CEREMONIAL EMBRACE - "Oblivion"
(Displeased/Soundcave)

60/100

TRACKLIST: Mysterious Fate / Bloodshed Stains / Last Remains of the Pathetic Empire / Nocturnal Wanderer / Kohti Surmaa / The Devastation of Paraidse (Ruins of Heaven) / Where Emptiness Prevails / Touch of the Dismal Night

Ceremonial Embrace, ovvero una band finlandese di recente formazione, dedita ad un genere abusato e popolare come il symphonic black metal. Una band del tutto priva di idee, che impernia il proprio sound in maniera esagerata sull’uso delle tastiere e che con questo debut ci offre poco più di mezz’ora di clichè e citazioni scopiazzate da Dimmu Borgir, Old Man’s Child, Cradle of Filth, Mystic Circle e chi più ne ha più ne metta! Dal punto di vista formale - per fortuna - il giovane five-piece (una curiosità: ce ne fosse uno coi capelli lunghi!) si mantiene su un livello piuttosto elevato grazie ad un’esecuzione sopra le righe, arrangiamenti abbastanza piacevoli e sufficientemente elaborati, nonchè una produzione di alta qualità dal suono tipicamente “finlandese” (Children of Bodom in primis!), che ricalca a piene mani quanto fatto solitamente ai Finnvox. Purtroppo per i Ceremonial Embrace, questo li porta ad ottenere una sufficienza risicata grazie alle indubbie potenzialità tecniche e compositive espresse, ma sotto il profilo dei contenuti non ci siamo proprio per niente! Pezzi come “Bloodshed Stains”, “The Devastation of Paradise (Ruins of Heaven)” o “Kohti Surmaa” saranno pure delle composizioni “in stile” efficaci, coinvolgenti ed inattacabili, ma (non che siano gli unici, intendiamoci) in un passaggio su tre si rasenta il plagio - anche lirico! - rispetto a quanto fatto da altre band negli ultimi cinque o sei anni... qualcosa di davvero scandaloso! Inoltre, il sound del gruppo si mantiene su delle coordinate sempre troppo melodiche ed atmosferiche, senza colpire quasi mai veramente a fondo... anche nelle parti più tirate (ascoltiamo ad esempio “Where Emptiness Prevails”), a causa di un riffing a volte deboluccio ed un’overdose di tastiere, si ha la sensazione di non avere per niente a che fare con della musica estrema (se escludiamo le vocals nel tipico screaming black metal). Speriamo che i Ceremonial Embrace si ripresentino con qualche idea personale ed un po’ di aggressività in più la prossima volta, altrimenti l’attuale sufficienza si trasformerà solamente in un lontano ricordo legato a questo “Oblivion”. Da tenere sott’occhio per il futuro...

Alessio Oriani


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