VV.AA. - "Requiems of Revulsion - A Tribute to Carcass"
(Deathvomit/SELF)

70/100

TRACKLIST: Genital Grinder (REGURGITATE) / Reek of Putrefaction (ROTTEN SOUND) / Rotten to the Gore (HAEMORRHAGE) / Tools of the Trade (NASUM) / Burnt to a Crisp (CATTLE DECAPITATION) / Exhume to Consume (EXHUMED) / Hepatic Tissue Fermentation (DISGORGE) / Suppuration (MACHETAZO) / Empathological Necroticism (GENERAL SURGERY) / Pungent Excruciation (NECRONY) / Carneous Cacoffiny (IMPALED) / Genital Grinder + Regurgitation of Giblets (PIG DESTROYER) / Corporeal Jigsore Quandary (VULGAR PIGEONS) / Microwaved Uterogestation (BODIES LAY BROKEN) / Swarming Vulgar Mass of Infected Virulency (ENGORGED) / Pungent Excruciation (DEAD INFECTION) / Embryonic Necropsy and Devourement (AVULSED) / Psychopathologist (REGURGITATE)

Non stupisce che appaia proprio adesso un tributo ai Carcass, in un momento in cui il grindcore sembra vivere una seconda giovinezza... nei mesi scorsi sono state infatti parecchie le uscite di livello medio-alto (Regurgitate, Extreme Noise Terror, Exhumed, Dying Fetus e molti altri) ed anche se è impossibile ipotizzare un ritorno in grande stile del genere, fa comunque piacere vedere che c’è ancora chi se ne sbatte di elfi, draghi, spade di smeraldo ed amenità varie continuando a predicare sarcasticamente il verbo del disgusto, della repulsione, della violenza e del cinismo. Essendo i Carcass senza dubbio alcuno la migliore band del genere (sia mille volte lodato il loro “Necroticism”), quale occasione migliore potrebbe toccare a questa serie di giovani leve se non confrontarsi con i maestri del genere? Ecco quindi apparire nomi come Disgorge, Impaled, Exhumed, Pig Destroyer, Avulsed, Regurgitate, Nasum, General Surgery e molti altri (per un totale di diciotto pezzi ed una durata di oltre un’ora), con le loro più o meno personali riletture dei vecchi classici. Il bello di questo tributo, però, è che si configura come una realizzazione “for fans only” grazie al fatto che le tracce coverizzate sono estratte solamente dalla produzione dei Carcass precedente ad “Heartwork”, quella più marcia, innovativa e purtroppo sconosciuta ai più. L’unica pecca è l’assoluta mancanza di un’unitarietà della produzione, che alterna tracce perfettamente registrate ad altre del tutto in linea con il terrificante e sordido sound di “Symphonies of Sickness”, “Scum” e via dicendo. In definitiva, però, non c’è che dire... “Requiems of Revulsion” non solo è un tributo talmente ben progettato (non ci sono gruppi atipici o fuori contesto) e realizzato (l’artwork è perfettamente in linea con le prime produzioni di Bill Steer e Jeff Walker) da riuscire a far rivivere la purulenta genialità della prima incarnazione dei Carcass, ma si tratta anche di un’ottima parata di gruppi più o meno emergenti, dei quali potrete in seguito approfondire le discografie in base al vostro gradimento delle cover qui presentate.

Alessio Oriani


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