ad oggi... motivo di questa distinzione sono le due line-up che caratterizzano i rispettivi periodi. Anche se l’operato del gruppo è rimasto in linea generale del tutto coerente, io resto dell’opinione che la prima fase sia stata la migliore, grazie ad una vena melodica più marcata ed un guitarwork più ispirato... tuttavia, con questo non voglio affatto dire che “The Crusher” ed il suo predecessore “The Avenger” (1999) siano dei dischi scadenti... anzi, tutt’altro! Con questo nuovo “The Crusher” non si notano grossi cambiamenti di stile nella proposta del combo svedese, il quale resta fedele al suo “true viking death metal” (denominazione insolita ma che descrive perfettamente le componenti del loro sound) e ci offre nove tracce in pieno stile Amon Amarth soprattutto sotto il profilo lirico, ben rodato e sempre devoto ai temi dell’anticristianesimo, delle battaglie eroiche e della mitologia nordica. I nuovi pezzi sono ancor più dirompenti e poderosi di quelli di un paio d’anni fa, ma al tempo stesso offrono delle strutture meglio studiate e capaci di garantire una longevità maggiore alle canzoni... anche la produzione risulta più aggressiva e potente, con suoni di chitarra molto grezzi e ridondanti sulla scia degli Hypocrisy di alcuni anni fa. Si nota però un leggero calo da parte del vocalist, che offre una prova un po’ più piatta ed affaticata rispetto all’album precedente... una caratteristica, questa, che influisce notevolmente sul risultato finale più di quanto si pensi. Sembra inoltre che il drummer abbia messo un po’ da parte la fantasia a favore di una velocità ed una precisione maggiori, ma il suo abuso di doppia cassa diventa un fattore negativo e tedioso dopo i primi due-tre ascolti. Al di là di queste considerazioni, però, canzoni come “The Sound of Eight Hooves”, “Annihilation of Hammerfest” o “As Long as the Raven Flies” (davvero splendida) rimangono degli efficaci esempi di potenza epica ed esaltante, capaci di infiammare anche gli ascoltatori legati a sonorità più tipicamente heavy & classic metal... a cui tra l’altro sembra dedicata la copertina dell’album! Inoltre, è presente una nuova versione di “Risen from the Sea”, pezzo composto nel 1993 e rimasto inedito fino ad ora perchè la prima demo “Thor Arise” non fu mai rilasciata, mentre su certe edizioni limitate del CD potrete trovare anche una brutale rilettura della storica “Eyes of Horror” dei Possessed. Se siete già fan della band ed avete apprezzato “The Avenger”, allora non fatevi sfuggire questo “The Crusher”, ma se volete avvicinarvi agli Amon Amarth vi consiglio di iniziare con “Once Sent from the Golden Hall”.

Alessio Oriani


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