SLAYER - "God Hates Us All"
(Columbia)

S.V.

TRACKLIST: Bloodline / New Faith / God Send Death / Cast Down / Here Comes the Pain / Disciple (dal promo mancano i seguenti pezzi: Darkness of Christ / Threshold / Exile / Seven Faces / Warzone / Payback)
Non si tratta dell'artwork definitivo

Solo sei tracce, poco più di venti minuti, è quanto ci viene dato di conoscere del nuovo attesissimo lavoro degli Slayer "God Hates Us All" (varrebbe la pena di acquistarlo già solo per il titolo). Non si può certo giudicare un album ascoltandone solo metà, ma questi estratti fanno presagire con certezza che il nuovo lavoro degli immarcescibili Slayer sarà una garanzia di qualità. Sono in tanti quelli che hanno storto il naso dopo "Seasons in the Abyss", a causa della svolta più hardcore e modernista della band, soprattutto con il precedente e bistrattato album "Diabolus in Musica" (un lavoro secondo me assai stimolante)... beh, a queste persone forse "God Hates Us All" non piacerà, sebbene sia il disco più old-style che la band guidata da Tom Araya abbia composto negli ultimi anni. Lo dimostrano "Bloodline" (già ascoltata sulla soundtrack-compilation "Dracula 2000"), addirittura vicina alle coordinate stilistiche della stessa "South of Heaven", oppure "Disciple", la quale si basa su riff decisamente vecchio stampo. La migliore del lotto resta comunque "God Send Death", con la sua alternanza di parti tirate, momenti monolitici ed effetti al passo coi tempi, mentre "Cast Down" ne è la controparte negativa (poco più di un tedioso filler). Sia ben chiaro, "God Hates Us All" non è un ritorno al passato: le vocals sono le stesse - anzi, ancor più sgraziate ed abrasive - degli ultimi lavori, come anche la produzione incredibilmente cruda e devastante di matrice hardcore... e non mancano anche alcuni elementi ripresi da "Diabolus in Musica" come vocals filtrate o parti più groovy e cadenzate (ma MAI new-metal come a qualcuno piace sostenere). In sostanza, non sarebbe sbagliato descriverlo come una via di mezzo tra tutto quanto gli Slayer hanno fatto negli anni novanta (dopotutto stiamo parlando di tre soli album), calcolando in misura minore "Divine Intervention". Forse è proprio questo il limite di "God Hates Us All": non aggiunge proprio nulla a quanto detto dagli Slayer negli ultimi undici anni, ma si limita ad essere una sorta di cocktail dei loro elementi caratteristici recenti (e quindi non necessariamente i migliori). E' d'altra parte vero che, come si suol dire, nel loro caso "no news is good news" perciò - tenendo conto dell'abilità ed esperienza consolidate - possiamo stare tranquilli che il nuovo lavoro sarà un altro grandissimo disco, che senza dubbio renderà felici tutti coloro i quali hanno continuato a seguirli nel loro processo evolutivo. E poi, scusate se è poco... ma stiamo parlando della più grande live band di tutti i tempi in ambito heavy metal!

Alessio Oriani


Ritorna a ROT 'N' ROLL ( News - Recensioni - Demotapes - Links - Staff - Contatti)