LACRIMAS PROFUNDERE - "Burning: a Wish"
(Napalm/Audioglobe)

90/100

TRACKLIST: Melantroduction / Without / Adorer and Somebody / A Summer's End / Solicitude, Silence / 2 Sec. and a Tear / Lastdance / Morning... Grey / Diotima / Re-Silence

Dopo il manierista e prevedibile “Memorandum”, lavoro alquanto sottotono del 1999, tornano i Lacrimas Profundere con un nuovo album da studio, il terzo, che porta un po’ di novità nel sound della band. Seguo i passi dell’affollata band tedesca (otto membri!) sin dalla loro apparizione su Witchunt Records nel 1997 (“La Naissance D’un Rève”, notevole lavoro di gothic doom metal da mettere alla pari dei vecchi Theatre of Tragedy e The 3rd and the Mortal), perciò attendevo con grande interesse questa nuova prova, soprattutto per vedere se il gruppo si fosse fossilizzato o se avesse ancora qualcosa di valido da dire... e devo positivamente ammettere che, nel giro di appena un anno, questo “Burning: a Wish” cancella tutte le incertezze e gli aspetti negativi del disco precedente! Un nuovo sound, che rinfresca senza stravolgere lo stile già consolidato, è ciò che ci offrono i Lacrimas Profundere nel 2001, confermandosi tra gli ultimi portabandiera di un genere purtroppo in estinzione (gli unici nomi di rilievo negli ultimi anni sono stati quelli di Saturnus, Within Temptation, Serenades ed After Forever). Temevo che il gruppo si sarebbe evoluto in una direzione di stampo darkwave ’80, scelta ormai troppo abusata dall’intera scena gothic metal, ma con la certezza che non sarebbe mai piombato sui vergognosi territori danzerecci dei Theatre of Tragedy (a mio avviso una tra le più grosse delusioni dello scorso anno)... alla luce degli ascolti di “Burning: a Wish”, si nota in effetti un orientamento nei confronti delle sonorità dark, ma va sottolineato che i nuovi elementi vengono introdotti con gran classe, integrandoli perfettamente alla matrice doomy della band, che resta comunque la base portante dell’intera proposta. Rispetto al precedente lavoro, le clean vocals - ancora più cupe e vicine a “Like Gods of the Sun” dei My Dying Bride - acquistano profondità e varietà, mentre il growling si fa meno frequente e più incisivo. Si nota anche un avvicinamento agli splendidi lavori più o meno recenti di Anathema ed On Thorns I Lay, mentre le vocals femminili (questa volta davvero ispirate) tornano a ricoprire un ruolo di spicco, anche se presenti solo in poche tracce. E’ soprattutto la ricerca di un sound meno prevedibile e monolitico che mi fa apprezzare il nuovo lavoro dei Lacrimas Profundere (al di là della loro benvenuta “inglesizzazione”), i quali ora miscelano tutti gli elementi migliori degli ultimi cinque anni di gothic-doom metal europeo in un disco che, seppur non proponendo nulla di effettivamente nuovo, risulta assai sincero, intenso, godibile ed emozionante. Senza dubbio, si tratta dell’album che segna la maturità del gruppo... oltre ad essere anche il più tenebroso!

Alessio Oriani


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