DARKANE - "Insanity"
(Nuclear Blast/Audioglobe)

70/100

TRACKLIST: Calamitas / Emanation of Fear / Third / Impure Perfection / Hostile Phantasm / Psychic Pain / 000111 / The Perverted Beast / Distress / Inauspicious Coming / Pile of Hate / Inverted Spheres

“Insanity” è l’attesissimo successore dello stupendo “Rusted Angel”, uno degli album di swedish death metal tra i più innovativi, moderni ed entusiasmanti degli ultimi anni (se non lo avete, correte subito a comprarlo!), ma purtroppo rimane schiacciato dalle enormi aspettative che si erano create, non riuscendo a ripetere il successo di due anni fa. Rispetto all’angelo arrugginito, questo nuovo “Insanity” propone svariate differenze stilistiche ed alcuni pro e contro... e sfortunatamente, i contro sono più pesanti dei pro, ma vediamoli in dettaglio. Il batterista Peter Wildoer (Armageddon, Agretator, Majestic) si rivela un vero mostro di tecnica e di fantasia, con dei passaggi incredibilmente intricati che lasciano completamente a bocca aperta, mentre la sua controparte chitarristica Christopher Malmström si prodiga in assoli stupefacenti con dei memorabili picchi melodici ed una tecnica strabiliante. Da questo punto di vista, “Insanity” è sicuramente ad anni luce di distanza del suo predecessore (che al confronto sembra quasi un disco semplice), mentre la produzione va di pari di passo: ancor più potente, cristallina ed attenta ai dettagli. Tuttavia, questi elementi vengono controbilanciati (anzi, minati) da un songwriting sconclusionato che ha poco a che vedere coi vecchi pezzi e da un riffing stranamente impacciato, prevedibile e poco incisivo, mentre la velocità delle ritmiche è ridotta al punto che le uniche vere scariche di adrenalina sono relegate alle sole “Hostile Phantasm”, “The Perverted Beast” e la stupenda “Distress”. L’attuale sound dei Darkane è senza dubbio più ricco e variegato, ma non per questo vincente: non a caso, molte delle parentesi melodiche (assai più frequenti di prima) sembrano malriuscite, mentre in generale si nota troppo spesso una minor coerenza stilistica (nonchè una certa voglia di citare gli Strapping Young Lad dello stupendo “City”). Discorso a parte va fatto poi per il nuovo vocalist, l’aspetto peggiore di tutto il CD: tale Andreas sembra una via di mezzo tra uno strillone da mercato del pesce ed un ipotetico dei Chuck Billy dei poveri, risultando un rimpiazzo del tutto inadatto alle grandissime vocals del defezionario Lawrence Mackrory. Una vera delusione, con queste vocals così sgraziate ed irritanti... d’altronde il mio risentimento verso questo “Insanity” è dovuto principalmente a questo aspetto, che più di tutti gli altri mina un secondo disco che avrebbe potuto essere un capolavoro, viste le potenzialità della band. Non so quanto abbiano influito i vari problemi durante la composizione e registrazione del CD (studio allagato, DAT persi in un incendio, un fulmine ha colpito lo studio bruciando molte apparecchiature), fatto sta che “Insanity” riesce a superare la sufficienza solo grazie all’operato individuale di Wildoer e Malmström, addizionato ad un paio di pezzi notevoli (oltre ai sopraccitati, abbiamo la complessa “Pile of Hate” e “Psychic Pain”, con la collaborazione di Fredrik Thordendal dei Meshuggah). Sarà per la prossima volta?

Alessio Oriani


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