GOD DETHRONED - "Ravenous"
(Metal Blade/Audioglobe)

80/100

TRACKLIST: Swallow the Spikes / The Poison Apple (Eve & Serpentio in the Garden of Eden) / Villa Vampiria / Consumed by Darkness / The Mysteries That Make You Bleed / The Iconoclast Deathride / The Crown for the Morbid / Ravenous / Autumn Equinox / Winter Campaign 2002 / Evil Dead

Che dolore! Il nuovo CD dei God Dehtroned (da poco riapparsi con la ristampa del loro primo demo, arricchito da tracce rare e live degli esordi) è un vero e proprio bagno di sangue che riesce a polverizzare anche il suo già fortunato predecessore “Bloody Blasphemy”, ricordando per l’ennesima volta la superiorità del death metal rispetto al black metal in quanto a violenza ed aggressività. Sempre a metà tra un old-schoold death metal (primi Death e Pestilence, Possessed) e soluzioni leggermente più moderne e brutali (Vader, Vomitory, Sinister), i God Dethroned picchiano duro amalgamando il tutto con un substrato thrashy completamente slayeriano ed inserimenti melodici alla Carcass. Molto buono il songwriting, che alterna perfettamente riff canonici ma coinvolgenti a cambi di tempo ed atmosfera interessanti ed a tratti imprevedibili, ponendo particolare enfasi sulla costruzione dei pezzi nei dintorni della fase solista della chitarra, unico momento melodico e di riposo all’interno dei dieci pezzi proposti. “Ravenous” è comunque il disco più veloce e furioso nella discografia dei God Dethroned e sprigiona una rabbia senza pari, complice anche la presenza di Tony Laureano (ex-Angelcorpse) dietro le pelli... tuttavia, si fa un po’ sentire la mancanza (o comunque un miglior equilibrio) delle parti più lente e macabre che da sempre caratterizzano il sound della band olandese. Come prevedibile, le tematiche spaziano tra l’horror-gore (evidenziato anche dal solito orribile artwork di Joe Petagno) e la lotta contro il cristianesimo, temi portanti del death metal americano sin dai suoi primi momenti di vita. Particolarmente riuscite “The Poison Apple”, “The Iconoclast Deathride” (qua si potevano però evitare le tastiere) e la macellante title-track, ma una menzione speciale va fatta anche per l’articolata “Winter Campaign 2002” e “Consumed by Darkness”, un breve interludio cadenzato e lugubre non distante dai primi Paradise Lost. Conclude il tutto una riuscitissima cover della storica “Evil Dead” dei Death, ripescata dal loro seminale esordio “Scream Bloody Gore”. In sostanza, un disco di death metal classico e particolarmente guitar-oriented, solido ed inattaccabile, ottimamente suonato e prodotto... che volete di più?

Alessio Oriani


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