ARK - "Burn the Sun"
(InsideOut/Audioglobe)

95/100

TRACKLIST: Heal the Waters / Torn / Burn the Sun / Resurrection / Absolute Zero / Just a Little / Waking Hour / Noose / Feed the Fire / I Bleed / Missing You

Più che una semplice conferma, “Burn the Sun” è una vera e propria sorpresa! Già, perchè se il buonissimo debut “The Ark”, uscito lo scorso anno, aveva giustamente creato proseliti in ambito progressive metal, questo nuovo lavoro è addirittura capace di bissare il suo predecessore. Accanto ai tre compositori e membri principali della band, ovvero il chitarrista Tore Østby (Conception, Consortium Project), il drummer John Macaluso (Riot, TNT, Malmsteen, Powermad) e l’espressivo cantante Jorn Lande (The Snakes, Uli John Roth), si aggiungono ora il bassista Randy Coven (Steve Vai, Steve Morse) ed il tastierista Mats Olausson (Malmsteen): tutti personaggi, quindi, che garantiscono notevole esperienza, abilità tecnica ed inventiva... anche se personalmente preferivo il tastierista del debut Trond Nagell Dahl (anche lui ex-Conception). Proprio l’inventiva e la fantasia, unite ad un’ampia libertà compositiva, sono le connotazioni principali dei nuovi pezzi degli Ark, che riescono a risolvere definitivamente le due uniche pecche del precedente CD, ovvero una produzione non all’altezza delle canzoni ed un songwriting forse troppo impulsivo ed aperto. Su questo “Burn the Sun” è infatti finalmente possibile apprezzare una decina di pezzi - di durata inferiore rispetto a prima - fortemente legati tra loro, per quanto poliedrici e variegati, da un sottile ma indistruttibile filo conduttore... per non parlare della produzione, stavolta davvero superlativa, potentissima, cristallina e soprattutto orientata nell’evidenziare le caldissime ed emozionanti vocals di Jorn, di matrice bluesy hard rock, che guidano lo svolgimento di ogni canzone. Come già accadeva in “The Ark”, nella musica della band si mischiano hard rock melodico, blues, jazz, splendide parti latino-americane, progressive rock ed heavy metal, ma questa volta tali elementi sono meglio amalgamati nel disco intero e non relegati a singole canzoni, mentre intanto il livello tecnico viene innalzato ancor di più... come se non fosse già abbastanza elevato! Particolarmente belle sono l’aggressiva opener “Heal the Waters”, la toccante “Resurrection” e “Feed the Fire”, assai melodica ed accattivante, mentre un discorso a parte va fatto per la conclusiva “Missing You”, che riconferma - se mai ce ne fosse bisogno - tutte le qualità della band nei suoi nove minuti di atmosfera quasi drammatica: va comunque detto che in realtà non c’è nemmeno un pezzo che si dimostri inferiore agli altri (vogliamo parlare anche della stupenda “Absolute Zero”?). Mi stupisco quasi nel dirlo, ma devo ammettere che “Burn the Sun” è un album praticamente perfetto... a questo punto, l’avrete capito, l’acquisto è d’obbligo!

Alessio Oriani


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