FALCONER - "Falconer"
(Metal Blade/Audioglobe)

85/100

TRACKLIST: Upon the Grave of Guilt / Heresy in Disguise / Wings of Serenity / A Quest for the Crown / Mindtraveller / Entering Eternity / Royal Galley / Substitutional World / Lord of the Blacksmiths / The Past Still Lives On / Per Tyrssons Döttrar I Vange

Davvero interessante questo debut dei Falconer, monicker dietro il quale si celano - per modo di dire - Stefan Weinerhall e Karsten Larsson, entrambi ex-membri dei Mithothyn (indimenticabile il loro debut del ‘97 “King of the Distant Forest”) che qui ricoprono i ruoli di chitarrista-bassista-compositore uno e batterista l’altro. La musica propostaci da questa nuova formazione è un insolito ibrido tra quanto fatto nella loro band precedente (ovvero death melodico ed epico con forti influenze di musica folk svedese), un heavy-power metal di matrice ottantiana ed un’ulteriore spolverata di thrash metal. Anche l’ispiratissimo vocalist si pone come una figura poco classificabile, a causa della sua timbrica calda e particolare che lo tiene a distanza dai soliti acuti spacca-bicchieri (Kiske, Kotipelto e così via) ma anche dalle ruvide vocals teutoniche (Accept, Rage, Grave Digger, Blind Guardian, eccetra), senza per questo risultare svociato o impersonale, anzi tutt’altro... a tratti, sembra quasi di ascoltare una narrazione dai toni sostenuti, piuttosto che delle vere e proprie canzoni! Non aspettatevi nulla di prevedibile dai Falconer: niente smielate melodie dominate dalle tastiere, niente canzoni basate su quattro riff riciclati e nessuna propensione a lanciarsi in virtuosi sproloqui, barocchi o neoclassici che dir si voglia... vi pare poco? Buonissima la produzione (curata da Andy La Rocque nei suoi Los Angered Studios) poderosa, sanguigna e per fortuna completamente guitar-oriented: il risultato finale è positivamente diverso da altri CD di recente produzione, ma forse (proprio per questo motivo) si sarebbe potuto tirar fuori qualcosa di ancor più adatto e personale... a mio avviso, sarebbe stato splendido se i Falconer avessero utilizzato delle soluzioni retrò alla The Lord Weird Slough Feg! Senza soffermarmi sui singoli pezzi, vi consiglio l’ascolto di “A Quest for the Crown”, “Entering Eternity” (bellissima!), “The Past Still Lives On” e “Substitutional World”, giusto per farvi un’idea della proposta della band. In definitiva con “Falconer” non stiamo parlando di un vero capolavoro, perchè alcune piccole pecche qua e là non mancano (le strutture dei pezzi potrebbero ad esempio rese un po’ più dinamiche), ma in quanto debut album si tratta comunque di un buonissimo disco che fa prevedere degli enormi margini di miglioramento e che (se non altro) individua una via interessante e personale in un genere fin troppo ripetitivo, stantio e chiuso in vicoli ciechi.

Alessio Oriani


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