CARNIVAL IN COAL - "Fear Not"
(Season of Mist/Audioglobe)

30/100

TRACKLIST: Yes! We Have No Bananas / Cadillac / 1308.JP.08* / Exit Upon Void / Don't Be Happy, Worry / Gang Bang / Daaahhhh / Ring My Bell / Fear Not

Cito la biografia della band: “che succederebbe se i Mr. Bungle si facessero un’overdose di Morbid Angel?”... beh, la mia risposta è “ne uscirebbe fuori un’accozzaglia senza senso” ovvero questo “Fear Not”, terzo lavoro in studio dei francesi Carnival in Coal dopo “Vivalavida” (1997) e “French Cancan” (1999). Descrivere lo stile della band (un duo in realtà) sarebbe un’impresa davvero ardua ed interminabile, ma è mio dovere farlo... prendete una base formata dal death metal più brutale e feroce (al limite del grindcore), ed iniziate ad aggiungervi parti di mambo, rumba, grosse quantità di dance anni ’70 (questi malati sono anche responsabili di una cover dalla colonna sonora di “Flashdance”), musiche di cartoni animati e videogiochi, ritmi latinoamericani, funk, techno becera e synth-pop... chissà com’è che all’appello mancano solo il jazz-noise giapponese, la musica classica, l’hip-hop e la musica etnica-tribale: li introdurranno forse nel prossimo album? Inutile parlare delle singole canzoni, sconclusionate e completamente diverse tra loro, con titoli insensati sulla scia di “Yes! We Have No Bananas”, “Daaahhh” o “1308.JP.08*” (non voglio neanche immaginare cosa saranno i testi!) e vocals a metà strada tra Mike Patton e l’odioso cantante dei Jamiroquai, in inglese e francese. “Fear Not” è un disco probabilmente è più adatto a stupire gli amici (ed i critici francesi, a quanto pare) che ad essere comprato ed ascoltato seriamente... mi sembra che la tanto decantata follia della band sia solo un pretesto per comporre “canzoni” in cui gli elementi insoliti ed assurdi siano fini a sè stessi. Tra l’altro, l’elemento novità va a farsi benedire dopo pochi ascolti e potrebbe lasciarvi tra le mani un CD che fra qualche mese non sapete nemmeno di avere. Tuttavia, è pur vero che se stravedete per gruppi sulla scia di Mr. Bungle e Fantomas non potrete fare a meno di considerare questo “Fear Not” come un lavoro geniale ed imprescindibile... e visto che a mio avviso i Fantomas sono uno dei gruppi più inutili del pianeta, fareste bene a prendere questa mia recensione con le dovute contromisure. In un momento in cui le commistioni più improbabili sono all’ordine del giorno (magari proprio per mancanza di idee), questo disco ci fa ricordare che c’è un limite a tutto... per questo motivo mi sento di stroncare senza riserve “Fear Not”, ma sono sicuro che là fuori c’è chi andrà in estasi mistica con questo album. Se vi capita sottomano, non negategli comunque un ascolto.

Alessio Oriani


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