AND OCEANS - "Allotropic Metamorphic Genesis Of Dismorphism (A.M.G.O.D.)"
(Century Media/SELF)

65/100

TRACKLIST: Intelligence Is Sexy / White Synthetic Noise / Tears Have No Name / Esprit De Corps / Odious & Devious / Of Devilish Tongues / Postfuturistika / TBA in a Silver Box / New Model World

Dopo due album intelligenti e personali come “The Dynamic Gallery of Thoughts” (1998) e “The Simmetry of I, the Circle of O” (1999), tutto mi sarei aspettato dai blackster finnici And Oceans fuorchè questo calo! E’ vero che gli incidenti di percorso possono sempre capitare a tutti, ma alla luce del passaggio dalla Season of Mist alla Century Media ero proprio fiducioso nei confronti di un concreto salto qualitativo, anche alla luce dei buonissimi risultati precedentemente ottenuti... ed invece mi trovo di fronte ad un album che, dopo un impatto iniziale esaltante, lascia molto perplessi sul futuro del six-piece in questione! “A.M.G.O.D.”, parola che fa da acronimo ad un titolo assai più lungo, si struttura in nove tracce, anzi sette visto che una è l’outro ed un’altra una sperimentazione techno-dance a dir poco disgustosa (e non stiamo parlando di elettronica d’autore, ma di una porcata alla “Hits on Five”), per un totale di appena cinquanta minuti. Rispetto al sound di due anni fa, le differenze sono enormi: le composizioni sono notevolmente più dirette e violente, ma purtroppo non si avvalgono più di quelle costruzioni complesse ed intrecciate da scoprire piano piano, nè delle melodie sognanti ed ariose di un tempo, mentre la componente sinfonica è scomparsa quasi del tutto a favore dell’inserimento di tastiere ultra-moderne di derivazione elettronica... non che questo sia un male, anzi, forse rappresenta il lato più interessante tra le innovazioni inserite con “A.M.G.O.D.” ed infatti i miei pezzi preferiti (“White Synthetic Noise”, “Postfuturistika” e “Tears Have No Name”) ne fanno un uso abbastanza intensivo, ma mi sembra che questa componente sia troppo distante e slegata dall’esagerata violenza spigolosa e nevrotica che fa da sfondo a certe nuove canzoni (“Intelligence Is Sexy”, “Odious & Devious” ed “Esprit De Corps”). Probabilmente qui entra in gioco anche la produzione molto cruda e fredda, targata Studio Abyss, che si pone in netto contrasto rispetto all’impostazione morbida e maestosa precedentemente ottenuta ai Tico-Tico e Finnvox, ma ciò non giustifica nè tanto meno cambia il risultato finale. In definitiva, mi è sembrato che gli And Oceans siano ormai troppo lacerati da due nature contrapposte... personalmente, mi auguro che venga decimata la violenza delle parti black metal a favore della sperimentazione melodica in ambito elettronico, integrandola meglio col resto e senza mai più scadere nell’orrendo episodio di “New Model World”. Nella speranza che i finnici riescano a trovare un equilibrio, restiamo a vedere cosa succederà in futuro... ho fiducia in loro!

Alessio Oriani


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