DEATH - "Live in L.A. - Death & Raw"
(Nuclear Blast/Audioglobe)

100/100

TRACKLIST: Intro / The Philosopher / Spirit Crusher / Trapped in a Corner / Scavenger of Human Sorrow / Crystal Mountains / Flesh and the Power It Holds / Zero Tolerance / Zombie Ritual / Suicide Machine / Together as One / Empty Words / Symbolic / Pull the Plug

Senza nulla togliere ai molti validissimi lavori usciti nel corso del 2001, il primo live ufficiale dei Death rappresenta senza dubbio uno dei pochi lavori il cui acquisto si rivela realmente obbligato ed imprescindibile. Inutile presentare la band di Chuck Schuldiner in questa sede... tutti sapete di chi stiamo parlando, e ci vorrebbero diverse pagine per parlarne in maniera esauriente: ciò che importa, è che i Death sono probabilmente stati (e continuano ad esserlo, seppur tra mille problemi) il gruppo più importante in assoluto dell’heavy metal estremo, eguagliati solo dagli Slayer e pochissimi altri sotto il profilo “storico” del genere. Difficile trovare un altra band che sia riuscita meglio dei Death a miscelare innovazione e tradizione, tecnica strumentale e potenza, intelligenza ed aggressività, il tutto condito da testi fuori dal comune ed un leader incredibilmente carismatico. Ecco quindi giungere il primo live ufficiale della band, registrato a Los Angeles durante il tour di “The Sound of Perseverance” e presentato come un semi-bootleg, seppur pubblicato sotto l’egida della potente Nuclear Blast. Non credo di esagerare, dicendo che “Live in L.A.” è uno degli album dal vivo più stupefacenti ed emozionanti degli ultimi dieci anni... ascoltatelo, e non potrete rimanere indifferenti di fronte ad uno show così genuino, umano e reale. E’ proprio questo il punto di forza del CD: sentendo “Live in L.A.” si ha infatti l’impressione di essere veramente lì, di fronte alla band, in mezzo a dozzine di altri corpi accaldati respirando l’aria carica di fumo ed umidità, a veder suonare Evil Chuck e compagni in tempo reale... un coinvolgimento indescrivibile che, se non fosse per la performance registrata in un club anzichè in una grossa arena, riporterebbe direttamente ai live degli anni ottanta decisamente più fisici, palpabili e mai plastificati come quelli in circolazione oggigiorno (ne abbiamo avuto diversi esempi soprattutto in questi ultimi due-tre anni). Non fatevi ingannare dalla registrazione spartana e dalle vocals non sempre perfette di Chuck... il “raw” che fa parte del titolo è più che benvenuto, perchè sottolinea come la musica dei Death non abbia bisogno di fronzoli, sovraincisioni e ritocchi, per confermare la sua perfetta bellezza. Inutile disquisire sulle capacità esecutive della band: in questo live, come mai prima d’ora (grazie ad un suono molto secco), avrete la possibilità di testare l’effettiva complessità degli intrecci e l’incredibile preparazione tecnica richiesta per canzoni come “Flesh and the Power It Holds”, “Suicide Machine” o “Spirit Crusher”. Fortunatamente, la maggioranza dei pezzi è composta dalla produzione passata della band (senza nulla togliere a “The Sound of Perseverance”, sia chiaro!) ed infatti si va dalle primitive “Pull the Plug” e “Zombie Ritual” fino alle immortali “Trapped in a Corner”, “The Philosopher”, o “Together as One” (le quali vengono rese ancora più intricate dal mostruoso drumming di Richard Christy!) per un totale di oltre settanta minuti di musica dal valore inestimabile. Per il momento, lasciate perdere ogni altra uscita discografica e dedicatevi unicamente all’ascolto di questo “Live in L.A.”, uno splendido lavoro che sfortunatamente rischia di essere l’epitaffio di un gruppo assolutamente fondamentale ed insostituibile... spero davvero che tu ce la possa fare, Chuck!

Alessio Oriani


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