JUNGLE ROT - "Dead and Buried"
(Season of Mist/Audioglobe)

55/100

TRACKLIST: Immersed in Pain / Virus / Misplaced Anger / Humans Shall Pay / Strangulation Mutilation / Red Skies / Killing Machine / Dead and Buried / Psychotic Cremation / Afterlife / Circle of Death / Jungle Rot / Another Fix

Assieme agli Anata, una nuova uscita per la label francese Season of Mist: questa volta si tratta della brutal death-core band Jungle Rot. Le scarse notizie biografiche non ci informano su quale sia la provenienza geografica del combo, ma ai fini musicali poco conta. I nostri propongono, come già ho accennato, un death metal brutale molto debitore alle sonorità hardcore accostabile a ciò che hanno fatto i pionieri Obituary o come è accaduto ultimamente ai Dying Fetus, ma - ahimè - con ben altri risultati. Non che il disco sia una schifezza, anzi, tutt’altro: di per sè non è niente male, però i nostri Jungle Rot hanno numerosi punti a loro sfavore tra i quali un’originalità vicina allo zero (non che nel brutal si possa essere poi tanto innovativi, intendiamoci…), un monicker abbastanza idiota, un artwork risibile, nonchè i titoli del disco e delle canzoni davvero banali (ad esempio “Virus” oppure “Strangulation Mutilation”). Come se questo non bastasse, aggiungeteci anche una produzione non proprio al massimo ed un uso della voce che non mi ha convinto appieno. Le canzoni in ogni caso scorrono via facilmente, non richiedono un ascolto attento e meticoloso vista la loro struttura veramente molto semplice ed a volte quasi disarmante (in questo ricordano gli ultimi Obituary, quelli di “Back from the Dead”). La scarna biografia parla di legami musicali con Slayer e Sodom, ma - francamente - mai affermazione risuonò più falsa! In parole povere, anche perché sto faticando ad aggiungere qualcos’altro all’analisi del platter, si tratta di un disco adatto solo ai die-hard fans del genere. Gli altri possono tranquillamente soprassedere e magari rivolgere le loro attenzioni altrove, ad esempio verso le ultime uscite Relapse... in conclusione, vi lascio liberi (eheh) di decidere se dare un ascolto o meno a questi Jungle Rot. Al massimo fateveli prestare da qualcuno, perché spenderci trentaquattro carte mi sembra davvero un delitto.

Andrea Flavioni


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