OBITUARY - "Anthology"
(Roadrunner/Edel)

80/100

TRACKLIST: Find the Arise (demo) / 'Til Death / Internal Bleeding / Intoxicated / Slowly We Rot / Cause of Death / Dying / Chopped in Half / Turned Inside Out / Back to One / The End Complete / I'm in Pain / Kill for Me / Final Thoughts / Don't Care / Threatening Skies / By the Light / Back from the Dead / Buried Alive / Boiling Point (212° Sporadic mix)

Cosa dire che non si sappia già sugli Obituary? Nati nel 1984 come Xecutioner, sono stati tra le prime death metal band americane, salendo alla ribalta con il buon debut “Slowly We Rot” (1989) e lo stupendo “Cause of Death” (1990), album che tra l’altro ha portato sotto i riflettori il nome di James Murphy, chitarrista oggi affermato e richiestissimo (Death, Cancer, Disincarnate, Testament, Konkhra). Purtroppo, va detto che dal five-piece floridiano, i livelli di “Cause of Death” non solo non sono stati mai più raggiunti, ma che si è rischiato anche di gettare tutto alle ortiche con un album pessimo, noioso ed inconcludente (“World Demise” del 1994)... al di là di queste brevi considerazioni personali, il peso del nome Obituary resta comunque enorme, ed è impossibile non portare rispetto per la band dei fratelli Donald e John Tardy (uno dei growlers migliori e più originali di sempre). Ora ci troviamo tra le mani una raccolta che racchiude tutta la storia della band, con una buona distribuzione delle tracce che vede ovviamente protagonisti i primi due lavori della band, con ben otto tracce sulle venti presenti, rappresentati da capolavori come “Intoxicated”, “Slowly We Rot”, “Chopped in Half” e l’incredibile “Cause of Death”... tra le tracce più recenti, vanno invece messe in evidenza “I’m in Pain”, “Don’t Care” e la thrashy “Threatening Skies”. Oltre alle studio-track che praticamente tutti conoscono, troviamo poi tre inediti piuttosto superflui ed inutili: “Buried Alive” (cover dei Venom), “Find the Arise” (dall’omonima demo degli Xecutioner) ed un orrendo remix di “Boiling Point”. Mi pare ovvio che la Roadrunner, ormai diventata una vera e propria major al costante inseguimento della trendy new-sensation e del guadagno assicurato, abbia messo da parte senza tanti problemi gli Obituary, ormai relegati ad inutili zavorre per la label stessa... spero quindi che questa antologia serva solo a fornire materiale in più alla Roadrunner, avvicinando la fine del contratto discografico, e che i due recenti flop di Lowbrow e Catastrophic (entrambi side-projects di membri della band) non siano dei sintomi di cattiva salute degli Obituary. Tornando ad un giudizio su questa raccolta, credo che la tracklist sia ottima e che si tratti forse del modo migliore per avvicinarsi al sound del gruppo e farsene un’idea completa, ma ricordatevi che con poche migliaia di lire in più potete portarvi a casa entrambi i primi due CD, che sono stati rimasterizzati ed abbassati a mid-price qualche anno fa... se fossi in voi, opterei per questa seconda ipotesi!

Alessio Oriani


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